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Artemisia abrotanum

Artemisia abrotanum

L’ Artemisia abrotano o semplicemente Abrotano (Artemisia abrotanum L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Anthemideae, Sottotribù Artemisiinae e quindi al Genere Artemisia ed alla Specie A. abrotanum.
Per questa specie sono presenti diversi sinonimi che di seguito si citano:
– Annona hexapetala L. F.;
– Annona uncinata Lam.;
– Artabotrys odoratissimus R. Br.;
– Artabotrys uncatus (Lour.) Baill.;
– Artabotrys uncinatus (Lam.) Merr.;
– Artemisia abrotanifolia Salisb. (1796);
– Artemisia angustifolia S.F. Gray (1821);
– Artemisia elatior Klokov;
– Artemisia herbacea Ehrh. ex Willd. (1803);
– Artemisia humilis Miller (1768);
– Artemisia paniculata Lam. (1783);
– Artemisia procera Willd. (1803);
– Artemisia proceriformis Krasch. (1936);
– Unona uncinata (Lam.) Dunal;
– Uvaria esculenta Roxb. Ex Rottl.;
– Uvaria odoratissima Roxb.;
– Uvaria uncata Lour..

Etimologia –
Il termine Artemisia proviene da Ἄρτεμις Artemis Artemide, nome greco della dea Diana, genere già citato in Plinio; secondo alcuni autori, Artemisia II di Caria (Αρτεμισία Artemisía ?-350 a.C.), sorella e moglie di Mausolo, avrebbe dato il suo nome a questa pianta.
L’epiteto specifico abrotanum, viene da abrotonum, una pianta medicinale citata da Orazio e altri autori latini.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’abrotano è una pianta di probabile origine irano-turanica. È presente come avventizia in molte regioni dell’Italia settentrionale e centrale e in Puglia, ma apparentemente in regresso non essendo stata segnalata di recente in diverse regioni.
Fuori dall’Italia la sua distribuzione la vede nelle Alpi oltre i confini italiani, come in alcune aree come la Francia (dipartimenti di Hautes-Alpes e Isère), oppure in Svizzera (cantoni Vallese e Ticino) o in Austria (Länder della Carinzia). Sugli altri rilievi europei si trova nei monti Carpazi.
È presente, inoltre, in Asia, nelle zone temperate, come: Turchia, Armenia e Caucaso. È presente, altresì, anche nel Nord America.
Il suo habitat è quello degli incolti e lungo le strade, in ambienti piuttosto disturbati, al di sotto della fascia montana, preferibilmente su substrato sia calcareo che siliceo con terreno a pH neutro, secco, medi valori nutrizionali.
La distribuzione altitudinale è fino a 800 m s.l.m..
La specie viene frequentemente coltivata anche a scopo ornamentale.

Descrizione –
L’abrotano è una pianta erbacea la cui altezza può arrivare fino a 50 – 100 cm, ed anche più in alcuni ambienti.
È una pianta con consistenza legnosa alla base con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm con un aspetto arbustivo. I fusti sono legnosi di colore marrone e molto ramificati ma glabri; anche i rami principali possono essere legnosi.
La parte erbacea secca annualmente mentre le parti legnose rimangono in vita e rigettano l’anno seguente.
Le radici sono spesse, secondarie da fittone.
Le foglie sono cauline con lamina delle ampiamente ovata è grande e più volte divisa (2 – 3 multifida) in diversi segmenti strettamente lineari (lacinie) di colore verde scuro (con sfumature cenerognole) e pubescenti nella parte inferiore.
Le foglie che si trovano prossime all’infiorescenza sono più semplici e sono disposte in modo alterno e prive di stipole e di orecchiette basali, con larghezza delle lacinie: 0,4 – 2 mm e dimensione della lamina: 3 – 5 cm.
Sulle foglie si trovano delle ghiandole puntiformi.
I fiori sono attinomorfi, tetra-ciclici (con 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi).
Questi sono riuniti in infiorescenze a pannocchia terminale è formata da piccoli capolini subsferici e subsessili, biancastri e penduli composti solamente da fiori tubulari.
La struttura dei capolini vede la presenza di diverse brattee embricate (a forma oblungo-ellittica) disposte in diversi ordini che fanno da protezione al ricettacolo glabro (senza pagliette) sul quale s’inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati (assenti in questa specie), e i fiori centrali tubulosi.
Questi ultimi, in particolare quelli periferici, sono femminili (fino a 15 fiori), mentre quelli centrali sono ermafroditi (fino a 20 fiori) e tutti fertili.
La pannocchia ha una larghezza di 10 – 20 cm ed una lunghezza 10 – 30 cm.
I capolini hanno un diametro di 2 – 5 mm, con dimensione degli involucri di 2 – 2,5 mm di larghezza e 2 – 3,5 mm di lunghezza.
L’antesi è tra luglio e ottobre.
I frutti sono degli acheni di colore marrone chiaro sprovvisti di pappo e glabro, con forma ellissoide-compressa e dimensione di 0,5 – 1 mm.

