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Acacia nilotica

Acacia nilotica

L’Acacia nilotica (Acacia nilotica (L.) Willd. ex Delile) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Mimosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Mimosaceae, Tribù Acacieae e quindi al Genere Acacia ed alla Specie A. nilotica.
Sono sinonimi i termini:
– Acacia adansonii Guill. & Perr.;
– Acacia abyssinica Willd;
– Acacia adstringens (Schumach.) Berhaut;
– Acacia arabica (Lam.) Willd.;
– Acacia benthamii Rochebr., nom. illeg.;
– Acacia glaucophylla Willd;
– Acacia gummifera Willd;
– Acacia nebneb Adans.;
– Acacia neboued Baill.;
– Acacia scorpioides (L.) W. Wight;
– Acacia subalata Vatke;
– Acacia taitensis Vatke;
– Acacia vera Willd.;
– Acacia verek Guill.;
– Mimosa adstringens Schumach.;
– Mimosa arabica Lam.;
– Mimosa nilotica L.;
– Mimosa scorpioides L.;
– Vachellia nilotica (L.) P.J.H. Hurter & Mabb..
Di questa specie sono riconosciute nove sottospecie riconosciute che sono:
– Acacia nilotica subsp. Adstringens;
– Acacia nilotica subsp. Cupressiformis;
– Acacia nilotica subsp. Hemispherica;
– Acacia nilotica subsp. Indica;
– Acacia nilotica subsp. Kraussiana;
– Acacia nilotica subsp. Leiocarpa;
– Acacia nilotica subsp. Nilotica;
– Acacia nilotica subsp. Subalata;
– Acacia nilotica subsp. Tomentosa.

Etimologia –
Il termine Acacia deriva dal nome greco ακακια acacía (raddoppiamento di ακέ ακις acé acís ago, punta, spina) con cui Teofrasto e Dioscoride indicavano una specie di Acacia egiziana.
L’epiteto specifico nilotica è in relazione alla valle del Nilo, nilotico.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Acacia nilotica è una pianta diffusa in un’area che comprende l’Africa, la penisola arabica ed il subcontinente indiano. In queste aree cresce spontanea in molti paesi dell’Africa quali: Algeria, Angola, Botswana, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Kenya, Libia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe. Nella penisola arabica si trova nell’Oman, Arabia Saudita e Yemen e nel subcontinente indiano, nell’India, Nepal, Pakistan, Myanmar e Sri Lanka.
Inoltre è stata introdotta in molti altri paesi tra cui l’Australia dove si comporta da specie invasiva, Capo Verde, Zanzibar, Iran, Iraq, Israele, Siria, Indonesia e Vietnam.
Il suo habitat varia anche in funzione delle diverse sottospecie, ma questa pianta è comunque diffusa dal livello del mare sino a 2000 m di altitudine dove resiste a temperature che possono arrivare a 50 °C. per quanto riguarda i vari adattamenti si va dalle sottospecie africane, come A. n. subalata, A. n. leiocarpa e A. n. adstringens che prediligono i terreni secchi e sabbiosi o le savane con scarse precipitazioni, ad altre come A. n. nilotica e A. n. tomentosa che crescono di frequente in prossimità dei corsi d’acqua o in aree umide; altre ancora come l’A. n. kraussiana cresce sia su suoli aridi che in prossimità dei corsi d’acqua. Infine, come nelle sottospecie asiatiche A. n. indica e A. n. cupressiformis, queste danno origine a foreste secche di bassa quota, soprattutto in suoli alcalini.

Descrizione –
L’Acacia nilotica è una pianta che, anche in funzione delle sottospecie e dell’habitat, può presentarsi sotto forma arbustiva, con un’ampia chioma o sotto forma arborea che può raggiungere anche i 15–20 m di altezza.
Comunque la chioma si presenta fitta, con forma emisferica o piatta e con i rami che sono caratterizzati dal portare spine lunghe fino a 5 cm.
Le foglie sono lunghe fino a 7 mm e larghe 0,5 –1,5 mm, bipennate, composte da 12-30 paia di foglioline, glabre o pubescenti.
I fiori hanno una colorazione giallo intensa e sono riuniti in capolini piumosi di 6–15 mm di diametro.
Il frutto è un baccello piatto ed indeiscente che ha una colorazione che va dal grigio al marrone; questo è di forma variabile nelle differenti sottospecie, e contiene da 6 a 16 semi.
Queste piante durante la stagione secca tendono a perdere le foglie, anche se le sottospecie fluviatili possono comportarsi da piante sempreverdi.

Coltivazione –
Per la coltivazione di questa specie si ricordi che predilige le condizioni asciutte, con una piovosità annua di 250-1500 mm, anche se in irrigazione alcune varietà possono crescere in aree con meno di 100 mm. In India, il limite inferiore ottimale è di circa 600 mm senza irrigazione e vi sono record di limiti superiori di 2300 mm nel sud-est asiatico. Per la scelta della temperatura ottimale si consideri da 15 a 28 ° C, sebbene possano resistere a temperature massime giornaliere di 50 °C e temono il gelo, soprattutto da giovane.
L’Acacia nilotica fiorisce già dai tre ai quattro anni circa in condizioni ideali. La fioritura è prolifica e può verificarsi più volte durante l’anno, a seconda della disponibilità di umidità del suolo. Un albero maturo può produrre anche 2000-3000 baccelli contenenti ciascuno solitamente tra 8 e 16 semi.
Questa pianta produrrà baccelli in abbondanza soprattutto dopo i 5-7 anni di età. Esistono notevoli variazioni per cui gli alberi adiacenti all’acqua sono in grado di produrre bene nella maggior parte degli anni, gli alberi che crescono nelle zone asciutte, in assenza di pioggia invernale, producono pochi semi. I semi vengono dispersi sia dagli erbivori che dai mammiferi e un’alta percentuale dei semi, anche dopo ingestione vengono eliminati vitali potendo rimanere tali per sette anni o più.

