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Veronica beccabunga

Veronica beccabunga

La Veronica beccabunga o erba grassa (Veronica beccabunga L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Plantaginales,
Famiglia Plantaginaceae,
Genere Veronica,
Specie V. beccabunga.
Sono sinonimi i termini:
– Veronica beccabunga var. bracteata Bréb., 1859;
– Veronica beccabunga var. limosa Mathieu, 1854;
– Veronica beccabunga var. umbrosa Tinant;
– Veronica beccabunga var. umbrosa Tinant ex Mathieu, 1854;
– Veronica bianoris Sennen.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie e varietà:
– Veronica beccabunga subsp. abscondita M.A.Fisch.;
– Veronica beccabunga subsp. beccabunga L.;
– Veronica beccabunga subsp. muscosa (Korsh.) Elenevsky
– Veronica beccabunga var. beccabunga;
– Veronica beccabunga var. maresii (Sennen) O.Bolòs & Vigo.

Etimologia –
Il termine Veronica è di etimologia incerta; Linneo riprese il nome dai botanici del Cinque-Seicento, che a loro volta lo trassero dai nomi comuni, come il fr. véronique (1545); l’attestazione più antica sembra risalire a una farmacopea svizzera (XV sec.). La spiegazione più comune lega il nome alla leggenda della Veronica, ovvero della pia donna che durante la salita al Calvario pulì il volto di Cristo con un fazzoletto, sul quale rimase impressa la sua immagine (Veronica è sia il nome della donna, adattamento del gr. Berenice, sia la reliquia, per assonanza con vera icon, immagine vera); il legame sarebbe dato o dal periodo della fioritura di varie specie, intorno alla settimana santa, o dalle venature più scure della corolla che possono suggerire un volto. Meno frequente il collegamento con la mistica italiana Santa Veronica da Binasco (1445-1497). È stata proposta anche una derivazione da Betonica, sulla base di un passo di J. Bauhin (Veronica Foemina quibusdam, aliis Betonica), poco convincente sul piano linguistico. Genaust, con estrema riserva, avanza un possibile collegamento con l’alto tedesco wernickel, wernichel orzaiolo sulla base dell’uso di V. chamaedrys per curare le affezioni agli occhi.
L’epiteto specifico beccabunga fu dato da Linneo alla Veronica, pianta europea che cresce nei ruscelli o piccoli corsi d’acqua, e attribuito dagli altri autori a piante che crescono in ambienti simili. Il termine deriva dal nome comune tedesco bachbohnen (fagioli di ruscello) per la somiglianza delle foglie, come riferito da Heinrich Bernhard Ruppius (1688-1719) nella sua opera Flora Jenensis.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Veronica beccabunga è una pianta presente in Europa, Nord Africa e Asia settentrionale e occidentale.
In Eurasia è presente dalla Norvegia al Portogallo, dall’est all’Asia centrale, dalla Siberia occidentale, dalla Mongolia alla Cina e all’Himalaya; nel nord Africa è presente dal Marocco all’Egitto.
Il suo habitat è quello dei ruscelli, fossi, stagni e luoghi umidi nei prati, in suoli acidi o alcalini.

Descrizione –
La Veronica beccabunga è una pianta erbacea succulenta perenne, strisciante, glabra, radicata ai nodi che può raggiungere un’altezza di 10 – 60 cm.
Ha rami succulenti espansi e lisci che sono spesso rossastri.
Le foglie sono oblunghe, finemente seghettate smussate in coppie opposte vicino allo stelo, spesse, da arrotondate a oblunghe, picciolate.
I fiori hanno quattro petali, sono di colore da blu chiaro a blu scuro, di 5-7 mm di diametro, raccolti in infiorescenze spiciformi che si formano dall’ascella delle foglie superiori; la corolla è corta, divisa in quattro lobi ineguali: quello superiore è formata da due petali saldati, quello inferiore è più piccolo dei due laterali; gli stami sono due. L’antesi è da maggio a settembre.
Il frutto è una capsula di forma da ellissoide a subsferica, leggermente compressa, smarginata, glabra di 2-6 x 2-6 mm. Semi ovali, bruno-rossastri, di 0,5-0,6 x 0,4-0,5 mm.

Coltivazione –
La Veronica beccabunga è una pianta erbacea perenne che viene raccolta in natura per uso locale come medicinale e cibo.
È una pianta che può essere facilmente coltivabile purché siamo in presenza di un terreno umido moderatamente fertile e cresce meglio in acqua fino a 15 cm di profondità.
Dal punto di vista climatico cresce bene in zone temperate ma con estati fresche e non richiede livelli di luce elevati.
La propagazione avviene per seme e la semina va effettuata in autunno in semenzaio non riscaldato. Le giovani piantine vanno poste in vasi singoli e trapiantate in tarda primavera.
La semina può essere effettuata in pieno campo in primavera o in autunno.
Si può moltiplicare anche per divisione in quasi ogni momento della stagione di crescita; quest’ultima tecnica è molto facile in quanto anche una piccola parte della pianta radica se messa in acqua.

Usi e Tradizioni –
La Veronica beccabunga è una pianta perenne di cui si usano per scopi alimentari o medicinali, il fusto e le sommità, le foglie fresche o essiccate.
Nell’uso commestibile si utilizzano le foglie crude o cotte.
Queste possono essere aggiunte alle insalate, mescolate con crescione d’acqua o cucinate con altre verdure fortemente aromatizzate.
Hanno un sapore pungente e nonostante le foglie siano sane per molti non sono molto appetibili.
Nell’uso medicinale l’intera pianta è alterativa, antiscorbutica, lievemente diuretica, emmenagoga, febbrifuga, depurativa, detergente e stimolante.
In generale, come erba medicinale, apporta scarsi benefici ma possiede un benefico effetto lassativo se inclusa nella dieta.
Le foglie, soprattutto un tempo, erano usate nel trattamento dello scorbuto, delle impurità del sangue ecc.
La pianta triturata e pestata viene applicata esternamente come poltiglia su ustioni, ulcere, ecc.
I principali costituenti sono: tannini e un glucoside: la aucubina.
Dal punto di vista ecologico la specie è abbastanza diffusa, in grado di sfruttare habitat antropici e non deve affrontare grandi minacce. La pianta è, pertanto, classificata come “Least Concern” nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate (2013).

Modalità di Preparazione –
La Veronica beccabunga è una pianta che, per lo più, cresce allo stato spontaneo e per questo utilizzata in cucina o in medicina in ambito locale.
Si utilizzano il fusto e le sommità, le foglie fresche o essiccate.
In cucina si utilizzano prevalentemente le foglie da sole, cotte o crude o in aggiunta ad altre essenze vegetali.
L’uso in medicina è legato notevolmente alle tradizioni locali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://observation.org/photos/47285243.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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