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Come coltivare il basilico in maniera biologica

Come coltivare il basilico in maniera biologica

Il basilico (Ocimum basilicum, L., 1753) è una pianta originaria dell’India ma perfettamente acclimatata nel clima mediterraneo ed in Italia. Per una buona coltivazione biologica bisogna scegliere però attentamente il sito, il tipo di terreno e l’esposizione.
Il clima deve essere necessariamente caldo, con inverno mite, ed il terreno di medio impasto, fresco, ben drenato e ben dotato di sostanza organica. Per questo motivo ove il basilico venga impiantato per la prima volta in un terreno va fatta una preventiva concimazione con letame ben maturo o compost organico o humus di lombrico. Vanno evitati assolutamente concimi di natura nitrica (che vengono trasformati in nitriti a livello fogliare) o minerali che vanno ad alterare notevolmente le qualità organolettiche. Alla concimazione organica si può aggiungere della cenere ottenuta dalla bruciatura di prodotti e residui vegetali biologici. Ottima è anche la scelta di consociare il basilico con: fagiolino, peperoni e pomodori che dando una leggero (ma non eccesivo) ombreggiamento migliorane le qualità organolettiche della pianta.

La semina può farsi in pieno campo da aprile-maggio (o preceduta un mese prima in semenzaio). Il seme va interrato ad una profondità non superiore a 0,5 cm e si avranno le prime piantine tra gli 8-12 giorni. Per gli appassionati delle fasi lunari il periodo più idoneo è con luna crescente. Se avete seminato in semenzaio il trapianto va effettuato quando le piantine avranno sviluppato la 4a-6a foglia.
Anche se spesso nelle coltivazioni degli orti familiari viene seminato a spaglio la migliore tecnica è quello di seminarlo a file (o in consociazioni) con una distanza tra le piantine di 20-30 cm sulla fila e 30-35 cm tra le file (dipende anche dalla taglia della varietà di basilico scelta).
Il basilico è una pianta che ha bisogno di frequenti irrigazioni; nei periodi caldi si può arrivare a due irrigazioni in un giorno. Tra le tecniche necessarie ricordiamo le scerbature e le sarchiature che però, con la tecnica di una buona pacciamatura vegetale, possono essere eliminate. Tra l’altro la pacciamatura svolge importanti funzioni ecologiche.
Per la tecnica della raccolta questa dipende dall’obiettivo dell’impianto; se per uso familiare questa viene svolta in maniera scalare man mano che se ne presenta la necessità; in questo caso visto che il basilico fiorisce da giugno fino a tutto agosto-settembre è opportuno rimuovere gli apici vegetativi prima della formazione delle infiorescenze che si formano alla base delle foglie per far prolungare il periodo vegetativo; nel caso di coltivazioni su vaste estensioni le piante vengono estirpate o recise alla base ed inviate alle industrie per l’estrazione delle sostanze aromatiche.
Il basilico può essere attaccato dal mal bianco (oidio), fusariosi e marciumi radicali, soprattutto quando l’esposizione al sole non è ottimale e da afidi e ragnetti rossi. Normalmente se abbiamo rispettato le indicazioni suddette non dovrebbero essere un problema reale.




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