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Pulvinaria vitis

Pulvinaria vitis

La Pulvinaria della vite (Pulvinaria vitis Linnaeus, 1758) è un insetto appartenente alla famiglia dei Coccidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Superphylum Protostomia,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Exopterygota,
Subcoorte Neoptera,
Superordine Paraneoptera,
Sezione Rhynchotoidea,
Ordine Rhynchota,
Sottordine Homoptera,
Sezione Sternorrhyncha,
Superfamiglia Coccoidea,
Famiglia Coccidae,
Genere Pulvinaria,
Specie P. vitis.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Pulvinaria della vite è una cocciniglia originaria dell’Europa e potrebbe essere stata introdotta in Nord America prima del 1897.
È un insetto fitofago che si sviluppa si alcune piante quali: Vite, Aceri, Nocciolo, Betulle, Frassini, Ontani, Pioppi ed altre latifoglie ornamentali e forestali.

Morfologia –
La Pulvinaria vitis è un Coccidae che si riconosce per avere il corpo a scudetto, di colore brunastro, di forma ovoidale e visibile soprattutto sui tralci, sui rami e sui frutti.
Le femmine adulte sono lunghe circa 6 mm e producono un evidente ovisacco, ceroso e fioccoso di colore biancastro, posto tra il corpo e l’organo attaccato; di conseguenza lo scudetto, aumentando di volume, fa sollevare l’ovisacco nella parte anteriore, mettendo in evidenza il sacco di uova sotto di sé, che può contenere migliaia di uova (fino a 3000) di colore rosso vinoso.
Le forme maschili, invece, meno frequenti, sono dotate di ali e mobili.

Attitudine e Ciclo biologico –
La Pulvinaria vitis si riproduce prevalentemente per partenogenesi; solo raramente viene fecondata dalle forme maschili.
Le uova vengono deposte in maggio-giugno, quindi le forme giovanili appena sgusciate si disperdono sulle foglie (prevalentemente lungo le nervature della pagina inferiore), sui piccioli, o lungo i tralci.
L’insetto sverna come femmina giovane (neanide) protetta al di sotto della corteccia dei tralci e completa lo sviluppo nella primavera successiva.
Le femmine producono l’ovisacco sotto il corpo; da queste uova nascono, a fine estate, le neanidi che si portano sulle foglie e quindi, ben presto, sui rametti dove svernano.
L’insetto compie, pertanto, una sola generazione all’anno e sverna.
II danno, nel caso di infestazioni consistenti, è comunque limitato e consiste essenzialmente nelle conseguenze delle punture trofiche effettuate sugli organi colpiti: nei rari casi di comparsa di colonie in forma massiccia si può avere asfissia per lo strato di colonie fioccose che avvolgono gli organi colpiti e per l’emissione di abbondante melata zuccherina che attrae le formiche e su cui si sviluppano le fumaggini; funghi nerastri che imbrattano la vegetazione e i grappoli. Inoltre l’insetto sottrae linfa alla pianta con conseguente indebolimento di quest’ultima. Si ricorda che la Pulvinaria vitis è in grado di trasmettere alcuni virus dannosi alla vite quale il virus dell’accartocciamento fogliare.

Ruolo Ecologico –
La Pulvinaria della vite è un coccide, comunque poco diffuso contro cui difficilmente si attuano programmi di lotta.
Tuttavia in caso di particolari infestazioni un tempo (fino al 2000) si usava fare, a fine inverno, un trattamento a base di DNOC o con Oli bianchi attivati, o con Polisolfuri, bagnando bene tronchi e tralci con l’insetticida.
Oggi si consiglia di intervenire nella gestione preventiva delle coltivazioni, evitando, quanto più possibile concimazioni azotate (che inteneriscono i tessuti vegetali e aumentano l’appetibilità delle piante), con minori specializzazioni degli investimenti colturali, con presenza di siepi nei bordi dei campi (che ospitano parassito idi utili) e con altre tecniche agroecologiche che diminuiscono la virulenza, in generale, delle infestazioni.
Si ricorda, infatti, che un aumento della biodiversità dei campi favorisce la biocenosi di parassiti e predatori che sono in grado di esercitare un’ampia misura di controllo.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.




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