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Boswellia frereana

Boswellia frereana

La Boswellia frereana (Boswellia frereana Birdw.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Burseraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Sapindales, Famiglia Burseraceae e quindi al Genere Boswellia ed alla Specie B. frereana.
È sinonimo il termine:
– Boswellia carterii Birdw.

Etimologia –
Il termine Boswellia del genere è stato dedicato al biologo scozzese John Boswell (1710-1780), membro del Royal College of Physicians di Edimburgo.
L’epiteto specifico frereana prende il nome da William Edward Frere, membro del Consiglio di Bombay.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Boswellia frereana è una pianta originaria della Somalia settentrionale dove i locali la chiamano “Dhidin” “Maydi” o il re di tutto l’incenso.
Il suo Habitat è quello del nord della Somalia, sui versanti rocciosi e valloni dal livello del mare fino a 750–1000 m, su rupi e creste calcaree.

Boswellia frereana

Descrizione –
La Boswellia frereana è un albero deciduo alto da 2 ad 8 metri, con uno o più tronchi che si ramificano a breve altezza dal suolo, assumendo la forma di un cono rovesciato; nelle piante molto vecchie i rami si allargano, quasi adagiandosi al suolo per cui la chioma assume una forma emisferica. Caratteristica di questa specie è la parte basale del tronco che si allarga a ventosa attaccandosi saldamente alla roccia, anche su pareti quasi verticali; spesso questa parte basale appare biancastra perché ricoperta dall’eccesso della resina colata lungo il tronco.
La corteccia presenta uno strato superficiale papiraceo che si desquama con facilità e può essere facilmente rimosso in sottili strisce pellicolari.
Ha foglie composte, imparipennate, con 6-8 paia di foglioline sessili disposte in due file laterali, con margine crenato-ondulato.
I fiori sono piccoli (circa 8 mm di diametro), riuniti in infiorescenze racemose; hanno un con calice verde 5-dentato, corolla di 5 petali liberi bianchi, 10 stami e 1 pistillo.
Il frutto è una capsula obovoide (8–12 mm x 6–7 mm), con apice acuto, costituita da 3-5 valve ognuna contenente un seme.

Coltivazione –
La Boswellia frereana è una pianta che cresce in habitat particolari legati ad ambienti aridi, su suoli calcarei ma che può essere coltivata in aree con caratteristiche pedoclimatiche simili.

Usi e Tradizioni –
La Boswellia frereana anche conosciuto come l’albero Yigaar (o Yegaar).
Oltre ai suoi usi aromatici, i locali la usano anche per scopi medicinali; la trasformano in una pasta chiamata “malmal” e la applicano sulle articolazioni per trattare l’infiammazione e l’artrite.
Si dice che sia coltivata nello Yemen, ma questo potrebbe essere basato su un report del 1870 del Dr. G. Birdwood dove si dice che B. frereana fu vista nel giardino di Sir Robert Playfair ad Aden (Yemen).
Playfair aveva portato B. frereana dalla Somalia e l’aveva coltivata nel suo giardino di Aden. Inoltre anche se si dice che cresca anche in Oman, prove scientifiche e botaniche non confermano che B. frereana cresca o sia coltivata lì.
In Occidente la Boswellia frereana è chiamata “incenso copto” in quanto questo è il tipico incenso usato dalla Chiesa copta d’ Egitto.
L’80% della produzione di Boswellia frereana viene venduta in Arabia Saudita, dove tradizionalmente viene portata a casa dai pellegrini musulmani.
L’origine dell’uso di questo incenso nasce con la convinzione che questi scacciasse gli spiriti maligni; l’incenso veniva usato nelle cerimonie e nei rituali antichi. È ancora un olio prezioso e costoso, oggi come lo era nei tempi antichi.
Alcuni reperti in Egitto mostrano l’uso dell’incenso per ringiovanire le maschere ed era un olio importante nel processo di imbalsamazione.
Di fatto questo olio, promuovendo il ringiovanimento della pelle, è un perfetto prodotto anti-rughe.
Inoltre, la capacità unica dell’incenso di “rallentare la respirazione” rende l’olio prezioso per il trattamento dei disturbi respiratori. In Cina l’olio veniva usato nel trattamento della tubercolosi delle ghiandole linfatiche e della lebbra.
Tra le proprietà dell’olio estratto da questa pianta ricordiamo che è:
– Tonico calmante, sedativo, calmante, per i polmoni: un antisettico polmonare decongestionante, rinfrescante, regolante, citrico.
Tra gli usi più consueti si ricordano:
– Pelle: la pelle matura (anti rughe) equilibra la pelle grassa, la mancanza di tono e le ulcere.
– Dolori e dolori: usati nel travaglio per prevenire la depressione postnatale e per aiutare la regolazione mestruale e l’infiammazione del seno.
– Respiratorio: asma: allevia il respiro affannoso.
– Regolando la produzione di muco, l’incenso è particolarmente utile per chi soffre di catarro. e per tosse, raffreddore, bronchite e laringite.
– Emotivo calmante e calmante:
– Calmante e lenitivo: per attacchi di panico e ansia.
– Regola la respirazione irregolare. Aiuta la meditazione.
– Mal d’orecchi, reumatismi, disturbi della pelle e marciume degli zoccoli nei cavalli!
Infine ricordiamo che la resina di Boswellia frereana, chiamata “maidi”, oltre ad essere usata come incenso, è anche masticata ed utilizzata nella medicina popolare.

Modalità di Preparazione –
Della Boswellia frereana si utilizza l’incenso la cui raccolta inizia ad aprile. Si utilizza un attrezzo chiamato menghaf, una specie di scalpello affilato da un lato per decorticare i rami e non affilato dall’altro per raccogliere la resina. Con il “menghaf” si producono da 10 a 30 decorticazioni ovali (4–8 cm) sui rami più robusti della pianta; dalle aree decorticate essuda resina di colore bianco che progressivamente solidifica all’aria. La resina viene lasciata fluire per due o tre settimane, dopodiché inizia ad essere raccolta; tuttavia questa prima resina è poco abbondante e di qualità mediocre. Le decorticazioni vengono ripulite e dopo due settimane inizia la seconda raccolta che produce incenso in abbondanza e di qualità migliore della prima. La resina viene raccolta con lo stesso sistema tre o quattro volte nell’anno, fino ad ottobre, quando l’albero viene lasciato a riposo fino alla successiva stagione.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.


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