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Spartium junceum

Spartium junceum

La ginestra odorosa (Spartium junceum L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae. È tipica degli ambienti della gariga e della macchia mediterranea. È conosciuta anche come ginestra di Spagna ed è l’unica specie del genere Spartium.

Sistematica –
La Ginestra odorosa, o Ginestra comune, dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae,Sottofamiglia Faboideae, Tribù Genisteae e quindi al Genere Spartium ed alla Specie S. junceum.

Etimologia –
Il nome del genere, secondo alcuni autori, deriverebbe dalle parole greche spartion = cordicella , oppure da speïro = lego, per l’uso frequente che si faceva soprattutto un tempo nelle campagne, dei suoi rami, come corde e legacci. Il nome specifico deriva dal latino juncus= giunco e dall’aggettivo latino di junceus = giunchiforme, che ricorda il verbo juncere = congiungere, per la somiglianza con il giunco, che per il suo stelo flessibile come quello della ginestra, serve appunto per legare.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La ginestra odorosa è una specie nativa dell’area del Mediterraneo, dal sud dell’Europa, al Nord Africa al Medio Oriente. Risulta endemica comunque in gran parte dell’areale del bacino del Mediterraneo. Questa specie cresce in zone soleggiate dai 0 ai 1200 m s.l.m..
Predilige i suoli aridi, sabbiosi e può vegetare anche su terreni argillosi, purché non siano soggetti all’umidità ed al ristagno idrico.

Descrizione –
Dal punto di vista morfologico è una pianta che si presenta con portamento arbustivo (alto da 0,5 a 3,00 m), perenne, con lunghi fusti. I fusti sono verdi cilindrici compressibili ma resistenti, eretti, ramosissimi e sono detti vermene. Le foglie sono del tipo lanceolato, i fiori sono portati in racemi terminali di colore giallo vivo. L’impollinazione è tipicamente entomogama (tramite insetti). I frutti sono dei legumi che a maturazione assumono un colore nerastro). I legumi contengono 8-12 semi, piccoli e neri. Per quanto riguarda i semi vengono lasciati cadere per gravità a poca distanza dalla pianta madre.

Coltivazione –
Per la coltivazione della ginestra, il metodo più utilizzato è quello della propagazione per seme. La semina si effettua in autunno (settembre) o anche in primavera (da marzo a metà aprile). Per favorire un’elevata percentuale di germinabilità dei semi (circa il 90%) in un tempo piuttosto ridotto, consigliamo uno dei seguenti trattamenti:
• cicli fisici di temperatura: acqua calda a 100 °C per 23 minuti, acqua a 60-65 °C per 30 minuti in acqua a 40 °C per 1 ora, acqua fredda per 40 ore.
• trattamenti chimici: immersione per 24 ore in una soluzione di NaHCO3 (bicarbonato di sodio) al 2%, 15 – 30 minuti in H2SO4 (acido solforico) concentrato con successivo lavaggio abbondante.
Per quanto riguarda il governo di questa pianta si sottolinea come i tagli di ringiovanimento sono di ostacolo alla fioritura e alla fruttificazione. Pertanto, se si vogliono ottenere fiori e semi, occorre lasciare inutilizzato, per alcuni anni (5 – 6), un numero adeguato di piante.

Usi e Tradizioni –
Le ginestre erano già conosciute e apprezzate in passato dai Romani e dai Greci che le coltivavano per attirare le api per la produzione di miele.
Secondo la religione, le fronde della ginestra, percosse dal vento, sembrano aver disturbato Gesù nel giardino del Getsemani.
In simbologia, a causa dei luoghi aridi ed estremamente siccitosi in cui cresce, la ginestra viene spesso associata ad umiltà e modestia.
Con il termine “ginestra” si indica un gruppo di piante cespugliose che, con i fiori gialli, decorano paesaggi brulli e nel contempo emanano fragranze profumate particolarmente intense nell’ambiente circostante.
Essendo una pianta che sviluppa le sue radici in profondità, può essere utilizzata per consolidare i terreni.
In questo gran parlare di energie e di materie prime rinnovabili è il caso di citare proprio la ginestra che si trova, con i suoi arbusti spontanei perenni, nelle valli italiane e specialmente nel Mezzogiorno, nelle quali un mare di fiori gialli accoglie, da maggio a ottobre, i viaggiatori. Sembra che il Sole, dopo aver fatto crescere la pianta, abbia voluto, per sovrappiù aggiungere i carotinoidi, per rendere ancora più belli e splendenti i suoi fiori, e un attraente profumo.
La ginestra ha molte virtù ecologiche: è una leguminosa e come tale cresce fissando direttamente l’azoto atmosferico, senza bisogno di apporto di concimi azotati sintetici. Con le sue radici ha, come detto, un effetto stabilizzante sulle scarpate e sui fianchi delle valle e fornisce un contributo diretto e gratuito alla difesa del suolo contro l’erosione che continua a distruggere ricchezza provocando frane e alluvioni. Almeno una parte dei costi e dei dolori provocati dalle frane e dalle alluvioni, specialmente nel Mezzogiorno, avrebbero potuto e potrebbero essere evitati se si ricoprissero i fianchi delle valli con le piante che trattengono il suolo, come appunto la ginestra o la robinia. La ginestra è una interessante fonte di fibre tessili naturali rinnovabili; lo sapevano i Fenici, i Cartaginesi, i Greci e i Romani; la sua utilizzazione è però rimasta limitata per molti secoli a livello artigianale e familiare. Nel periodo dell’autarchia furono approfondite le conoscenze sulla coltivazione della ginestra e furono perfezionati i sistemi di produzione delle fibre. Nel 1940 funzionavano una sessantina di ginestrifici, soprattutto in Toscana, con una produzione di 700.000 tonnellate all’anno. La disponibilità delle fibre di iuta di importazione ha fatto declinare la produzione di fibre di ginestra che sembra risorgere grazie ad una nuova attenzione della moda per oggetti “ecologici” come scarpe, borse, tessuti. Con i perfezionamenti tecnici già disponibili e con quelli che possono essere sviluppati, la ginestra può avere un ruolo economico e merceologico importante, con prospettive di occupazione nel Mezzogiorno.
Giacomo Leopardi (1798-1837) nel 1836, osservandola sulle falde del Vesuvio, le ha dedicato una celebre poesia: ”Tu, lenta ginestra/che di selve odorate/ queste campagne dispogliate adorni”, riconoscendo la paziente resistenza della pianta nelle condizioni avverse di una arida natura, nel nome della forza della vita. E Gabriele d’Annunzio (1863-1938), nella poesia “La pioggia nel pineto”, chiama le ginestre “fulgenti /di fiori accolti”. La ginestra deve essere stata amata anche da tutti gli abitanti delle valli italiane se se ne si trova così diffuso il nome in tanti paesi e villaggi. Un nome tristemente noto è quello di Portella della Ginestra, dove i banditi di Salvatore Giuliano tesero un agguato ai contadini che celebravano pacificamente e festosamente il primo maggio del 1947, uccidendone undici, fra cui due bambini. Gli altri sono nomi gioiosi come quelli di due paesi in provincia di Benevento e di Potenza, di Ginestra degli Schiavoni anch’essa in provincia di Benevento, del torrente Ginestra nel bacino idrografico del Calore, etc.
L’estratto assoluto dei fiori è una fragranza ricca ed opulenta che possiede una nota burrosa particolare. La concreta di ginestra è una sostanza cerosa intensamente profumata, di colore giallo bruno, ricorda il miele e la cera d’api, sia nel colore che nel profumo, la concreta viene ricavata a mezzo di solventi (esano) il prodotto finale è un miscuglio di oli essenziali, acidi grassi e cere. La distillazione sottovuoto di questa sostanza fornisce un’essenza denominata genêt absolu, ossia ginestra assoluta.
Inoltre, dall’estratto dei fiori della ginestra si ricava un rimedio omeopatico utile per la salute dei reni.
Dalle vermene si estrae la fibra tessile. I rami fioriti, invece, si utilizzavano in casa a scopo ornamentale durante la pentecoste. Alla ginestra si attribuiscono le seguenti proprietà medicamentose:
Antiaritmica: regola l’azione del cuore;
Antireumatica: attenua i dolori dovuti all’infiammazione delle articolazioni;
Cardiotonica: regola la frequenza cardiaca;
Catartica: proprietà generiche di purificazione dell’organismo;
Diuretica: facilita il rilascio dell’urina;
Emetica: utile in caso di avvelenamento in quanto provoca il vomito;
Vasocostrittrice: restringe i vasi sanguigni aumentandone la pressione.
La ginestra contiene un sale, la sparteina, responsabile dell’azione tonica per il cuore, la scoparina, responsabile dell’azione diuretica, e altri componenti come citisina, scoparolo, genistenina, luteina, acido tannico e caffeico e sarotamnina.
Inoltre sono presenti anche zuccheri, gomme, acido palmitico, paraffina e furfurolo.
Della ginestra si utilizzano: i fiori raccolti appena schiusi, con i quali si realizza un infuso diuretico utile contro la idropsia; i semi, che contengono gli stessi principi attivi dei fiori.
Si consiglia sempre si usare la ginestra con moderazione a causa della sua tossicità.
La ginestra è una delle erbe associate al segno del leone.
Tra le controindicazioni della ginestra si ricorda che la ginestra contiene tiramina, non adatta in caso di ipertensione. Tra gli effetti collaterali della ginestra, dovuti per lo più a dosi eccessive, abbiamo: vomito e diarrea.
Evitare l’assunzione di questa pianta durante la gravidanza e l’allattamento, e in caso di infezioni o infiammazioni a carico dei reni.
La ginestra comune contiene soprattutto nel fiore e nei semi un alcaloide, la citisina che in piccole dosi ha effetti diuretici e purgativi, ma considerata la sua alta tossicità non deve essere ingerito.
Per questo è importante non confonderla con la Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius (L.) Link) che contiene altri alcaloidi fra i quali la sparteina che in erboristeria vien usata per sedare la tachicardia.
Comunque della ginestra esistono numerose varietà che si differenziano anche per leggerissimi dettagli morfologici. Per questo motivo non utilizzare, senza una guida attenta, parti delle piante di ginestra per qualsivoglia terapia visto che alcune specie sono tossiche.

Modalità di Preparazione –
La ginestra non ha molte applicazioni in cucina però vale la pena ricordare qui due ricette: la ricetta del salmone con fiori di ginestra e l’insalata di cuscus con fiori di ginestra.
Per la ricetta del salmone con fiori di ginestra si procede così:
mondate i germogli di luppolo conservando solo la parte più tenera, poi lessateli in acqua bollente salata per 2-3′; scolateli e lasciateli intiepidire. In un pentolino raccogliete un cucchiaio di grani di pepe pestati, uno spicchio di aglio sbucciato e tagliato a metà, i germogli di luppolo, g 60 di olio e il crescione mondato; cuocete sulla fiamma media per 5-8′ e alla fine eliminate l’aglio.
Ripulite il filetto di salmone e tagliatelo in 8 tocchi (circa cm 8x6x4) da g 100 cad., poi disponeteli in una casseruola antiaderente dalla parte della pelle, copriteli con una manciata di fiori di ginestra e spolverizzate con il sale in scaglie.
Portateli sul fuoco con la fiamma al minimo e rosolateli delicatamente; dopo 15-18′ coperchiate e proseguite la cottura per altri 5-6′ senza mai girare il salmone; infine spegnete. In ogni piatto mettete due tocchi di salmone con qualche scaglia di sale, distribuitevi il crescione e il luppolo, irrorate con il sugo e decorate con rametti di ginestra.
Per l’insalata di cuscus con fiori di ginestra si procede così:
In una ciotola versate il cuscus e condite i granelli con 1-2 cucchiai di olio.
Riscaldate circa un bicchiere d’acqua, che verserete calda sul cuscus. Coprite la ciotola con un piatto e fate riposare il cuscus per alcuni minuti, finché non gonfia. Con l’aiuto di una forchetta smuovete e separate i chicchi: lasciate raffreddare.
Lessate le uova. Intanto mondate e lavate le insalate, i pomodori, il sedano e il peperone. Tagliate le foglie di insalata a striscioline, dividete i pomodori in quattro spicchi e affettateli a triangolo, sminuzzate il sedano a pezzetti e il peperone a dadini.
Fate a tocchetti il formaggio e dividete in spicchi le uova sode. Preparate la salsa di acciughe, sciogliendo i filetti in alcuni cucchiai d’olio. Condite il cuscus con la salsa di acciughe e separatamente le verdure con un pizzico di sale e olio.
Unite il cuscus e il formaggio all’insalata e mescolate, decorate infine con le uova, le olive nere e una manciata di fiori di ginestra.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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