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Cyclocybe aegerita

Cyclocybe aegerita

Il Cyclocybe aegerita (V. Brig.) Vizzini, 2014, oggi determinato come (Cyclocybe cylindracea (DC. Alfredo Vizzini) & (Claudio Angelini), 2014) conosciuto come Piopparello oppure Pioppino una specie saprofita piuttosto adattabile che si presta molto bene alla coltivazione artificiale.

Sistematica –
Il Piopparelo, dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Sottodivisione Agaricomycotina, Classe Agaricomycetes, Sottoclasse Agaricomycetidae, Ordine Agaricales, Famiglia Strophariaceae e quindi al Genere Cyclocybe ed alla Specie C. aegerita.

Etimologia –
Per quanto riguarda l’etimologia del nome generico Cyclocybe, creato da Josef Velenovsky nel 1939, non è chiara la provenienza né il riferimento; l’epiteto della specie proviene invece dal greco aigeros = pioppo, per via il suo habitat preferenziale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cyclocybe aegerita vive e si sviluppa preferibilmente su tronchi marcescenti (ma anche vivi prima dell’attacco del fungo) di molte latifoglie, tra cui il pioppo, l’olmo, il sambuco ed anche il salice. Il periodo è quello caratterizzato da tempo mite e umido che va dalla primavera all’autunno inoltrato.

Descrizione –
Il Cyclocybe aegerita è caratterizzato da un cappello dapprima bruno assai scuro, che poi diviene più chiaro ma quasi sempre con tonalità appena più scura verso il centro, dove si intravede un lievissimo umbone e delle dimensioni massime di circa 14 cm di diametro; con superficie lievemente corrugata e spesso fessurata per la siccità o untuoso con tempo umido. Le lamelle sono fitte e di colore bianco-beige, poi grigio-brunastro fino al color tabacco per via delle spore mature. Troviamo intervallate numerose lamellule. Il gambo ha conformazione variabile ma generalmente slanciato soprattutto negli esemplari giovani, flessuoso, fibroso e consistente, da bianco a brunastro. L’anello è persistente, alto che forma un colletto inverso membranoso. La carne è bianca, anche se scura sul gambo e alla base di questo. L’odore è di difficile descrizione ma caratteristico. Il piopparello ha un sapore: mite e molto aromatico. Infine le spore sono brune-rugginose in massa, ovali e bruno chiaro al microscopio.

Coltivazione –
Il Cyclocybe aegerita, oltre ad essere uno dei più gustosi, profumati e apprezzati funghi commestibili anche uno dei più coltivati. Il fungo pioppino viene coltivato sin dai tempi dei romani. Plinio il Vecchio nella propria Naturalis Historia descrive le tecniche di coltivazione, specificando i modi migliori per ottenere tale fungo da tronchi di pioppo tagliato. Nel corso del secolo XX il pioppino è stato intensamente coltivato in Toscana, dove è tuttora presente nella gastronomia regionale. Attenzione però a non allagare il terreno circostante in quanto un eccesso di acqua può inibire completamente la formazione dei carpofori. Inoltre si raccomanda di non coltivarlo sopra ceppaglie in ambienti costantemente privi di luce: secondo voci (non confermate), sembra che in condizioni di stress detta specie produca delle tossine. Per la coltivazione casalinga leggi la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Il Piopparello è uno dei funghi più apprezzati come commestibile. Alla cottura sprigiona un profumo intenso, percepibile anche a distanza ed è opinione diffusa che gli esemplari che si sviluppano su legno di Sambuco siano tra i più saporiti. Comunque sia si consiglia di evitare nella maniera più assoluta il consumo di esemplari che crescono ai bordi delle strade o al di sopra di intonaci screpolati dall’umidità (o comunque sopra substrati innaturali). Il Piopparello viene normalmente commercializzato anche proveniente da coltivazione artificiale.

Modalità di Preparazione –
Per la bontà del Piopparello e la duttilità dell’utilizzo della sua carne questo fungo si presta a molteplici ricette e preparazioni e a conservazione.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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