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Come si propaga il Rabarbaro rapontico

Come si propaga il Rabarbaro rapontico

Il Rabarbaro rapontico o Rabarbaro europeo (Rheum rhaponticum L.) è una pianta erbacea che, allo stato selvatico, alla catena montuosa del Rila nel sud-ovest della Bulgaria.
In Italia questa pianta viene coltivata spesso negli orti familiari o anche come pianta ornamentale; in Francia e Inghilterra viene coltivata come coltura intensiva.
Per quanto riguarda la coltivazione, come specificato nella scheda specifica, è una pianta che ha basse esigenze termiche e si adatta bene a climi freddi e umidi. Resiste alle gelate invernali grazie al rizoma che ricaccia in primavera.
Il Rheum rhaponticum è comunque poco adatto ai climi caldi e asciutti del Sud, dove fiorisce in anticipo ed arresta la crescita. I terreni ideali sono a medio impasto, profondi e freschi, con pH tra 5 e 7, non soggetti a ristagni idrici.

Propagazione –
All’interno del Rabarbaro rapontico troviamo tre tipi di cultivar, in base al colore dei piccioli fogliari e della polpa: picciolo e polpa verdi, picciolo rosso e polpa verde, picciolo e polpa rossi. Le varietà appartenenti al primo gruppo sono poco coltivate in quanto caratterizzate da un’elevata acidità, mentre le altre sono più diffuse perché presentano un sapore più amaro e meno acido.
La moltiplicazione di questa pianta può avvenire sia per seme che per divisione di cespi. La semina, normalmente, va effettuata direttamente in campo, nel periodo dell’inizio primavera, anche se i tempi della germinazione sono piuttosto lunghi, altrimenti si consiglia in semenzaio in autunno.
Nella propagazione per divisione dei cespi, che poi è la tecnica più praticata, bisogna prelevare delle piccole porzioni di rizoma, provviste di almeno una gemma, che vanno poi messe a dimora direttamente in piena terra, oppure in vivaio in modo da ottenere piantine pronte ad essere trapiantate in autunno o ad inizio primavera.
Prima dell’impianto si consiglia una lavorazione profonda, con distribuzione soprattutto di letame.

Utilizzo e raccolta –
Del Rabarbaro rapontico si utilizzano i piccioli fogliari carnosi e succulenti ; questi hanno un sapore gradevolmente acidulo, ottimi per preparare marmellate; i lembi fogliari sono inutilizzabili per l’elevato contenuto di acido ossalico. In liquoreria ed erboristeria viene impiegata la radice dal sapore amaro. Essiccata e ridotta in polvere, viene utilizzata a scopi medicinali (tonico e purgativo).
Dal punto di vista erboristico il Rheum rhaponticum ha un’attività inferiore rispetto al Rheum palmatum che spesso viene importato per uso erboristico.
Per quanto riguarda la raccolta, questa inizia al secondo anno, con l’asportazione a mano dei piccioli fogliari privati del lembo. Di solito si lascia sulle piante un terzo delle foglie presenti. I rizomi possono essere raccolti al 3-4° anno, vengono ripuliti dalla terra, tagliati a fette e lasciati essiccare (60-70 quintali ad ettaro di rizomi secchi al termine della coltura).




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