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Come coltivare il melograno in maniera biologica

Come coltivare il melograno in maniera biologica

Il melograno (Punica granatum, L.) è una pianta originaria dell’Asia sud–occidentale che si adatta a quasi tutti i climi anche se, in aree più fredde, bisogna avere l’accortezza di coltivare la pianta in una zona riparata e protetta dal gelo. Il melograno è una specie arborea che non ha bisogno di irrigazione di sostegno, se non nei primi due anni di crescita. Infatti resiste molto bene ai periodi di siccità e nei climi asciutti la maturazione dei frutti è più equilibrata.
Per il tipo di terreno si sconsigliano quelli argillosi (anche per pericolo di ristagni) e risultano ottimali quelli ricchi di elementi nutritivi e profondi che, nelle aree siccitose, consentono alle radici di fornire ancora l’umidità necessaria alla vegetazione della pianta.
La propagazione del melograno può avvenire in diversi modi. Quello più diffuso è la talea utilizzando rami di almeno un anno ben sviluppati oppure, ancora utilizzato, è l’interramento dei polloni. In questo caso si andrà verso una forma cespugliosa allargata della pianta.

Per gli impianti di tipo produttivo oggi si va con piantine già innestate, con sesti di 3,50 metri per 6. In questi casi alla fine del primo anno di coltivazione viene installata una “spalliera” di sostegno (sostegni ad Y al sesto di 10,5 metri per 6) collegata da fili in acciai. Facciamo notare però che in questi casi l’eccessiva specializzazione mal si presta ad una condizione in “biologico”.
La potatura del melograno varia a seconda che si scelga di crescere la pianta a cespuglio,  ad albero o a forme controllate (tipo Y). In ogni caso si deve tenere conto che la formazione dei frutti avviene negli apici vegetativi, quindi bisogna andarci molto leggeri. Necessaria è invece la potatura necessaria dei rami secchi, spezzati o comunque rovinati dal tempo. Per le forme ad albero la pianta va indirizzata nei primi anni scegliendo il o i tronchi principali ed eliminando tutti gli altri polloni. È giusto fare notare, per chi crede che le regole della natura abbiano un senso che la forma energeticamente più idonea è quella cespugliosa. In queste condizioni la pianta raggiunge il massimo del suo benessere.
Il periodo di potatura, qualunque sia la tecnica, va da novembre a gennaio, quando la pianta è in riposo vegetativo.
La maturazione dei frutti (melagrane) si ha nel mese di ottobre e a maturarsi saranno prima i frutti esterni. I melograni tendono a spaccare in condizioni di squilibrio idrico e climatico. Nei terreni più organici questo fenomeno si manifesta di meno.
Essendo una pianta molto rustica gli attacchi parassitari sono difficili; gli unici a dare fastidio sono soprattutto gli afidi. Per diminuire la loro virulenza gli accorgimenti da prendere sono:

  • Evitare assolutamente le concimazioni con azoto di origine chimica;
  • Arieggiare un po’ di più le piante in aree con nebbie e quindi meno ventilate;
  • Inserire e/o consociare con piante come il trifoglio, la borragine ed altre che disturbano gli afidi o li intercettano (come le rose).

È quindi sempre buona regola, quando si vuole operare in biologico, ricreare quanto più possibile l’ecosistema originario in cui introdurremo la nostra pianta da coltivare.




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