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Hoplocampa testudinea

Hoplocampa testudinea

La Tentredine del melo o Oplocampa del melo (Hoplocampa testudinea Klug, 1816) è un insetto appartenente alla famiglia dei Tenthredinidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea,
Ordine Hymenoptera,
Sottordine Symphyta,
Superfamiglia Tenthredinoidea,
Famiglia Tenthredinidae,
Genere Hoplocampa,
Specie H. testudinea.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Tentredine del melo è un imenottero originario dell’Europa ma introdotto accidentalmente in altre zone, come in Nord America (rilevato per la prima volta nel 1939), dove è diventato invasivo.
La sua distribuzione è europea, fino alla Gran Bretagna e nel continente del Nord America fino alle aree più settentrionali (tra i 60° ei 40° di latitudine nord).
Il suo habitat preferenziale è quello corrispondente alle zone di coltivazione del melo.

Morfologia –
L’ Hoplocampa testudinea è un insetto che, allo stadio adulto è lungo da 6 a 7 mm. presenta una parte dorsale di colore nero brillante, mentre quella ventrale è di colore bruno-giallastra.
La testa ha una colorazione giallastra.
Le ali sono ripiegate orizzontalmente sul dorso e sono ialine con nervature brune.
Le larve sono lunghe 12 – 14 mm e sono di colore biancastre e con il capo bruno. Presentano 7 paia di zampe addominali ed emanano un odore caratteristico di cimice.

Attitudine e Ciclo biologico –
L’ Hoplocampa testudinea inizia il suo ciclo nel periodo primaverile quando compare allo stadio adulto e viene attratta dalla fioritura dei meli.
In questo momento le femmine depongono le uova sui fiori aperti in fessure ricavate appena sotto il calice; di solito un uovo per fiore. Le uova si schiudono dopo 8-18 giorni a seconda della temperatura quando l’80% dei petali è caduto, e le larve appena schiuse si fanno strada nei piccoli frutti immaturi, prima scavando sotto l’epidermide e poi scavando al centro. Man mano che divengono più grandi, scavano un tunnel verso l’esterno e si spostano in un frutticino adiacente, creando un grande foro di ingresso che viene intasato da escrementi marroni e appiccicosi. Quando il loro sviluppo è completo ed hanno scavato in diversi frutti, le mele danneggiate cadono a terra.
La larva poi abbandona il frutto facendo un orifizio largo e dai bordi molto netti; si lascia cadere al suolo e sprofonda a 5-10 cm per tessere un bozzolo setoso nel quale resta in diapausa dai 9 ai 21 mesi. La ninfa si forma nel periodo di marzo/aprile.
In questo modo si ha una sola generazione all’anno.

Ruolo Ecologico –
La Tentredine del melo è un insetto che in presenza di popolazioni elevate può creare gravi danni alle coltivazioni di melo.
Questo insetto è favorito dalle coltivazioni intensive ed i frutti più gravemente danneggiati cadono dall’albero. Inoltre alcune varietà di mele sono maggiormente sensibili.
Nelle zone europee, da dove si è diffuso l’insetto, sono presenti vari predatori e parassiti naturali.
Tra questi ricordiamo:
– Aptesis nigrocincta, parassita;
– Aspergillus flavus, antagonista;
– Beauveria bassiana , patogeno;
– Lathrolestes ensator, parassita;
– Lathrolestes marginatus, parassita;
– Lecanicillium lecanii, patogeno;
– Metarhizium anisopliae, patogeno;
– Paecilomyces farinosus, patogeno;
– Paecilomyces fumosoroseus, patogeno.
In particolar modo può svolgere un ruolo importante il parassitoide Lathrolestes ensator che è un parassita delle larve.
In Nord America, questi nemici naturali non sono presenti e il parassita provoca danni più significativi alle colture di mele. Nel tentativo di alleviare questa situazione, l’ L. ensator è stato importato dall’Europa per fungere da controllo.
Nel contenimento dell’ Hoplocampa testudinea si possono inoltre utilizzare trappole adesive che possono essere utilizzate per catturare gli adulti per monitorare i livelli di infestazione onde valutare se sia superata la soglia di intervento.
La soglia di intervento è di 20 – 30 adulti/trappola in fioritura.
Inoltre nella lotta biologica si stanno operando ricerche utilizzando i nematodi entomogeni Steinernema carpocapsae, Steinernema feltiae ed Heterorhabditis bacteriophora.
Tra i principi attivi si è visto che la quassina e la neoquassina, estratte da Quassia amara, possono operare il controllo di H. testudinea in agricoltura biologica.
Si stanno operando ricerche anche con funghi entomopatogeni.
I trattamenti chimici sono consigliati solo laddove vi sia stato un forte attacco l’anno precedente e dove gi adulti sono sopra la soglia di tolleranza dell’anno in corso.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.
Fonte foto:
https://bugguide.net/node/view/745582



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