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Come si coltiva il Ginkgo biloba

Come si coltiva il Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba (L., 1771) è una pianta gimnosperma, unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae ed albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano, motivo per cui è considerato un fossile vivente. Questa pianta sembra che cresca spontanea in Cina ma non si conosce con precisione l’origine di questa pianta perché è stata ampiamente diffusa e coltivata per molti scopi e tuttora è coltivata in tutta la sua estensione.
Il Ginkgo biloba è una pianta dioica e gli “amenti” sono portati dalle piante maschili mentre gli ovuli, riuniti a coppie da un peduncolo, si trovano sulle piante femminili.
Questa pianta raggiunge la maturità sessuale verso i 30-40 anni e l’impollinazione è anemofila ed avviene a primavera. La fecondazione è ritardata di 4-6 mesi, un ovulo abortisce e l’altro cade non ancora maturo. Il seme termina la maturazione a terra e germina nella primavera successiva.

Coltivazione –
Il Ginkgo biloba è una pianta tipicamente eliofila che preferisce quindi una posizione soleggiata e un clima fresco.
È meno esigente in termini di terreno anche se preferisce i terreni acidi e non asfittici. È una pianta che sopporta le basse temperature e che non subisce danni anche a -35 °C. per quanto riguarda la moltiplicazione avviene generalmente per margotta oppure per seme o per talee semilegnose prelevate durante l’estate.
Per una questione legata allo sgradevole odore dei semi è preferibile coltivare gli individui maschili; questo perché il frutto quando cade a terra si disgrega e provoca un cattivo odore a causa degli acidi carbossilici che contiene, quindi le piante femmina non sono indicate per utilizzi ornamentali; tuttavia il sesso della specie è difficilmente riconoscibile in quanto la pianta non presenta caratteri sessuali secondari affidabili.
Per la coltivazione si ricorre, quindi, a individui maschili ricavati agamicamente per innesto.
Infine si ricorda che le piante mal sopportano la potatura in quanto i rami accorciati seccano.

Usi –
Il Ginkgo biloba è stato coltivato a lungo nei templi, sia in Giappone che Cina, perché era ritenuto una pianta sacra, in Estremo Oriente i semi sono considerati una prelibatezza e vengono mangiati dopo essere stati arrostiti.
Questa pianta è stata introdotta in Europa nel 1700 ma non riveste interesse forestale a causa del suo legno che è fragile.
Viene impiegato invece come pianta ornamentale e da alberatura stradale perché resiste bene alle avversità climatiche, all’inquinamento e non ha parassiti pericolosi.




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