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Juniperus turbinata

Juniperus turbinata

Il Ginepro fenicio (Juniperus turbinata Guss.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Cupressaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Cupressaceae e quindi al Genere Juniperus ed alla Specie J. Turbinata.
Sono sinonimi i termini: Juniperus phoenicea subsp. Turbinata ed Juniperus phoenicea var. turbinata.

Etimologia –
Il termine Juniperus proviene da iúnix giovenca e da pário dare alla luce, partorire: per presunte proprietà favorenti il parto. L’epiteto specifico turbinata è derivato da túrbo, -inis turbine, vortice, trottola: riferimento ai boccioli fiorali, al perianzio, ai frutti ecc.. Il nome fenicio, con cui viene anche nominato, secondo alcuni si riferisce ai Fenici o alla Fenicia, regione costiera del Mediterraneo orientale, ma probabilmente allude al colore rossastro delle sue “bacche” con il termine latino derivante dal greco ‘phoinix’ (rosso porpora).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Ginepro fenicio è una specie endemica della Sardegna, della Sicilia e delle isole Baleari e Canarie; è presente in Italia, con due sottospecie, in Piemonte, nelle regioni costiere dalla Liguria alla Puglia e nelle Isole maggiori; la subsp. turbinata è presente in Sardegna, Sicilia e nelle estreme regioni meridionali della Penisola.
In Italia è comune nelle coste occidentali della penisola, Puglia, Sicilia, Sardegna e Corsica e cresce normalmente sui litorali sabbiosi e nelle macchie all’interno tra 0 e 600 m. slm.

Descrizione –
Juniperus turbinata è un albero, a portamento eretto, che può raggiungere un’altezza di 8-12, con foglie squamiformi, più o meno triangolari.
Ha la corteccia dei rami adulti che si desquama longitudinalmente ed in lamine sottili. Le foglie sono squamiformi, opposte e appressate all’asse centrale; le foglie delle plantule (piante giovani) sono aghiformi e pungenti. Le infiorescenze sono su piante diverse (pianta dioica). Quelle maschili sono spighe erette gialline, quelle femminili sono più grandi, con squame carnose che si evolvono in una pseudobacca chiamata galbulo (12-14 mm), lucido e di colore rosso-bruno a maturità.
La pianta fiorisce nel periodo tra febbraio e maggio.

Coltivazione –
Per la coltivazione del Ginepro fenicio si tenga conto che è una pianta che predilige i luoghi luminosi e soleggiati ma si sviluppa bene anche nelle posizioni semiombrose. Il terreno su cui può crescere va da quelli sabbiosi (infatti cresce anche nelle dune) a quelli di medio impasto mentre soffre in suoli più pesanti e mal drenati.
Per quanto riguarda gli apporti idrici, in generale si accontenta delle acque piovane ma nei periodi di prolungata siccità, e per le piante giovani, è consigliabile effettuare irrigazioni di soccorso in quanto il loro apparato radicale non è ancora ben sviluppato.
La concimazioni si richiede quasi esclusivamente prima dell’impianto, possibilmente con letame maturo o sostanza organica ben umificata.
Per la moltiplicazione questo ginepro si riproduce per seme in primavera e per talea in estate. La propagazione per seme non sempre ha successo a causa della bassa germinabilità dei semi e inoltre non assicura piante con caratteristiche identiche a quelle della pianta madre. La pianta può essere propagata facilmente per talea.
Le talee di ginepro, lunghe circa 12 cm, prelevate in estate vanno messe a radicare in un mix di torba e sabbia. A radicazione avvenuta si allevano in serra fredda, in contenitori singoli, per almeno 2 anni.

Usi e Tradizioni –
Lo Juniperus turbinata viene chiamato anche Ginepro canario o Sabina. In passato è stata considerata una sottospecie o una varietà di Juniperus phoenicea, al quale assomiglia moltissimo; recenti studi invece ne suggeriscono la elevazione al rango di specie a sé stante.
Questa pianta, sull’Isola dell’Asinara, assume forma arbustiva nelle zone più elevate, quali Monte Ruda, il Castellaccio, Cala d’Oliva e forma arborea nei bellissimi ginepreti ancora integri di Cala Reale, Campu Perdu e Cala Arena.
Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di origine controversa: forse deriva dal latino ‘iùnix’ (giovenca) e ‘pàrio’ (do alla luce), alludendo al fatto che fatto che una delle specie (Juniperus sabina L.) veniva somministrata alle vacche per favorire il parto, oppure da ‘iùnior’ (più giovane) e ‘pàrio’ (do alla luce), perché produce sempre nuovi germogli.
È il simbolo vegetale dell’isola El Hierro.

Modalità di Preparazione –
Lo Juniperus turbinata, oggi, non ha particolari usi o applicazioni ma riveste un ruolo ecologico di notevole importanza per la sua presenza in areali che spesso rappresentano il limite della vegetazione arborea e che, pertanto svolgono una importante funzione faunistica e di tutela e difesa geologica.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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