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Pirrolizidina

Pirrolizidina

La pirrolizidina, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: 2,3,5,6,7,8-hexahydro-1H-pyrrolizine, conosciuta anche come Esaidropirrolizina.
La pirrolizidina ha formula bruta o molecolare: C7H13N ed è un composto organico eterociclico che forma la struttura centrale di un insieme di alcaloidi noti anche come alcaloidi pirrolizidinici.
Gli alcaloidi derivati dalla pirrolizidina sono presenti, in natura, in alcune specie vegetali tra cui: Asteraceae (ad esempio in Senecio spp. ed Eupatorium spp.), nelle Orchidaceae, Fabaceae (del genere Crotalaria), meno frequentemente nelle Convolvulaceae e Poaceae e in almeno una specie delle Lamiaceae.
La caratteristica di questi alcaloidi è che, a livello dell’organismo umano, hanno un effetto così detto cumulativo, per cui il corpo tende a non smaltirli velocemente ed anzi ad accumularli.
Tra l’altro gli alcaloidi derivati dalla pirrolizidina posseggono una notevole e specifica tossicità epatica, ma possono attaccare anche altri organi, tra cui i polmoni.
In letteratura vengono riportati altresì possibili attività mutagene e cancerogene collegate all’assunzione elevata di questi alcaloidi.

Per questo motivo gli alcaloidi pirrolizidinci rappresentano una delle più importanti classi di contaminanti chimici naturali presenti nei prodotti alimentari.
L’assunzione di alcaloidi a base di pirrolizidina comporta dei rischi in relazione, ovviamente, all’assunzione continuativa di specie vegetali contenti gli stessi.
Anche alimenti come uova, carne, latte o miele li possono comunque contenere, perché gli animali da cui derivano (direttamente o indirettamente) si sono, a loro volta, alimentati con specie floristiche in cui dette sostanze sono presenti.
Le segnalazioni di rischio per la salute pubblica sono relativamente recenti: le prime, relative a contaminazioni di derrate alimentari, sono avvenute in Afghanistan, India e Uzbekistan (OMS) nel 1988.
In sintesi, come sempre avviene in un’alimentazione equilibrata e che segua i criteri della stagionalità un uso occasionale è generalmente relativamente sicuro, salvo situazioni in cui le concentrazioni in una pianta siano particolarmente elevate e fatte salve eventuali intolleranze/sensibilità personali o stati di malattia.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.



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