Coltivazione –
L’Artemisia abrotanum è una specie che cresce prevalentemente allo stato spontaneo con impollinazione soprattutto di tipo anemofila che garantisce una riproduzione tramite l’impollinazione dei fiori.
Questa pianta si coltiva abbastanza agevolmente in terreni aridi e soleggiati, su substrato argilloso-calcareo, ma con presenza di una buona dotazione di sostanza organica.
Si tratta di piante che, oltre per impollinazione, allo stato naturale, si propagano facilmente per talea o per divisione delle radici.
La coltivazione della pianta avviene soprattutto nel in giardinaggio per popolare spazi altrimenti difficili.

Usi e Tradizioni –
L’ Abrotano è una pianta erbacea che emana un forte odore aromatico tipico e simile quello del cedro (o della citronella) un po’ canforato che per alcuni somiglia a quello del vermouth.
L’Abrotano era già conosciuto e coltivato negli orti sia dai Romani che dai Greci.
Nell’antichità veniva sovente utilizzato in ambito erboristico per le sue proprietà antisettiche e antitarmiche e in cucina per il suo aroma forte e alquanto pungente.
Una superstizione popolare narra che questa pianta fosse in grado di proteggere le case dalle streghe e dagli spiriti maligni, contro i quali veniva infatti sparso sui pavimenti o appeso sulle soglie delle case. Si raccontava anche a quei tempi che, posta sotto il cuscino, avesse il miracoloso potere di suscitare il desiderio amoroso.
I monaci medievali ritenevano che il suo seme avesse un effetto benefico sui nervi e che aiutasse nei casi di instabilità d’umore, se somministrato attraverso la modalità del decotto; inoltre, la pianta cruda, aggiunta al vino, sembra potesse curare la sciatica e provocare le mestruazioni.
Tra le applicazioni degli antichi erboristi c’era anche quella di usare questa pianta per mettere in fuga i serpenti e per neutralizzarne il veleno.
Le parti della pianta bollite con briciole di pane e mele cotogne in acqua costituiva un unguento da applicare contro il bruciore agli occhi, mentre la pianta, unita al grasso, serviva per fare uscire schegge e spine conficcate nella pelle.
Anticamente era usata, altresì, per trattare i problemi del fegato, della milza e dello stomaco e l’erborista del diciassettesimo secolo Nicholas Culpeper riteneva che promuovesse le mestruazioni.
Oggi è usata raramente in medicina, eccetto in Germania, dove viene utilizzata in forma di cataplasma su ferite e affezioni della pelle e occasionalmente per trattare il congelamento, oppure altrove in erboristeria per il trattamento di vari disturbi tra cui la febbre malarica.
Dalle foglie dell’ Artemisia abrotanum può essere estratto un colorante giallo; queste piante sono prive di lattice, ma contengono oli eterei lattoni sesquiterpenici. Inoltre le foglie hanno anche proprietà insetticide e che contengono un olio volatile responsabile del forte profumo che ne giustifica l’uso, a piccole dosi, come aromatizzante.
Come le altre specie congeneri, la specie contiene infatti il Tujone.
Per le sue caratteristiche questa pianta possiede svariate proprietà medicinali: è difatti antibatterico, stimolante e diuretico; l’infuso di foglie secche (nella quantità di circa 1 cucchiaio per ogni tazza d’acqua bollente) costituisce ad esempio un tonico generale molto efficace, che aiuta a superare l’influenza, alleviando i dolori articolari caratteristici di questa malattia; esso, inoltre, viene utilizzato nei casi più diversi, per eliminare i vermi intestinali, per alleviare i dolori mestruali e come stimolante dell’attività cerebrale.
L’abrotano, come l’assenzio, ha la virtù, come detto, di allontanare gli insetti e le sue foglie essiccate possono venire facilmente adoperate per la creazione di originali sacchetti anti-tarme da disporre tra i vestiti.

Modalità di Preparazione –
L’ Artemisia abrotanum viene impiegato in piccole quantità, tramite le foglie dal sapore leggermente piccante, per aromatizzare liquori d’erbe, tisane, caramelle, ripieni di pollo, carni alla griglia (il sapore comunque è molto amaro).
Dai giovani germogli si può fare un tè amaro.
Si possono preparare anche delle tisane che, come per il tè, hanno un aroma piuttosto amaro, per cui è consigliabile dolcificare la tisana ottenuta con un cucchiaio di miele. Questa pianta dai molteplici usi è anche un ingrediente molto importante nella preparazione di una lozione per i capelli in grado di contrastare la calvizie.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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