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Riproduzione del Moro degli Osagi

Riproduzione del Moro degli Osagi

Il Moro degli Osagi (Maclura pomifera (Raf.) C.K. Schneid.) è una pianta arborea della famiglia delle Moracee diffusa negli Stati Uniti d’America.

Habitat idoneo di riproduzione –
La Maclura pomifera è una pianta originaria del Nordamerica ed introdotta in Europa nel 1818 ed in Italia nel 1827 dove ebbe una certa diffusione soprattutto in Toscana e nel Lazio.
L’area precolombiana di questa pianta era in gran parte limitata a una zona in quelli che oggi sono gli Stati Uniti, vale a dire il delta del fiume Rosso di Oklahoma, Texas e Arkansas, così come le praterie di Blackland e le savane di querce.
Una popolazione disgiunta si ha anche nelle montagne Chisos del Texas.
Da allora la pianta è divenuta ampiamente naturalizzata negli Stati Uniti e in Ontario, Canada. L’albero è stato piantato in tutti i 48 stati degli Stati Uniti e nel Canada sudorientale.

Propagazione –
Il Moro degli Osagi è una pianta che preferisce un terreno profondo e fertile, ma è resistente alla maggior parte degli Stati Uniti contigui, dove viene utilizzata come siepe. Deve essere potato regolarmente per mantenerlo entro i limiti e i germogli di un solo anno cresceranno da uno a due metri, rendendolo adatto al ceduo.
È una pianta notevolmente esente da predatori di insetti e malattie fungine. Esiste, inoltre, una cultivar maschio senza spine della specie che viene riprodotta vegetativamente per uso ornamentale.
La M. pomifera, in Europa, è coltivata in Italia, nell’ex Jugoslavia, in Romania, nell’ex URSS e in India.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata non appena il seme è maturo in vaso in un semenzaio non riscaldato. Si consiglia di immergere il seme conservato per 48 ore in acqua tiepida e stratificare per 2 mesi a 4 °C, quindi seminare in un semenzaio non riscaldato.
La germinazione è normalmente buona. Quando le piantine sono abbastanza grandi da poter essere maneggiate, vanno poste in singoli vasi e fatte crescere in serra per il loro primo inverno.
Il trapianto in pieno campo va effettuato in primavera o all’inizio dell’estate, comunque dopo le ultime gelate previste. La propagazione può avvenire anche per talee ricavate da legno semimaturo a metà estate, oppure da talee di legno maturo, nel periodo dal tardo autunno a gennaio in semenzaio.
Si possono preparare anche talee di radice lunghe 4 cm nel periodo di dicembre. Queste vanno piantate orizzontalmente in vaso in una serra e trapiantate il prima possibile.

Ecologia –
Si ipotizza che molti animali estinti, nel periodo del Pleistocene, si nutrissero della Maclura pomifera.
Un’analisi della filogenesi basata su cloroplasti e geni nucleari indica che un clade contenente Maclura pomifera probabilmente si è discostato da altri cladi di Maclura durante l’Oligocene, in coincidenza con la divergenza di mammut/mastodonte e bradipo, suggerendo che questi mammiferi potrebbero essere stati dispersori di semi di Maclura pomifera.
Anche una specie equina che si estinse nello stesso periodo è stata suggerita come agente di dispersione originale della pianta perché i cavalli moderni e altri animali a volte mangiano i frutti. Tuttavia, uno studio del 2015 ha indicato che i semi di questa pianta non vengono efficacemente diffusi dalle specie di cavalli o elefanti esistenti.
Il frutto non è velenoso per l’uomo o il bestiame, ma non è preferito da questi, perché è per lo più non commestibile a causa delle grandi dimensioni (circa il diametro di una palla da softball) e della consistenza dura e secca. I semi commestibili del frutto sono usati dagli scoiattoli come cibo. Gli animali di grossa taglia come il bestiame, che in genere consumano frutti e disperdono semi, ignorano principalmente il frutto.
I frutti vengono invece consumati dai cervi dalla coda nera in Texas e dagli scoiattoli volpe nel Midwest, che li lasciano cadere per aprirli. Si dice che i crocieri beccano i semi.




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