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Verbena officinalis

Verbena officinalis

La Verbena comune (Verbena officinalis L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Verbenaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Lamiales,
Famiglia Verbenaceae,
Genere Verbena,
Specie V. officinalis.
Sono sinonimi i termini:
– Verbena domingensis Urb.;
– Verbena macrostachya F.Muell.
– Vitex ×adulterina Hausskn..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Verbena officinalis var. africana (R.Fern. & Verdc.) Munir;
– Verbena officinalis var. eremicola Munir;
– Verbena officinalis var. gaudichaudii Briq.;
– Verbena officinalis var. macrostachya (F. Muell.) Benth.;
– Verbena officinalis var. monticola Munir;
– Verbena officinalis var. officinalis L..

Etimologia –
Il termine Verbena proviene da verbēna, solitamente usato al plurale: ramoscelli sacri (di ulivo, mirto, alloro) usati nelle cerimonie religiose; presumibilmente dal protoindoeuropeo *werb- ramoscello, ramo, da *werb- girare, piegare, avvolgere, intrecciare.
L’epiteto specifico officinalis: viene da offícina laboratorio medioevale: in quanto piante usabili in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Verbena officinalis è una pianta eurasiatica divenuta oggi sub cosmopolita; cresce in Europa, Asia, Africa e America.
In Italia è diffusa in tutte le regioni.
Il suo habitat è quello delle vegetazioni ruderali lacunose, nelle discariche, lungo margini stradali, su muri, lastricati, aiuole, giardini, su suoli limoso-argillosi abbastanza freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.

Descrizione –
La Verbena comune è una pianta erbacea perenne che cresce fino a 100 cm o più di altezza.
Ha un fusto diritto, ruvido, pubescente sugli spigoli, quadrangolare, legnoso alla base e ramificato nella parte superiore ed è segnato da due solchi longitudinali.
Le foglie sono opposte, picciolate, ruvide, pennate, lanceolate e con lobi profondi.
I fiori sono sessili di colore viola-blu o lilla chiaro e sono raggruppati in spighe paniculate ascellari e terminali. La corolla è a forma di imbuto.
Il periodo di fioritura è: maggio-agosto.
Il frutto è un microbasario con esocarpo sottile, ovoide-oblungo, formato da 4 mericarpi monospermi, di 1,4-2,1 mm, oblungo-cilindrici, trigoni, con 4-5 coste longitudinali sul dorso e con tricomi scabroso-papillosi, biancastri nella superficie commissurale, glabri, di color castano.

Coltivazione –
la Verbena officinalis, essendo una pianta rustica si sviluppa bene sia nei luoghi soleggiati sia in quelli semiombrosi. All’ombra parziale la pianta stenta a fiorire. Teme le piogge forti; resiste al caldo arido, anche alle temperature rigide, ma teme il gelo.
Dal punto di vista pedologico cresce bene nei terreni calcarei, ricchi di sostanza organica e ben drenati.
Va annaffiata regolarmente durante tutto il ciclo vegetativo, specialmente nel periodo della fioritura.
È una pianta nitrofila che si avvantaggia delle concimazioni azotate o di crescere in suoli organici.
Questa specie è una pianta adatta alla coltivazione in vaso su balconi soleggiati per molte ore del giorno. Il terreno specifico per piante da vaso tenuto umido ma mai zuppo di acqua, specialmente nel periodo della fioritura. Va concimata ogni 15 giorni durante la fioritura. In inverno la Verbena officinalis va protetta da gelo, in un luogo molto luminoso. Teme la pioggia forte e il gelo.
La moltiplicazione avviene in natura per autosemina; per semina primaverile; per talea in estate e per divisione dei cespi.
La semina si effettua tra febbraio e marzo spargendo i semini di verbena nel terreno umido del semenzaio per poi essere ricoperti di sabbia fine. Il semenzaio va collocato in un luogo al riparo dalla luce e con una temperatura costante di circa 20°C. A germinazione avvenuta si sposta il semenzaio alla luce per permettere alle piantina di crescere.
La moltiplicazione per divisione dei cespi va praticata invece in primavera o in autunno su piante vigorose e sane.
La moltiplicazione per talea va fatta alla fine dell’estate, più precisamente in agosto o inizio settembre. Si prelevano dai rami talee apicali lunghe 8-10 cm; si trattano con un ormone radicante e poi si interrano in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, mantenuto sempre umido fino a alla comparsa di nuove foglie. Il contenitore va posto in un luogo a temperatura costante attorni ai 18-20°C. Le talee che hanno radicato vanno fatte irrobustire e poi trasferite a dimora definitiva con molta delicatezza e con il tutto il pane di terra.

