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Ruta graveolens

Ruta graveolens

La ruta comune (Ruta graveolens L.) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Rutacee. Questa specie è comune in Italia e si può trovare spontanea al disotto dei 1000 metri di altitudine e si tratta di una pianta con fusti legnosi solo alla base di piccole dimensioni.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico la Ruta graveolens appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Sapindales, Famiglia Rutaceae e quindi al Genere Ruta ed alla Specie R. graveolens.

Etimologia –
Il nome di questo genere deriva dalle parole greche ruô = conservo o forse rhèo =scorro, con allusione alle proprietà medicinali e soprattutto emmenagoghe della pianta. Il termine specifico proviene invece dal latino gravis = pesante, forte et olens = sentore per il suo forte e poco piacevole odore.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La ruta è una pianta tipica delle zone calde dell’Europa e della fascia arida della Siberia meridionale: si tratta di solito di piante steppiche. Se l’areale gravita attorno al Mar Nero sono dette Pontiche. L’habitat caratteristico è quello delle sterpaglie e zone sassose, terreni erbosi assolati, calcarei e asciutti dal piano fino a 1100 m. È spesso coltivata ed inselvatichita.

Descrizione –
La Ruta graveolens è una pianta perenne a fusti ramificati, di 40-100 cm di altezza. Le foglie sono di colore verde-glauco, con picciolo di 2-4 cm, sono disposte in modo alterno, hanno il lembo reniforme e due o tre volte pennato-composte, con segmenti spatolati, apice ottuso o mucronato, con consistenza un poco carnosa e punteggiati di ghiandole che conferiscono un forte profumo. Questa pianta presenta fiori gialli, con il fiore centrale pentamero e gli altri tetrameri. Si tratta di una infiorescenza a racemo con brattee lanceolate simili alle foglie e i piccol fiori, portati da brevi peduncoli lunghi 1-2 volte il coccario, hanno sepali acuti persistenti e 4 petali (a volte 5 nei fiori centrali) gialli o giallo-verdognoli, concavi, leggermente dentati e ondulati sul bordo, ovario supero. Il frutto è un coccario glabro, subsferico, di 4 o 5 carpelli rugosi, con denti apicali ottuso-arrotondati.