Usi e Tradizioni –
Questa pianta è conosciuta sin dai tempi dei Faraoni, dove questi alberi sono stati sfruttati nelle foreste fluviali del Nilo del Sudan e dell’Egitto. Attualmente, le foreste del Sudan vengono governate con una rotazione di 20-30 anni, producendo legname resistente alle termiti e, quindi, particolarmente adatto per le traversine ferroviarie. In India e Pakistan, le piantagioni fluviali sono governate con rotazioni di 15-20 anni per l’uso di legna da ardere e legname per oggettistica.
La Acacia nilotica è ampiamente introdotta e coltivata, in molte parti del subcontinente indiano e del Pakistan, nelle Indie occidentali (Giamaica), Australia, Cipro, Israele, Tanzania (Zanzibar), Capo Verde, Iraq, Indonesia (Java, Lesser Sunda Islands), Vietnam, Nepal e Iran. Viene comunque coltivata anche nelle sue aree di origine come in Sudan, Egitto, Tanzania e Nigeria, principalmente per il legname e la legna da ardere, per la concia, come foraggio e come albero da ombra; inoltre nel subcontinente indiano viene coltivata per legna da ardere e legname, per agroforestazione, risanamento del territorio ed altri usi.
In alcune aree del mondo, come in Australia, è divenuta una specie invasiva.
Nella agro forestazione, impiego dove viene molto usata, viene impiantata in file distanti 5 m, sia nei campi agricoli che sui confini delle colture. Come albero da foraggio, viene utilizzato in molti sistemi silvopastorali e i suoi baccelli profumati sono particolarmente ricercati dagli animali.
Inoltre questa pianta è ampiamente utilizzata nel recupero di terreni salini e alcalini. È anche popolare come albero ornamentale soprattutto nei viali dell’ India.
Il legno di questa pianta è resistente e durevole quasi il doppio del teak ed è molto resistente agli urti. È utilizzato per una vasta gamma di usi edili ed anche per maniglie e carrelli. Il legno è duro, di colore marrone scuro ed ha un alto potere calorifico (4950 kcal / kg) producendo legna da ardere eccellente e carbone di alta qualità.
I baccelli e le foglie dell’Acacia nilotica hanno alti livelli di proteine grezze (12,4%) e digeribili (8%), di energia (7,2 MJ) e sono ricchi di minerali.
I baccelli sono usati come supplemento alle razioni del pollame in India. I baccelli secchi sono apprezzati e particolarmente ricercati dagli animali che pascolano nelle terre di pascolo.
In India, i rami sono comunemente raccolti per il foraggio.
Dalla lavorazione di questi alberi si ottiene, inoltre, un sottoprodotto che è la corteccia, che ha alti livelli di tannino (12-20%). Questo viene impiegato in India come abbronzante. I baccelli di A. nilotica subsp. nilotica sono stati utilizzati in Egitto, per oltre 6.000 anni, per l’abbronzatura. Anche l’A. nilotica subsp. Adstringens è usata, in Nigeria, sia per l’abbronzatura che come colorante.
Inoltre, il contenuto in tannino contribuisce a numerosi usi medicinali agendo come un potente astringente. È stato anche scoperto che è un potente molluschicida e alghicida, e i frutti, quando vengono aggiunti agli stagni, in Sudan, uccidono alcune specie di lumache che portano la schistosomiasi senza però influenzare i pesci.
Un estratto della radice è un potenziale inibitore del virus del mosaico del tabacco. Nella Giava orientale, i semi germogliati vengono mangiati come verdure ed i semi ben tostati vengono mescolati con il caffè.
Un impiego importante dell’ Acacia nilotica è quello della produzione di una gomma. Infatti dalla sua corteccia si estrae un essudato gommoso nota come gomma arabica.
La gomma, che originariamente era chiamata gomma arabica, è stata raccolta dalle foreste del Nilo fin dai tempi dei Faraoni, per ottenere vernici e medicine. Ha alcune proprietà simili a quelle della vera gomma arabica (proveniente dall’acacia senegal) ed è spesso usata per lo stampo di calici, come tintura, nell’industria della seta e del cotone e nella produzione di carta (India).
Questa pianta annovera proprietà antidiarroiche ed emollienti, ed è utilizzata nella medicina popolare di varie popolazioni africane ed asiatiche come rimedio naturale contro la dissenteria o per il trattamento di lesioni cutanee, piaghe e ulcere.

Modalità di Preparazione –
Da questa pianta si ottiene un che è apprezzato per il suo gusto delicato floreale, chiarezza, consistenza morbida e perché è uno dei pochi mieli che non cristallizza.
Questa pianta viene inoltre impiegata come ingrediente in alimenti di tipo industriale e per bevande come alcune birre, alcuni Drink.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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