Usi e Tradizioni –
La Verbena officinalis, già nell’antichità, era considerata una pianta pregiata per le sue proprietà medicamentose.
Tutt’oggi è una pianta molto utilizzata in erboristeria in quanto ha molteplici proprietà medicinali: viene usata per curare i calcoli, è spasmolitica, drenante, antinfiammatoria, analgesica, diuretica, antidolorifica, tonica, vermifuga, febbrifuga, tranquillante, ecc. ma non va usata in gravidanza.
Il suo utilizzo è tramite infusi, decotti, impacchi. Se ne consiglia l’uso esterno, perlomeno come infusi e decotti. L’uso tradizionale è consigliato da secoli come pianta tonica amara, stomachica digestiva, deostruente splenico-biliare. La dose consigliata tradizionalmente è di una tazza di tisana con un cucchiaio di erba 2-3 volte al dì. Questa pianta è stata utilizzata in erboristeria per trattare problemi nervosi e insonnia.
È stata anche considerata un’erba di ispirazione, quindi è stata a lungo ritenuta una potente alleata di poeti e scrittori. Più di recente, gli indiani Pawnee l’hanno utilizzata per migliorare i loro sogni.
Nell’Europa nord-orientale era nota come erba sacra, usata nei rituali per purificare e difendersi dalle malattie demoniache. o anche per difendersi dai vampiri
Secondo William Faulkner nel suo racconto “An Odor of Verbena”, la verbena è l’unica fragranza che può essere annusata dai cavalli senza lasciarne traccia.
Questa pianta contiene mucillagini, glicosidi, olio essenziale (citrale, terpeni, alcoli terpenici e geraniolo), saponina, acido silicico, acido caffeico, tannini e principi amari.
Il principio attivo della verbena è un eteroside chiamato verbenalóside che stimola il sistema nervoso parasimpatico e per idrolisi produce verbenalolo, verbenalina, verbenanina e hastatoside.
In dettaglio la Verbena officinalis è una pianta che stimola il sistema parasimpaticomimetico grazie all’eteroside irioide, verbenalolo, riducendo la forza e la frequenza del battito cardiaco e stimolando la peristalsi intestinale. Per la sua attività sedativa, viene utilizzata per combattere l’insonnia causata da stati di nervosismo che non consentono di addormentarsi. Utile contro l’emicrania per la sua attività antinevralgica e sedativa. Vediamo alcune applicazioni:
– Neuroprotettiva: l’estratto acquoso di Verbena officinalis ha mostrato effetti neuroprotettivi contro il morbo di Alzheimer;
– Astringente: i tannini rallentano la diarrea e sono agenti emostatici locali, favorendo la coagulazione delle ferite,
– Antinfiammatoria: le mucillagini riducono l’infiammazione oltre ad avere una capacità emolliente che rilassa, ammorbidisce e protegge la pelle e le mucose;
– Antispasmodica: il verbenalolo è un glicoside con effetti parasimpaticomimetici, antitermici, uterotonici e vasodilatatori renali,
– Malattie infettive: la verbena è stata consigliata per la convalescenza da malattie acute;
– Ginecologia: le infusioni di verbena sono consigliate per aumentare il volume del latte. Per evitare mestruazioni dolorose e reumatismi;
– Apparato digerente: in grandi quantità può provocare vomito;
– Ipnotica: la verbena produce una leggera depressione del sistema nervoso centrale;
– Contro la tosse: gli iridoidi esercitano un effetto calmante sulla mucosa respiratoria inibendo il riflesso della tosse;
– Digestiva: è stato dimostrato che la verbena aumenta la produzione di succhi gastrici negli animali.
