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Punica granatum

Punica granatum

Il melograno (Punica granatum, L.) è una specie arborea di piccola o media taglia appartenente alla famiglia delle Punicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Myrtales, Famiglia Punicaceae e quindi al Genere Punica ed alla Specie P. granatum.

Etimologia –
Il termine Punica proviene da malum punicum, mela cartaginese in Plinio (XIII. 19: i melograni crescono vicino a Cartagine e ne hanno preso il nome); punicus deriva a sua volta dal greco φοῖνιξ fóinix, porpora scarlatta (come il colore dei fiori del melograno) perché i Fenici, compresi i cartaginesi, commerciavano questo colorante in tutto il Mediterraneo. L’epiteto specifico granatum deriva da gránum grano: che ha molti grani.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Punica granatum è una specie originaria dell’Asia sud–occidentale. In Asia è ampiamente coltivato nel Caucaso in Armenia, Azerbaigian, Iran, Afghanistan, Turchia, Israele, e nelle parti più aride del Sud-Est Asiatico, dall’Arabia al Pakistan, India, Malaysia, Indonesia; è inoltre coltivato nelle regioni aride dell’Africa tropicale.
Nel Mediterraneo è presente da epoche remote ed è stato diffuso sia dai Fenici, dai Greci, dai Romani e in seguito dagli Arabi. La sua introduzione nell’America latina fu dovuta ai colonizzatori spagnoli nel 1769. Attualmente è ampiamente coltivato in Messico, in California e in Arizona.

Descrizione –
Il frutto del melograno (melagrana) è una bacca carnosa, denominata balausta, con buccia spessa, complesso, incluso nel tallo, con varie cavità polispermali separate da membrane. All’interno sono contenuti molti semi carnosi e succosi, di forma prismatica, con testa polposa e tegumento legnoso. Il frutto maturo è giallo-verde, con aree rossastre che occasionalmente occupano l’intera superficie del frutto. È una specie con elevata variabilità genetica per gran parte dei caratteri, sebbene le differenze tra alcune cultivar possono essere irrilevanti.
Il melograno viene classificato commercialmente in base all’acidità dei suoi frutti: acido, agro-dolce o dolce.
Esistono cultivar con semi duri, tanto da rendere i frutti non eduli.
Le varietà già presenti da tempo in Italia sono: Dente di Cavallo, Neirana, Profeta Partanna, Selinunte, Ragana e Racalmuto, tutte adatte per il consumo fresco. Tra le varietà che oggi vengono impiantate con maggiore frequenza, per le sue caratteristiche organolettiche, ricordiamo la Wonderful che, di origine americana, è stata selezionata in Israele. E da alcuni anni si sta diffondendo anche in Sicilia, in particolare nella zona di Marsala, Mazara del Vallo (TP) e di recente in altre province.

Coltivazione –
Il melograno, come testimoniano alcuni reperti archeologici di residui di semi e bucce in focolari, risale a diversi millenni fa nella fascia che va dall’Armenia all’Azerbaigian, Iran, Afghanistan, Israele, Palestina ed Egitto.
La coltivazione non pone difficoltà di rilievo. Per la tecnica di coltivazione puoi consultare la presente scheda.

Usi e Tradizioni –
Si dice che la pianta abbia avuto origine in Persia o nel Caucaso dove fosse coltivata già 5000 anni fa. Ben presto si diffuse in tutto il mondo antico proprio come frutto oggetto di mito. Per gli egizi, che usavano la melagrana come medicinale, era simbolo di fertilità. Nella Bibbia è citata come “chicchi buoni”. Nel Corano è una delle ricompense per chi raggiunge il Paradiso.
Il Melograno rappresenta il cibo della fertilità, dell’allegria, dell’amore mette d’accordo l’amor sacro con l’amor profano.
Per i Greci l’albero del melograno nacque dal sangue di Bacco “scosso” dalla passione verso Venere; con i suoi rami le spose s’intrecciavano i capelli per auspicare la fecondità, e i pomi dal picciolo a forma di corona venivano considerati un regalo prezioso e un afrodisiaco grazie ai numerosi grani rossi contenuti.
In epoca cristiana la melagrana divenne l’allegoria della Chiesa gremita dai molti fedeli, e i pittori del Rinascimento ne disegnavano il frutto nella mano di Gesù bambino per alludere alla “nuova vita” donata all’umanità.
Come alimento già in epoca classica i chicchi erano tenuti in grande considerazione anche per le qualità terapeutiche di rinfrescante, diuretico e tonico; recenti studi hanno evidenziato che il succo apporta benefici cardiovascolari e astringenti.
Secondo alcuni studiosi di teologia ebraica il frutto dell’Albero della vita del Giardino dell’Eden fosse da intendersi in realtà come una melagrana. Nel Corano, il melograno, è citato per crescere nel giardino del paradiso (55:068). È menzionato anche in (6:99, 6:141) dove i melograni sono descritti tra le buone cose create da Dio.
Ricordiamo inoltre il famoso passo di Giosuè Carducci, Rime nuove, Libro III, Pianto antico dove recita “… il verde melograno da’ bei vermigli fior”.
Il melograno trova utilizzo, nelle varie forme e varietà, sia come pianta ornamentale nei giardini, soprattutto le varietà nane in vaso sui terrazzi e bonsai, o per la produzione intensiva sia dei frutti che per la produzione del succo di melograno.
Punica granatum viene utilizzato anche per altri scopi, per le proprietà medicinali della corteccia, delle radici prelevate in primavera o in autunno, e la scorza dei frutti raccolta in autunno, che sono ricche di tannino, tagliate a pezzetti e fatte essiccare all’aria. La polvere così ottenuta, utilizzata come decotto, ha proprietà tenifughe, astringenti, e sedative nelle dissenterie; per uso esterno il decotto ha proprietà astringenti, per clisteri o irrigazioni vaginali.
Attenzione però ai preparati a base di corteccia di radici che sono estremamente pericolosi, provocando fenomeni di idiosincrasia. Dalle radici stesse si ricava un colorante impiegato nella cosmesi. Anche l’infuso dei petali viene utilizzato come rinfrescante delle gengive. Dalla scorza si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi. I semi eduli ricchi di vitamina C, hanno proprietà blandamente diuretiche, si usano anche per la preparazione di sciroppi e della Granatina.

Modalità di Preparazione –
Il melograno viene consumato come frutto fresco oppure, attraverso varie lavorazioni, in altri svariati modi, tra cui insalate, frullati, zuppe, ecc.. Dal melograno si ricava anche la granatina, il famoso sciroppo fatto con il succo condensato del frutto e addizionato a zucchero che si usa per la realizzazione dei cocktail. In Turchia, i chicchi del melograno vengono usati per arricchire le insalate e per marinare la carne. Anche in India, il melograno è un frutto che entra in cucina, i suoi semi essiccati (Anardana), vengono infatti usati per acidificare le salse e il curry. In Grecia, insalate, zuppe e salse sono spesso ricche di melograno, soprattutto la famosa insalata di legumi con grano e melograno e la salsa di melanzane e melograno.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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