Un Mondo Ecosostenibile
Specie AnimaliUccelli

Numenius tenuirostris

Numenius tenuirostris

Il chiurlottello (Numenius tenuirostris, Vieillot 1817) è un uccello appartenente alla famiglia degli Scolopacidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukarya, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Infraphylum Gnathostomata, Superclasse Tetrapoda, Classe Aves, Ordine Charadriiformes, Sottordine Scolopaci, Famiglia Scolopacidae e quindi al Genere Numenius ed alla Specie N. tenuirostris.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il chiurlottello è un volatile rarissimo che vive nell’Europa orientale e centro-orientale, soprattutto in Russia (regione di Omsk) dove nidifica, e Romania dove è stato avvistato per l’ultima volta.
Nei tempi passati svernava anche in Italia, negli stati balcanici e nel Nord Africa, in Turchia e negli stati dell’ex Unione Sovietica. Era di passo nell’Europa centrale (Germania, Repubblica Ceca, etc.) e occidentale (Regno Unito, Francia, Belgio, etc.), e in Giappone.
Il suo habitat è quello delle paludi, delle torbiere e nella taiga della Siberia dove si riproduce ed è migratore, in precedenza svernante in habitat di acqua dolce poco profondi intorno al Mediterraneo.

Descrizione –
Il Numenius tenuirostris è un uccello di medie dimensioni, lungo 36-41 cm, con una apertura alare di 77-88 cm. presenta un dimorfismo sessuale con le femmine che sono generalmente più grandi e pesanti ed hanno un becco più lungo.
Ha una colorazione marrone chiaro, uniformemente macchiettata, più chiara su coda e secondarie, con groppone bianco e caratteristico becco lungo esile e leggermente curvato all´ingiù. È del tutto simile al Chiurlo maggiore, ma più piccolo, e al Chiurlo piccolo, ma più esile e con becco più sottile.
Il piumaggio degli esemplari giovani è molto simile all’adulto, ma con i fianchi contrassegnati da striature marroni; le macchie a forma di cuore appaiono solo verso la fine del primo inverno.
Il canto è cortese, simile a quella del chiurlo eurasiatico, ma più acuto, più melodico e più breve. In caso di allarme emette un suono molto più rapido.

Biologia –
La riproduzione di questo volatile avviene prevalentemente nelle paludi, delle torbiere e nella taiga della Siberia dove nidifica d’inverno e dove vive sui terreni fangosi e negli acquitrini.
Le caratteristiche di riproduzione sono simili a quella del Chiurlo maggiore e del Chiurlo piccolo. Purtroppo a causa della oramai residua presenza di questa specie mancano dettagli maggiori anche se i pochi nidi osservati avevano quattro uova.

Ruolo Ecologico –
Il chiurlottello è da considerare oramai una specie che si avvia all’estinzione in quanto è oramai rarissimo.
Si ciba di larve di insetti, molluschi, crostacei ed anellidi che cattura sondando il terreno e l´acqua bassa con il lungo becco con movimenti più veloci del Chiurlo maggiore.
Un tempo era una specie molto gregaria al di fuori della stagione riproduttiva, associandosi a specie affini, in particolare altri chiurli.
Adesso, dopo un lungo periodo di costante declino, il Numenius tenuirostris è estremamente raro. Si pensa che esistano meno di 50 uccelli adulti, con l’ultimo avvistamento verificato nel 2004, per cui adesso è elencato come in pericolo di estinzione.
Si ritiene che la causa principale del declino sia l’eccessiva caccia nei terreni di svernamento del Mediterraneo. Anche la perdita di habitat, in particolare nei terreni di svernamento, può aver avuto un ruolo, ma in Siberia esistono ancora enormi aree di torbiere adatte all’allevamento. Non è noto fino a che punto gli uccelli si riproducano ancora con successo, e quanto flusso genetico esista ancora in quella che una volta poteva essere stata una popolazione numerosa e ampiamente dispersa.
Purtroppo la perdita di habitat, congiunta all’inquinamento dovuto anche alle fuoriuscite di petrolio. Al momento mancano dati di avvistamento precisi; teoricamente, questi uccelli potrebbero essersi ritirati in tutte le aree tranne quelle inaccessibili.
L’ultimo nido ben documentato è stato trovato nel 1924, vicino a Tara nell’oblast di Omsk, in Siberia (57 ° N 74 ° E).
L’entità del suo declino si riflette anche nell’assenza di uccelli svernanti in siti marocchini che precedentemente erano regolari.
Di recente, nel 1995, 20 uccelli sono stati registrati in Italia.
Negli ultimi anni, piccoli gruppi di uccelli sono stati trovati nelle zone costiere settentrionali del Delta del Danubio.
Quattro uccelli erano presenti dal 25 luglio al 21 agosto 2003, sei sono stati visti l’11 agosto 2004 e un altro il 12 agosto 2004.
Un avvistamento di un singolo uccello è stato segnalato dall’Albania nel 2006 da un gruppo di ornitologi dell’organizzazione ambientale EuroNatur.
Per questo motivo, anche se mancano prove concrete, e vista l’estensione del possibile habitat e il principio di precauzione, si ritiene che per il momento questa specie sia ancora esistente.
L’IUCN classifica questo uccello come specie in pericolo di estinzione. Ciò significa che si ritiene che esistano circa 50 uccelli maturi o meno, con numeri in calo, e che probabilmente c’è solo una sottopopolazione.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *