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Chrysomela populi

Chrysomela populi

La Crisomela del pioppo (Chrysomela populi Linneo, 1758) è un coleottero appartenente alla famiglia dei Chrysomelidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Coleopteroidea, Ordine Coleoptera, Sottordine Polyphaga, Infraordine Cucujiformia, Superfamiglia Chrysomeloidea, Famiglia Chrysomelidae, Sottofamiglia Chrysomelinae, Tribù Chrysomelini e quindi al Genere Chrysomela ed alla Specie C. populi.
È sinonimo il termine:
– Lina populi Linnaeus, 1758;
– Melasoma populi (Stephens, 1834).
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie:
– Chrysomela populi populi Linnaeus, 1758;
– Chrysomela populi asiatica Jakob, 1952;
– Chrysomela populi nigricollis Jakob, 1952;
– Chrysomela populi kitaica Jakob, 1952;
– Chrysomela populi violaceicollis Bechyne, 1954.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Crisomela del pioppo è una delle specie più diffuse e frequenti di coleotteri fogliari della sottofamiglia Chrysomelinae. Si tratta di un insetto presente nella maggior parte dell’Europa: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia, Svizzera e nella zona paleartica ed orientale come: Caucaso, Pakistan, Siberia, Kazakistan, Asia centrale, Estremo Oriente della Russia, Cina e Giappone.
L’habitat di questo coleottero è principalmente quello dei boschi di conifere, misti e latifoglie, margini di boschi e prati aridi con pioppi e salici.

Morfologia –
Gli adulti della Chrysomela populi possono raggiungere una lunghezza di circa 9–13 mm, con la femmina leggermente più grande del maschio.
Questi coleotteri, allo stadio adulto, si riconoscono per il loro corpo ovoidale di colore nero, blu scuro o verde scuro, che è rotondo e simile a una coccinella. La testa e il pronoto sono di colore neri; le elitre sono di colore rosso vivo, con una macchia nera alla base. Inoltre alcuni esemplari sono di colore arancione.
Le larve sono oligopode, di colore biancastro con riflessi giallognoli quando giungono a maturità; queste lungo il corpo presentano file longitudinali e regolari di tubercoli neri (le giovani larve sono più scure).
Le uova si riconoscono per la loro forma cilindrico/ellittica di colore arancio-ocraceo che vengono deposte a gruppi nella pagina inferiore delle foglie.

Attitudine e Ciclo biologico –
La Crisomela del pioppo sverna allo stadio di adulto, riparata al suolo tra i residui vegetali secchi o in vari altri anfratti; in certi casi si può anche interrare.
Gli adulti possono essere trovati da aprile a ottobre; infatti al giungere della primavera, tra aprile e maggio, gli adulti svernanti si portano sulle piante ed iniziano l’attività trofica; successivamente si accoppiano ed ovidepongono sotto le foglie gruppi di uova cilindriche.
Le larve appena nate iniziano a rodere le foglie accentuando il danno provocato dagli adulti.
Queste larve, all’inizio dell’estate, originano gli adulti della la generazione. Anche le larve dell’ultima generazione svernano nella lettiera sotto le foglie.
Nel corso dell’anno si possono avere così ancora una 2a ed, eventualmente, una 3a generazione; gli adulti dell’ultima generazione saranno poi quelli che sverneranno.
Sia le larve che i coleotteri vivono e si nutrono di foglie giovani di varie piante delle specie Salicaceae, in particolare Populus e specie di salice.
Gli adulti possono emettere un liquido rosso, molto profumato e repellente, ottenuto dall’acido salicilico contenuto nelle loro piante alimentari.

Ruolo Ecologico –
La Crisomela del pioppo, se presente in percentuali elevate, può provocare dei danni, sia allo stadio adulto che di larva, in quanto entrambi gli stadi sono defogliatori. Gli adulti mangiano il lembo in modo irregolare, smarginandolo e bucherellandolo; le larve dapprima (larva giovane) scheletrizzano le foglie, quindi divorano tutto il lembo.
In caso di gravi infestazioni l’esito dell’attacco è una defogliazione più o meno grave, in funzione del livello di infestazione.
La lotta contro Melasoma populi è stata fin qui di tipo chimico e andrebbe effettuata solo in presenza di forti infestazioni e specialmente nei vivai e non in pieno campo; infatti più la pianta è giovane (vivaio o nei primi anni dell’impianto) maggiori sono i danni conseguenti all’attacco.
I trattamenti vanno eseguiti contro la prima generazione di infestazioni larvali.
Negli ultimi tempi ci si sta concentrando nella lotta con il Bacillus thuringiensis ssp. tenebrionis (sulle giovani larve) e sull’utilizzo di chitino-inibitore sulle uova e sulle giovani larve.
Si è notato, inoltre, che le larve e le uova possono essere attaccate da imenotteri parassitoidi e che grazie ai morsi delle formiche, potenziali predatori delle larve, si può diffondere il Bacillus thuringiensis subsp. tenebrionis che le porta a morte certa. Come tutti gli insetti dannosi, è la fase larvale quella più importante rispetto a quella adulta ed è su di essa che vanno concentrati gli sforzi per combatterla.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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