Un Mondo Ecosostenibile
ArbustiveSpecie Vegetali

Hylocereus undatus

Hylocereus undatus

La Pitahaya rossa (Hylocereus undatus (Haworth) Britton & Rose) è una specie succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Caryophyllales, Famiglia Cactaceae e quindi al Genere Hylocereus ed alla Specie H. undatus.

Etimologia –
Il termine Hylocereus proviene dal greco ΰλη hyle foresta, bosco e da Cereus, cero: per la forma colonnare di molte specie di questo genere: cactus delle foreste. L’epiteto specifico undatus deriva da únda onda: ondulato, generalmente riferito al margine delle foglie.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Hylocereus undatus è una pianta originaria delle zone aride neotropicali (Messico, Guatemala, Costa Rica), successivamente introdotta in America Centrale e in altre zone del mondo.
Viene inoltre coltivata in paesi dell’est e del sud dell’Asia come Cambogia, Thailandia, Taiwan, Malaysia, Vietnam, Sri Lanka, Filippine, Nuova Guinea, Indonesia e Bangladesh, e si trova anche ad Okinawa, nelle Hawaii, in Israele, Australia del nord, Cina del sud e a Cipro.
Questa pianta viene inoltre coltivata a fini ornamentali anche in zone non idonee per la fruttificazione commerciale, come ad esempio nell’area mediterranea.

Descrizione –
La Pitahaya rossa è un cactus con lunghi “rami” anche di 6-12 metri, a portamento strisciante o ricadente, spessi circa 10-12 cm con tre costolature.
Le areole, che portano le spine nei cactus, sono ampie circa 2 mm. Le spine sui rami adulti sono lunghe 1-4 mm, di forma da aciculari a quasi coniche e di colore da grigiastro a nero.
Questa pianta ha radici aeree con le quali riesce ad attaccarsi ad alberi (pianta epifita) o a rocce (pianta litofita).
I fiori sono di colore bianco verdastro, lunghi circa 25-30 cm e con diametro che varia tra 15 e 20 cm e con stami lunghi 5-10 cm; questi fiori emanano un forte profumo “vanigliato”.
Il periodo di fioritura si protrae per un tempo abbastanza lungo e quella di un singolo fiore, che avviene di notte (mentre di giorno si chiude), dura circa 2 giorni e avviene di notte. La pianta è auto-sterile, ovvero non può fecondarsi da sé in quanto è inibita l’autoimpollinazione.
Il frutto è lungo da 5 fino a 12 cm con un diametro di 4-9 cm, con un colore che varia dal rosa intenso al rosso, con larghe brattee verdastre.
La polpa all’interno del frutto, di consistenza morbida e con un gusto dolce e delicato, è di gradevole profumo, e generalmente di color bianco o rosso con numerosissimi e piccolissimi semi di color nero, commestibili.

Coltivazione –
La Pitahaya rossa è una pianta che va coltivata in zone soleggiate, con apporti di acqua che devono essere regolari durante il periodo estivo per avere una produzione continua, anche se resiste molto bene all’aridità. Anche se si tratta di una pianta che resiste a temperature relativamente basse, il freddo prolungato può danneggiare seriamente la pianta.
In piena produzione, le piante di Pitahaya rossa possono avere fino a 4-6 cicli fruttiferi all’anno.

Usi e Tradizioni –
L’ Hylocereus undatus che produce i cosiddetti frutto del drago è una pianta che produce un nettare che per attirare gli impollinatori.
La pianta, oltre che per i fini produttivi, viene anche coltivata a solo scopo ornamentale e per via della sua fioritura notturna questa pianta viene anche chiamata regina della notte.
Il frutto della Pitahaya rossa è ricco di sali minerali, ma di contenuto calorico molto basso: 100 g corrispondono solo a 36 Kcalorie.

Modalità di Preparazione –
La polpa bianca o rossa del frutto del drago è gradevole e morbida, con un gusto dolce e delicato arricchito da un leggero retrogusto aromatico. Si consuma come una coppa di gelato aiutandosi con un cucchiaino, al naturale o con lime e zucchero. I frutti vengono utilizzati anche per preparare una succosa bevanda (agua de pitaya) e in pasticceria. Si conserva per una decina di giorni a temperatura ambiente.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *