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Schisandra chinensis

Schisandra chinensis

La Schizandra (Schisandra chinensis (Turcz.) Baill.) è una specie rampicante appartenente alla famiglia delle Schisandraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Illiciales,
Famiglia Schisandraceae,
Genere Schisandra,
Specie S. chinensis.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Kadsura chinensis Turcz.;
– Maximowiczia amurensis Rupr.;
– Maximowiczia chinensis (Turcz.) Rupr.;
– Maximowiczia japonica (A.Gray) K.Koch;
– Maximowiczia sinensis Rob.;
– Maximowiczia sinensis Rupr.;
– Schisandra chinensis (Turcz.) K.Koch, 1869;
– Schisandra chinensis var. glabrata Nakai;
– Schisandra chinensis var. glabrata Nakai ex T.Mori;
– Schisandra chinensis var. leucocarpa P.H.Huang & L.H.Zhuo;
– Sphaerostema japonicum A.Gray.

Etimologia –
Il termine del genere Schisandra fu pubblicato per la prima volta da André Michaux nel 1803; il nome deriva dalle parole greche schizein “spaccare” e andros “uomo”, riferendosi alle cellule separate di antere sugli stami.
L’epiteto specifico chinensis deriva dal fatto che è originaria della Cina o, comunque, di una zona geografica intorno alla Cina.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Schisandra chinensis è una pianta originaria dell’Asia nord-orientale, dalla Corea all’estremo Oriente Russo.
È presente nelle foreste della Cina settentrionale e dell’Estremo Oriente Russo e della Corea. Inoltre varietà selvatiche di S. chinensis si trovano anche in Giappone.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste miste, specie ai margini, anche di ruscelli e generalmente è presente su suoli sabbiosi; cresce ad alte latitudini e in condizioni climatiche fresche.

Descrizione –
La Schisandra chinensis è una pianta rampicante legnosa, perenne, decidua, con steli legnosi prostrati che di solito crescono di 8–9 metri di altezza ma possono raggiungere una lunghezza fino a 25 m; questi sono di colore marrone scuro e possono raggiungere uno spessore di 1,5–2 cm.
I nuovi germogli sono in genere corti, ma continuano la loro crescita dopo la fioritura fino alla fine della stagione.
Le radici sono ramificate e rimangono vicine alla superficie del suolo. I nodi situati sugli steli possono anche produrre radici.
Le foglie sono semplici, di forma ovale (5–11 cm di lunghezza e 3–7 cm di larghezza) e alternate e i piccioli hanno una leggera colorazione rossa. I tricomi multicellulari si trovano sulla lamina fogliare abassiale. Gli stomi mostrano una distribuzione irregolare e casuale.
I fiori sono unisessuali e la specie stessa è dioica. La pianta non è quindi autofertile, quindi i fiori su una pianta femmina produrranno frutti solo se fecondati con il polline di una pianta maschio. Tuttavia, una selezione ibrida intitolata “Eastern Prince” ha fiori perfetti ed è autofertile.
I fiori femminili sono bianchi o color crema e virano leggermente al rossiccio verso la fine della stagione di fioritura. Hanno 5–12 tepali cerosi disposti a spirale che formano il perianzio e 12–120 pistilli. I tepali mostrano una transizione di colore dal verde per i tepali esterni a una maggiore pigmentazione per quelli interni. I fiori in genere crescono dall’ascella delle foglie in grappoli, formando in seguito grappoli con bacche, ma possono anche essere trovati solitari. Il fiore maschile ha 5 stami con filamenti di diversa lunghezza.
I fiori sono importanti per vari impollinatori come api, coleotteri e piccole falene.
Fiorisce in tarda primavera.
I frutti della Schisandra chinensis sono delle bacche rosse, lisce e lucenti; hanno una forma sferica e raggiungono i 5–10 mm di diametro. Crescono in densi grappoli pendenti di 2–5 bacche che raggiungono una lunghezza di circa 6–8 cm. Ogni bacca di solito contiene 1–2 semi a forma di rene giallo brunastro. I semi hanno la capacità di rimanere dormienti e di formare banche di semi. La distribuzione dei semi avviene principalmente attraverso gli uccelli.

Coltivazione –
La Schisandra chinensis è una pianta rampicante dal fusto legnoso che cresce comunemente nelle foreste naturali di conifere o miste o lungo i ruscelli e si arrampica su altri alberi o arbusti per raggiungere condizioni di luce ottimali.
Non è una pianta esigente, ma cresce meglio su terreni acidi e ben drenati ma tollera una certa alcalinità se al terreno viene aggiunta molta materia organica; tollera le temperature sotto i 10 °C ed è molto resistente a parassiti e malattie.
Questa pianta viene raccolta in natura per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
Richiede una certa protezione dalla luce solare più intensa e le piante sono intolleranti alla siccità.
Quando la pianta è completamente dormiente è resistente fino a circa -17°C.
Qualsiasi potatura va effettuata in condizioni ottimali nel periodo di primavera.
È una specie dioica, per cui devono essere coltivate sia la forma maschile che quella femminile se si devono produrre frutti e semi. È stata sviluppata una cultivar, chiamata “Eastern Prince” che è autofertile e molto produttiva.
La prima raccolta dei frutti della pianta di Schisandra avviene di solito 4-5 anni dopo la semina. In Cina, i frutti maturi vengono raccolti a settembre. Le bacche in Europa possono maturare prima, intorno ad agosto.
La propagazione avviene per seme che va seminato in autunno in un semenzaio non riscaldato.
Si consiglia di immergere i semi conservati per 12 ore in acqua tiepida.
La germinazione può essere lenta e irregolare.
Le giovani piantine vanno allevate in serra per i primi 2 anni e trapiantate in pieno campo all’inizio dell’estate.
Si può propagare anche per talee di legno semimaturo, di 5 – 8 cm, in agosto in zona ombreggiata; il trapianto va poi effettuato nella tarda primavera successiva.

Usi e Tradizioni –
Le proprietà della Schisandra chinesis furono scoperte in Cina circa nel 300 a.C., ed era chiamata “Wu We Zi” che significa “bacca dai cinque aromi” per il suo sapore: acido, dolce, amaro, salato e pungente. Oggi viene anche utilizzata come pianta ornamentale.
Dai frutti di questa pianta si può ricavare un tè noto come Omija-cha.
Le bacche di questa pianta sono usate nella medicina tradizionale. I costituenti chimici sono lignani, schisandrina, desossi schisandrina, gomisina e pregomisina.
Le foglie, una volta schiacciate, rilasciano un odore di limone e possono essere usate come verdura.
In coreano, le bacche sono conosciute come omija (오미자 (hangul) – cinque gusti). La bevanda cordiale a base di bacche è chiamata omija-cha, che significa “tè omija”; vedi tè coreano. In giapponese si chiamano gomishi. Il popolo Ainu usava questa pianta, chiamata repnihat, come rimedio per il raffreddore e il mal di mare.
In Russia l’interesse per il limonnik (S. chinensis) era associato alle indagini degli scienziati sovietici su bacche e semi.
Nel 1998, la Russia ha emesso, tra l’altro, un francobollo raffigurante la S. chinensis.
Tra gli sui commestibili si ricorda che le bacche possono essere consumate sia cotte che crude.
Di solito vengono essiccate e utilizzate nei viaggi; sono molto nutrienti. Sono ricche di zuccheri ed hanno un sapore agrodolce.
In Russia una pasta ricavata dal frutto viene miscelata con Actinidia arguta per contrastare l’insufficiente acidità di quella specie.
Le foglie giovani vengono cotte e usate come verdura.
In campo medicinale, questa pianta, conosciuta come Wu Wei Zi in Cina, è comunemente usata nell’erboristeria di questo Paese, dove è considerata una delle 50 erbe fondamentali.
È un ottimo tonico e ricostituente, aiuta nei periodi di stress e aumenta la gioia di vivere.
È considerata un sostituto del ginseng e si dice che sia un tonico sia per gli organi sessuali maschili che femminili.
Il frutto è antitosse, afrodisiaco, epatico, astringente, cardiotonico, colagogo, espettorante, ipotensivo, lenitivo, nervino, pettorale, sedativo, stimolante e tonico.
Si dice che basse dosi del frutto stimolino il sistema nervoso centrale mentre dosi elevate lo deprimano.
Le bacche regolano anche il sistema cardiovascolare; vengono assunte internamente nel trattamento di tosse secca, asma, sudorazioni notturne, disturbi urinari, eiaculazione involontaria, diarrea cronica, palpitazioni, insonnia, scarsa memoria, iperacidità, epatite e diabete.
Per via esterna vengono usate per trattare condizioni cutanee irritanti e allergiche.
Il frutto contiene lignani che hanno una spiccata azione protettiva sul fegato. In uno studio clinico è stata riscontrata una percentuale di successo del 76% nel trattamento di pazienti con epatite; inoltre non sono stati osservati effetti collaterali.
Il seme è usato nel trattamento del cancro.
L’intera pianta è antireumatica.
Un decotto mucillaginoso ottenuto dai rami è utile nella cura di tosse, dissenteria e gonorrea.
Tra gli altri usi si ricorda che dai frutti si ricava un materiale viscido, utilizzato come misura per la carta e come acconciatura per capelli.
Il legno essiccato è deliziosamente profumato.

Modalità di Preparazione –
Della Schisandra chinesis si utilizzano frutti, semi, foglie e legno.
Il frutto viene raccolto dopo le prime gelate ed essiccato al sole per un uso successivo.
Le bacche possiedono cinque sapori di base: salato, dolce, acido, piccante e amaro.
Questa pianta viene impiegata per uso alimentare e medicinale.
Le bacche possono essere consumate sia cotte che crude.
Le foglie giovani vengono cotte e usate come verdura.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/106306861/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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