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Myocastor coypus

Myocastor coypus

La Nutria (Myocastor coypus Molina, 1782) è un mammifero roditore appartenente alla famiglia dei Myocastoridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Hystricomorpha, Famiglia Myocastoridae e quindi al Genere Myocastor ed alla Specie M.coypus.
Sono sinonimi i termini di:
– M.c.albomaculatus;
– M.c.chilensis;
– M.c.dorsalis;
– M.c.popelairi;
– M.c.castoroides.
Inoltre sono state riconosciute 4 sottospecie:
– M.c.coypus: presente in Argentina centrale, Cile settentrionale e centrale;
– M.c.bonariensis (E.Geoffroy, 1805): presente in Paraguay, Brasile meridionale, Bolivia centrale e meridionale, Argentina settentrionale, Uruguay;
– M.c.melanops (Osgood, 1943): presente in Cile meridionale, Argentina meridionale, Arcipelago del los Chonos, isola di Chiloé;
– M.c.santacruzae (Hollister, 1914): diffusa nell’Argentina sud-orientale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Nutria, conosciuta anche come miopotamo coipo, castoro d’acqua e ratto di palude è un roditore originario del Sudamerica (dal Paraguay e dalla Bolivia centrale e meridionale fino alla Terra del Fuoco), unica specie vivente del genere Myocastor e della famiglia Myocastoridae.
Nel tempo si è naturalizzata in molte parti d’Europa, compresa l’Italia, dove è sfuggita alla cattività dopo essere stata introdotta a scopo industriale per l’utilizzo delle pellicce (pelliccia di Castorino). Nelle zone dove vi è scarsità di predatori (lupo, volpe, faina, gatto selvatico, lince, cani randagi, diversi uccelli rapaci, e grossi pesci predatori come il luccio e il siluro) la crescita incontrollata di tale specie può provocare danni alle coltivazioni agricole.
Il suo habitat originario va dalle pianure fino a poter raggiungere sulle Ande altitudini fino a 1190 metri.
In Italia, introdotta sempre per scopi commerciali, specialmente negli ultimi anni, si è diffusa nella pianura padana, in Toscana, lungo la costa adriatica dal corso del fiume Brenta in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia fino all’Abruzzo e sul versante tirrenico settentrionale e centrale del Lazio. Presenze localizzate si hanno anche nell’Italia meridionale, nell’alta Campania, in Sicilia (per esempio nella riserva naturale del fiume Irminio) e Sardegna.

Descrizione –
Il Myocastor coypus si riconosce per le grandi dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra 430 e 635 mm, la lunghezza della coda tra 255 e 425 mm, la lunghezza del piede tra 120 e 150 mm, la lunghezza delle orecchie tra 25 e 30 e un peso tra 5 e 10 kg, talvolta fino a 17 kg. È presente un dimorfismo sessuale con i maschi che sono solitamente più grandi delle femmine.
La coda è cilindrica squamosa, con pochi peli; il mantello è generalmente bruno, scuro o dorato, ma si incontrano anche esemplari con mantello isabella o crema.
Le orecchie sono piccole e gli incisivi, di color arancio, sono grossi e sporgenti; ha lunghi baffi argentati. Gli arti posteriori sono palmati e le mammelle nelle femmine si trovano in posizione latero-dorsale, tipica degli animali acquatici che allevano la prole in acqua.

Biologia –
In cattività la Nutria si riproduce durante tutto l’anno. Ciò può verosimilmente verificarsi anche allo stato selvatico. In Cile sono state osservate nascite in primavera ed estate. Le femmine sono poliestre e possono partorire 2-3 volte l’anno. Si può verificare un estro post-partum dopo 1-2 giorni dal parto. L’estro dura 24-26 giorni. Hanno un periodo di ricettività di 1-4 giorni. L’ovulazione può essere indotta. La gestazione dura 128-130 giorni.
Le femmine, in media, partoriscono 5 piccoli alla volta, con un minimo di un solo nascituro ed un massimo di 13. Appena nato il piccolo pesa circa 100 g, è completamente ricoperto di pelo ed ha gli occhi aperti. Può sopravvivere lontano dalla madre già a soli 5 giorni di vita, ma di solito rimane con essa fino a 6-10 settimane. Raggiunge la maturità sessuale se nato in estate a 6-10 settimane, mentre i nati in autunno a 6-7 settimane. L’80% della mortalità di questa specie avviene nel primo anno di vita. In pochi raggiungono più di 2 o 3 anni. In cattività invece è stata riscontrata un’aspettativa di vita fino a 10 anni.

Ruolo Ecologico –
Il Myocastor coypus predilige le zone fluviali o palustri, dove si nutrono di piante acquatiche ed alghe e, durante l’inverno, anche di tuberi, rizomi e radici. Nelle regioni dove è stata introdotta si ciba di qualsiasi coltura disponibile. Ad elevate densità di popolazione riduce drasticamente la presenza di piante acquatiche, causando la formazione di acque aperte al posto di lagune ed acquitrini.
Vive in acquitrini, rive dei laghi e corsi d’acqua lenti. Sebbene preferisca acqua dolce e fresca, alcune popolazioni delle isole cilene vivono in acque salate o salmastre. Costruisce piattaforme di vegetazione dove si nutre e si cura la pelliccia. Utilizza tane di altri animali come rifugio, oppure scava sistemi di cunicoli che variano da semplici tunnel a complessi di camere e passaggi che si estendono per oltre 15 metri.
In Italia, le popolazioni che vivono nelle zone di pianura del nord esplorano anche i campi circostanti i corsi d’acqua (nutrendosi di alcune colture come mais e barbabietola da zucchero), mentre al centro-sud vivono quasi esclusivamente negli alvei e lungo le sponde.
La nutria, inoltre, traccia anche percorsi nell’erba alta e può allontanarsi fino a 180 metri dai rifugi. La maggior parte del suo tempo lo passa a nuotare o brucare le piante acquatiche. Può rimanere in immersione anche per più di 10 minuti. In acqua si spinge in avanti con colpi alternati dei piedi posteriori palmati. Vive in coppie o piccoli gruppi basati su diverse femmine imparentate tra loro, ma la presenza di molti individui in condizioni ambientali favorevoli può dare l’impressione di formare grandi colonie. I maschi sono spesso solitari ed erratici.
Per quanto riguarda lo stato di conservazione, secondo la IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione numerosa, viene classificata come specie a rischio minimo (LC).
La nutria viene presa come bersaglio dai cacciatori per la sua pelliccia e in alcune regioni anche come fonte di cibo.
Alcuni stati hanno intrapreso attività di eradicazione nel proprio territorio, senza per altro ottenere risultati definitivi. Solo in Inghilterra nessun individuo risulta essere stato più catturato dal 1989. È inserita nell’elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo.
Inoltre la nutria è soggetta alla caccia da parte di diversi predatori. In Russia sono stati osservati come principali predatori mammiferi il cane, lo sciacallo dorato, il lupo grigio e il gatto della giungla. In Sud America è predata dal giaguaro, il puma, l’ocelot e il gatto tigre. Altri mammiferi che si nutrono di essa sono la volpe rossa e l’ermellino. Gli uccelli principali cacciatori sono la poiana spallerosse, il falco di palude e l’allocco. Il predatore più comune in Sud America risulta comunque essere il caimano.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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