La Verbena officinalis è stata utilizzata per il trattamento di nervosismo, insonnia, ansia, esaurimento fisico, esaurimento mentale, tosse improduttiva, asma, bronchite, raffreddore, dispepsia, discinesia biliare, oliguria, ritenzione urinaria, edema, artrite, astralgia, gotta. È stata anche usata localmente per il trattamento di stomatiti, laringiti, dermatiti, prurito, ustioni.
Per quanto riguarda le azioni farmacologiche ha proprietà galattogoghe che sono state attribuite all’aucubina. Sono stati usati estratti di frutti di verbena per curare la dismenorrea e stimolare l’allattamento. La verbena ha deboli proprietà parasimpatiche, causando una leggera contrazione uterina. È stato riportato che la verbenalina ha un’attività stimolante dell’utero. È stata descritta l’attività simpatica: la verbenalina a basse dosi agisce come agonista sulle terminazioni nervose simpatiche, mentre le dosi elevate causano antagonismo. Nei topi è stata descritta una debole azione lassativa dei glicosidi iridoidi.
È stato, inoltre, dimostrato che gli eterosidi iridoidi (soprattutto il verbenalolo) producono un effetto antinfiammatorio, analgesico locale e leggermente parasimpaticomimetico, con azione sedativa, spasmolitica, stimolando la peristalsi intestinale e la diuresi, riducendo la frequenza e l’intensità del battito cardiaco. Per la presenza di tannini svolge una certa azione astringente. Le mucillagini gli conferiscono un’attività emolliente e antinfiammatoria.
In merito alla sua tossicità, si ricorda che gli estratti di verbena possono avere una certa azione ipotiroidea (diminuzione dell’attività tiroidea) quindi possono bloccare l’azione di alcuni ormoni. Il suo uso nelle donne in gravidanza è vietato perché il verbenalóside (eteroside irioide che si idrolizza in verbenalolo) può causare un effetto uterotonico e ostacolare le contrazioni caratteristiche del parto.
Alte dosi di verbenalina causano la paralisi del sistema nervoso centrale, causando la comparsa di stupore e convulsioni.
La verbena, che ha proprietà toniche e restitutive, è talvolta usata come rimedio erboristico domestico.
Alcuni risultati notevoli sono stati ottenuti utilizzando questa pianta nel trattamento di alcuni tumori, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima di poter avanzare affermazioni definitive.
La pianta è usata nei rimedi floreali di Bach – le parole chiave per prescriverla sono “ceppo”, “stress”, “tensione” e “eccesso di entusiasmo”.

Modalità di Preparazione –
La Verbena officinalis viene raccolta all’inizio della fioritura in estate e fatta essiccare per un uso successivo.
Nel dettaglio la raccolta dei fiori e delle foglie (freschi o secchi) si pratica dalla primavera all’autunno anche se secondo antiche credenze popolari è preferibile effettuarla il 24 giugno, giorno di San Giovanni o Notte delle Streghe, per beneficiare al massimo delle sue proprietà medico – terapiche.
Le sommità fiorite raccolte all’inizio della fioritura, preferibilmente da luglio ad agosto, riunite in mazzi, si appendono a seccare all’ombra in luogo aerato; si conservano in sacchi di carta o tela.
Come erba medicinale si utilizza l’intera pianta essiccata, in particolare il fiore e, in misura minore, la radice.
Le foglie e gli steli fioriti sono analgesici, antibatterici, anticoagulanti, antispasmodici, astringenti, depurativi, diaforetici, leggermente diuretici, emmenagoghi, galattagoghi, stimolanti, tonici e vulnerari.
La radice è astringente, è usata nel trattamento della dissenteria.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/199686372/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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