Un Mondo Ecosostenibile
InsettiSpecie Animali

Sminthurus viridis

Sminthurus viridis

La pulce dell’erba medica o Sminturo (Sminthurus viridis (Linnaeus, 1758)) è un collembolo della famiglia degli Sminthuridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Entognatha, Ordine Collembola, Sottordine Symphypleona, Superfamiglia Sminthuroidea, Famiglia Sminthuridae e quindi al Genere Sminthurus ed alla Specie S. viridis.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La pulce dell’erba medica svolge il suo ciclo biologico su piante quali: Soia, Erba medica, Bietola, Tabacco, Fava, Colture ortive e floricole, ed altre erbacee.
La specie è originaria dell’Europa ma si trova oggi in qualsiasi tipo di habitat terrestre, al punto che suoi esemplari sono stati trovati in Antartide. È presente infatti in Europa, Nord Africa, Cina e Giappone. Nel XIX secolo è stato introdotto accidentalmente in Australia e da qui, all’inizio del XX secolo è stato trasportato in Sudafrica. In Australia, dove non ci sono suoi antagonisti, la sua popolazione è nettamente superiore rispetto ad altri paesi.

Morfologia –
Sminthurus viridis è un piccolo insetto i cui adulti misurano circa 2 mm di lunghezza. Hanno un corpo globoso di colore giallognolo, ricoperto da una rada peluria.
I maschi sono più piccoli delle femmine e possiedono delle antenne utili per afferrare le femmine durante l’accoppiamento.
Ha sei gambe, come gli insetti, a cui nella precedente classificazione apparteneva ed, analogamente agli altri collemboli, è privo di ali ed è dotato di due ocelli. Il corpo ha la forma di due sfere attaccate l’una all’altra.
Le caratteristiche fondamentali che lo differenziano dagli insetti sono due: la forcella ed il tubo ventrale, entrambi composti da una coppia di appendici fuse tra loro. La forcella fuoriesce dal quarto segmento dell’addome, in posizione ventrale. Questo organo permette all’animale di saltare molto in alto, per cui, impropriamente, gli è stato dato il nome di pulce.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il ciclo biologico di questo collembolo inizia con il corteggiamento, dopo di ché il maschio depone uno spermatoforo, che viene poi usato dalla femmina per fecondare le proprie uova.
Le femmine depongono le uova a gruppi di 40-60 uova, preferibilmente su foglie morte, che dopo aver deposto, ricoprono con terra umida che esse precedentemente ingerito e poi emesso per via anale. Lo Sminthurus viridis sverna così allo stadio di uovo, deposto in gruppetti di alcune decine tra i residui della vegetazione sul terreno. In primavera, in condizioni di sufficiente umidità si ha la schiusa delle uova. La schiusa delle uova avviene dopo un periodo di 26-42 giorni ma, in condizioni di elevata umidità, questo periodo può restringersi a 8-10 giorni, motivo per cui è possibile avere, nel corso di un anno, fino a sei generazioni.
Dopo la nascita le larve vanno incontro a sette mute successive, durante le quali crescono fino a raggiungere la dimensione massima di 3 millimetri. La vita adulta dell’ Sminthurus viridis è di circa 15 giorni.
La pulce dell’erba medica infesta le colture attaccando i cotiledoni dei semi in germinazione e le foglioline delle giovani piante.

Ruolo Ecologico –
Lo Sminthurus viridis svolge un’azione parassitaria, come detto, nei confronti di piante quali: Soia, Erba medica, Bietola, Tabacco, Fava, Colture ortive e floricole, viti americane, ortaggi ed altre erbacee. Esso può arrivare a ridurre il raccolto del 50%. Il suo effetto è particolarmente drammatico in Australia, dove non esistono suoi predatori.
Il danno consiste nelle erosioni praticate dall’insetto che rode il mesofillo lasciando intatta un’epidermide. Le piantine, in un secondo tempo, appaiono così bucherellate in quanto l’epidermide residua si lacera.
La nutrizione di questi animali è a carico di residui vegetali morti ed ife di funghi ma può, in certi casi, cambiare comportamento alimentare, trasformandosi in carnivori; in questo caso questi esemplari si nutrono delle uova della Pegomya hyosciami, un dittero che vive alle spese della barbabietola, oppure possono aggredire altri collemboli.
Generalmente comunque non arreca danni da giustificare interventi specifici di tipo chimico; una buona preparazione del letto di semina con un buon sgrondo delle acque è normalmente sufficiente a contenere l’infestazione.
Pur tuttavia, nei terreni infestati da questo parassita, si consiglia di evitare di coltivare, nell’ambito della rotazione, il frumento subito dopo l’erba medica, rotazione che crea un ottimo ambiente per la proliferazione dello S. viridis, in quanto fa cadere sulla terra una grande quantità di foglie.
Soprattutto un tempo si utilizzavano trattamenti con esteri fosforici o con cloro derivati che pur se apparivano come rimedi efficaci, a lungo andare andavano a squilibrare ancor di più le biocenosi degli insetti e degli acari utili, nonché dell’avifauna.
Un rimedio alternativo è l’utilizzo di acari predatori, in grado di frenarne la proliferazione, come il Neomolgus capillatus e di lavorare su buone tecniche di agroecologia basate su opportune rotazioni, cura delle siepi e di altri accorgimenti che arricchiscono la biodiversità floristica e faunistica.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *