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Come si coltiva il Sorbo degli uccellatori

Come si coltiva il Sorbo degli uccellatori

Il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia L.) è un albero della famiglia delle Rosacee originario dell’Europa centro-settentrionale e delle montagne del sud. Lo si ritrova tra i 600 e i 2.100 metri di quota. In Italia è presente in tutte le regioni, dalle zone alpine alla Sicilia e Sardegna.
Il nome deriva dal fatto che, essendo le sue bacche appetite dalla piccola avifauna migratoria, viene tradizionalmente utilizzato negli appostamenti fissi per la caccia a tali prede. Veniva anche piantato attorno agli impianti per la cattura di tale fauna mediante reti.
Il sorbo degli uccellatori, nel periodo primaverile, produce dei fiori in corimbi eretti, del diametro di 15 cm circa., con petali rotondi, bianchi e stami gialli.
I frutti sono pomi tondeggianti, del diametro di circa un centimetro, rosso vivo, che permangono sulla pianta per tutto l’inverno.

Coltivazione –
Per la coltivazione del sorbo degli uccellatori bisogna scegliere zone semiombrose e luoghi freschi con temperature non troppo elevate; per quanto riguarda gli aspetti pedologici i suoli devono essere a pH acido e ben drenati.
Si ricorda che essendo una pianta rustica non ha bisogno di particolari apporti idrici se non nella prima fase di impianto, dopodiché si accontenta dell’acqua piovana.
Per una buona crescita della pianta si consiglia, al momento dell’impianto di mettere nella buca di un buon quantitativo di letame maturo miscelato allo steso substrato estratto dalla buca.
Il sorbo degli uccellatori, come il sorbo domestico, si riproduce per seme o per talea semilegnosa. I semi estratti dalle bacche in inverno vanno conservati in luoghi freschi e asciutti fino alla primavera.
Per quanto riguarda le avversità e malattie, il Sorbus aucuparia é una pianta molto resistente; solo in caso di clima eccessivamente umido può soffrire l’ oidio.

Usi –
Il sorbo degli uccellatori, come detto, è una pianta molto apprezzata per l’uccellagione, perché i suoi frutti sono molto apprezzati dagli uccelli frugivori.
Questa pianta è diffusa anche nei parchi, nei giardini e nelle alberature stradali.
Nella cultura popolare friulana, cadorina e mitteleuropea, le bacche essiccate di questa pianta erano utilizzate come repellente per streghe, lupi mannari e demoni, e come “antidoto” ai malefici e agli incantesimi.
Nella mitologia norrena, la pianta è ritenuta sacra al dio Þórr e le vengono attribuiti poteri magici, in grado di scacciare le entità malefiche e aumentare la fecondità. In realtà, tale sacralità pare essere una influenza della cultura lappone in cui la pianta è sacra al dio del tuono Horagalles (la cui stessa sposa è chiamata Raudna, cioè “sorbo”).
Dalla bacca si estrae un diffuso conservante alimentare ad azione antifungina: l’acido sorbico, E 200. È possibile ottenere anche il sorbitolo: poliolo dal sapore dolce usato appunto come dolcificante (E 420).




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