Coltivazione –
Per la tecnica di coltivazione consulta la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La Ruta graveolens ha un aroma piacevole, non eccessivamente spiccato e viene utilizzata per aromatizzare la grappa. I semi insieme alle foglie di menta vengono usati per aromatizzare la carne di selvaggina.
Contiene una serie di furanoacridoni e due alcaloidi acridone (arborinine e evoxanthine); contiene anche cumarine e limonoidi.
L’olio essenziale di Ruta graveolens contiene due componenti principali undecan-2-one (46,8%) e nonan-2-one (18,8%). Colture cellulari di Ruta graveolens producono il 3-(1,1-dimetilallil) cumarina), e l’estratto di acetato di etile delle foglie dà due furanocoumarine, una chinolina alcaloide e quattro chinoloni alcaloidi; inoltre gli estratti cloroformici della radice, fusto e foglia mostrano l’isolamento di furanocumarine calepensine.
I suoi derivati cumarinici, sembrano contribuire all’attività farmacologica della pianta. Questi furocoumarine includono: bergaptene, psoraleni, xantoxantine, isopimpinellina e ruta marina.
Si sottolinea che gli estratti di ruta sono mutageni e epatotossici; a grandi dosi possono causare violento dolore gastrico, vomito, complicazioni sistemiche, fino alla morte. L’olio di ruta può causare danni ai reni e grave degenerazione epatica.
L’esposizione agli estratti di ruta, o ai preparati vegetali derivati da esso, può causare grave fotodermatiti, che possono determinare vere e proprie ustioni cutanee.
Gli estratti di ruta sono potenzialmente utili come un bloccante dei canali del potassio. Vengono utilizzati per trattare molti problemi neuromuscolari e per stimolare l’inizio delle mestruazioni, possiede inoltre un effetto emmenagogo ed effetti abortivi pertanto non può essere usato dalle donne in età fertile. Inoltre, la ruta ha un effetto spasmolitico a dosi relativamente basse per questo motivo dovrebbe essere assunta con cautela, considerando il potenziale di gravi effetti collaterali; inoltre, purtroppo a tutt’oggi gli studi clinici sono ancora parziali e limitati.
Una ricerca condotta da ricercatori italiani ha dimostrato che l’estratto acquoso di Ruta graveolens L., induce la morte in diverse linee cellulari (U87MG, C6 e U138) di glioblastoma. L’effetto della Ruta graveolens era mediato da ERK1/2 con l’attivazione di AKT, e l’inibizione di questi percorsi, via PD98058 e wortmannina; ciò giustificherebbe l’attività antiproliferativa dell’estratto. Questi composti sono ora ampiamente usati per testare nuovi farmaci in studi di tipo preclinico su cavie di animali.
La ruta, come detto, è pianta tossica per il suo contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale dall’odore sgradevole che si trova raccolto nelle vescichette delle sue foglie. Oltre a provocare, se assunta in dosi considerevoli, gravi disturbi con conseguenze che possono essere anche letali, è anche consigliabile non maneggiarla per evitare il rischio di arrossamenti, gonfiori e vesciche.
In definitiva è una pianta antiinfiammatoria; abortiva; antispasmodica; antielmintica; carminativa; emmenagoga; espettorante; emostatica; rubefacente; omeopatica; oftalmica; stimolante; stomachica; antidoto; emetica.
Considerata fin dai tempi più antichi, una magica cura per ogni malanno era infatti già conosciuta dagli antichi Romani, figurava nella lista delle piante coltivate nel giardino dei monasteri sotto Carlo Magno e nel Medio Evo entrava nella composizione di un aceto che veniva impiegato per combattere la peste.
La ruta veniva utilizzata dalla medicina popolare in infusi molto diluiti, per calmare gli attacchi isterici, per favorire e rendere più facili e meno dolorosi i cicli mestruali (si sottolinea ancora che è una pianta abortiva), per lenire le coliche intestinali flatulenti, per schiarire la vista con ripetuti lavaggi in caso di glaucoma.
Un batuffolo di cotone impregnato di un decotto di ruta ed inserito nelle narici si riteneva curasse la rinite cronica.
Infine la ruta ha discreti effetti positivi sulla digestione e ben lo sanno le case che preparano la grappa alla ruta, immergendo un ramoscello di ruta nella grappa.
Si sottolinea come, per le sue proprietà repellenti, viene usata per combattere gli insetti spargendo le sue foglie nelle fessure dove si rifugiano e tenuta nelle cantine, pare che, col suo odore, sia efficace per allontanare i topi.
Un tempo la ruta era ritenuta efficace contro la paura, veniva coltivata per difendere la casa da vari accidenti delle forze del male ed era tenuta in tasca o indossata in appositi sacchetti per affrontare situazioni difficili e paurose. Veniva considerata con proprietà anafrodisiache, tanto che i monaci nel Medioevo la consumavano in insalata con altre erbe per liberarsi dagli istinti e sogni erotici.
Nelle credenze popolari si riteneva che le case in cui cresceva la ruta erano da considerarsi “privilegiate”.
La ruta è una pianta usata, come visto, anche per la preparazione di liquori. In cucina vengono usate le sue foglie fresche, in piccole dosi sono usate nelle insalate, piatti di carne o pesce e per preparare olii ed aceti aromatici. La rutina presente nella pianta ha numerosi pricipi attivi tra cui la fragilità capillare, in quanto è da considerarsi alla stregua della vitamina P che ha la capacità di diminuire la permeabilità e la fragilità capillare appunto.
La ruta è a tutti gli effetti una pianta officinale le cui caratteristiche erano conosciute già dall’antichità, il rimedio omeopatico è indicato contro le contusioni delle ossa e lesioni ai tendini provocate da traumi sportivi e si ottiene con le foglie fresche di ruta.
È di aiuto anche in caso di affaticamento degli occhi conseguente a eccessivo sforzo della vista o a periodo di stanchezza psichica e per alleviare stati d’ansia e depressione.
La Ruta graveolens è infatti efficace in caso di occhi affaticati, mal di testa, dolori continui e acuti, crampi, tosse, infiammazione del periostio, mal di schiena, gomito del tennista, esostosi del carpo, depressione, ansia e dopo interventi chirurgici.
Il Ruta graveolens diminuisce i gonfiori, svolge un’azione disinfiammante ed è un noto rimedio nella cura delle ferite causate da incidenti sportivi. Inoltre, calma il sistema nervoso, lenisce i crampi e attenua gli stati dolorosi.
A livello psichico viene usata come rimedio e aiuto per combattere stati ansiosi e depressione ed è in grado di addolcire gli animi più duri e combattivi.

Modalità di Preparazione –
Tra i sistemi per utilizzare e preparare la ruta si ricordano vari infusi e tisane.
Tra questi l’infuso di ruta graveolens contro irritazioni gastriche ed intestinali. Per la preparazione di questo infuso versare 1/4 di litro di acqua bollente su un cucchiaino di ruta graveolens, lasciare riposare 5-10 minuti ed infine filtrare. Al bisogno berne una tazza di infuso di ruta una volta al giorno. Precauzioni: attenzione a non superare il dosaggio, per evitare irritazioni gastriche ed intestinali, fenomeni di fotosensibilizzazione, vertigini, forte salivazione e polso debole. In caso di pelle molto sensibile il solo contatto con la pianta fresca può causare prurito o infiammazioni cutanee, con formazione di vescicole.
Tra le tisane si ricorda quella alla ruta. Per le persone anziane è indicata una tisana preparata con 10 g di semi di cumino, 30 g ciascuno di foglie di biancospino, foglie di melissa e vischio, 20 g di ruta e 20 g di radice di valeriana.
Anche se diverse sono le proprietà riconosciute alla ruta: carminative, digestive e sedative. Tuttavia è sconsigliato l’uso ai meno esperti in quanto molte sostanze in essa contenute possono risultare tossiche se assunte oltre una certa dose.
In cucina della pianta di ruta vengono impiegate le foglie fresche per aromatizzare vari tipi di carne, pesce e per l’uso in insalate fresche.
Il fogliame inoltre viene impiegato, come detto in precedenza, per la realizzazione di un tipo di grappa, cosa che può essere realizzata anche artigianalmente in casa. Anche in questo caso non eccedere mai con le dosi ma utilizzare poche foglie (ramoscello) per aromatizzarla.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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