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Trifolium subterraneum

Trifolium subterraneum

Il Trifoglio sotterraneo (Trifolium subterraneum L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia Fabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae e quindi al Genere Trifolium ed alla Specie T. subterraneum.
In Italia sono presenti le sottospecie: Trifolium subterraneum subsp. oxaloides Nyman, Trifolium subterraneum L. subsp. Subterraneum e Trifolium subterraneum subsp. yanninicum Katzn. & F.H.W. Morley.

Etimologia –
Il termine Trifolium proviene dal latino “tri” = tre e “folium” = foglia, si riferisce alle foglie ternate. L’epiteto specifico subterraneum deriva dai termini latini “sub”= sotto e “terraneus” = terra = sotto terra; in riferimento alla particolarità dei frutti che penetrano nella superficie del terreno.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Trifoglio sotterraneo è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo e delle aree costiere dell’Europa occidentale, dove si spinge fino all’Inghilterra, è diffuso, come componente dei pascoli naturali, su oltre 17,5 milioni di ettari. È presente anche nell’Australia meridionale, dove fu introdotto casualmente nel XIX secolo, e qui il trifoglio sotterraneo ha assunto la massima diffusione, interessando circa 20 milioni di ettari.
Il suo habitat è nei pascoli naturali, su suoli acidi e sciolti in regioni a clima temperato con inverni piovosi ed estati calde ed asciutte; dalla pianura fino a 1200 m.

Descrizione –
Trifolium subterraneum è una pianta a taglia bassa in quanto può raggiungere al massimo 30 centimetri di altezza.
Ha foglie trifogliate con caratteristiche macchie. Gli steli sono dotati di peluria e striscianti. I capolini portano 2 o 3 fiori bianchi che hanno la caratteristica saliente di incurvarsi verso il suolo dopo l’impollinazione, fino ad immergersi nel terreno, dove lasciano i semi. l’antesi è tra aprile e giugno
I frutti sono dei legumi di forma lenticolare, glabri, monospermi con i semi sono di colore bruno-lillà.

Coltivazione –
Il trifoglio sotterraneo è una specie che per essere coltivata deve trovare temperature minime del mese più freddo superiori 1 °C. è una specie che preferisce i terreni acidi. Per la sua coltivazione l’impianto va effettuato in autunno dopo una lavorazione poco profonda del suolo.
Come tutti gli altri trifogli questa pianta è in grado di procurarsi l’azoto dall’atmosfera, quindi la fertilità azotata del suolo conta poco, ma conta molto che siano presenti nel suolo i batteri tipici della simbiosi. Addirittura pare che il trifoglio sotterraneo sia in grado di fissare circa 150 kg di azoto per ettaro all’anno. Se non sono presenti i batteri adatti per l’azotofissazione, essi devono essere inoculati.
La densità di semina si aggira tra 25 e 35 kg di seme per ettaro, a spaglio.

Usi e Tradizioni –
Il trifoglio sotterraneo è una leguminosa autogamica, annuale, a ciclo autunno-primaverile.
L’utilizzo principale di questa pianta è il pascolamento, continuo e molto intenso, specie con ovini. Un pascolamento molto severo migliora tutte le risposte dalle pianta: aumenta l’indice di area fogliare, la produzione di fiori, la produzione di seme. Il pascolamento deve cominciare 4 settimane dopo l’insediamento e dura fino all’estate. Eventualmente questa specie può essere consociata a erbe annuali per la stazione calda, o arbusti, che sviluppandosi quando il trifoglio non è presente permettono l’utilizzo del pascolo tutto l’anno. A questo proposito c’è da rilevare come, a causa dell’abbondante produzione del seme tipica del trifoglio sotterraneo, il seme spesso vada ad entrare nella dieta degli animali che pascolano su di esso, con un non trascurabile apporto di sostanze nutritive alla dieta degli animali. Altri utilizzi interessanti del trifoglio sotterraneo sono:
– Copertura del suolo in arboreti e vigneti: il trifoglio, sviluppandosi quando le specie arboree sono a riposo, non entra in competizione per le sostanze nutritive o l’acqua con le altre colture, e permette il pascolamento in queste zone in periodi in cui non sarebbero sfruttato, migliorando l’utilizzo del terreno.
– Copertura del suolo tra colture erbacee specializzate: ad esempio inserito nel ciclo mais-girasole: il trifoglio, con pochissima cura, provvedere a mantenere alta la fertilità del suolo tramite l’azotofissazione.
– Inerbimenti di linee tagliafuoco tra i boschi: questi terreni, posti in pendenza, sono soggetti all’erosione, specie nei mesi invernali che presentano la piovosità maggiore: il trifoglio ricopre il terreno e riduce questi rischi. Gli animali, inoltre, pascolando su questi terreni distruggono gli arbusti e gli sterpi che possono dare origine ad incendi.
Questa pianta grazie al suo ciclo congeniale ai climi mediterranei, alla sua persistenza in coltura dovuta al fenomeno dell’autorisemina, all’adattabilità a suoli poveri (che fra l’altro arricchisce di azoto) e a pascolamenti continui e severi svolge un ruolo importante in molte regioni Sud-europee, non solo come risorsa fondamentale dei sistemi prato-pascolivi, ma anche in utilizzazioni non convenzionali, ad esempio in sistemi multiuso in aree viticole o forestali.
In Italia il trifoglio sotterraneo, come le altre leguminose autoriseminanti, è ancora immeritatamente sottovalutato. La sua area di coltura (escludendo i infittimenti) è stimata in appena 15.000 ha, per l’80% situati in Sardegna e per la restante parte nell’Italia centro-meridionale, dalla Toscana alla Sicilia.

Modalità di Preparazione –
Trifolium subterraneum è una specie di grande interesse per l’alimentazione del bestiame e per le tecniche di agroecologia dei pascoli; non ha particolari impieghi nell’alimentazione umana o in campo farmaceutico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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