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Myriophyllum spicatum

Myriophyllum spicatum

Il Millefoglio d’acqua comune o Miriofillo spigato (Myriophyllum spicatum L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Haloragaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Halogarales,
Famiglia Haloragaceae,
Genere Myriophyllum,
Specie M. spicatum.
È sinonimo il termine:
– Myriophyllum pusillum Blume.

Etimologia –
Il termine Myriophyllum proviene dal greco μῡρίος myriós migliaia, innumerevoli e da φύλλον phýllon foglia: per le foglie divise in numerose lacinie capillari.
L’epiteto specifico spicatum viene da spíca spiga, spilla: con infiorescenze a spiga.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Myriophyllum spicatum è una pianta originaria dei continenti eurasiatico ed africano e con diffusione tendenzialmente cosmopolita, presente in Nord America, Europa, Asia, Australia e Africa. Questa pianta è presente in quasi tutte le regioni d’Italia (manca in Valle d’Aosta e Molise).
Il suo habitat è quello delle acque stagnanti o lentamente fluenti, abbastanza ricche di nutrienti, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.

Descrizione –
Il Myriophyllum spicatum è una pianta perenne con steli sottili lunghi fino a 250 centimetri.
Le foglie sommerse (di solito tra 15 e 35 mm di lunghezza) sono portate in vortici pennati di quattro, con numerose foglioline filiformi lunghe circa 4-13 mm.
Le piante sono monoiche con fiori prodotti nelle ascelle delle foglie (il fiore maschile è sopra quello femminile) su uno spuntone lungo 5–15 cm tenuto verticalmente sopra la superficie dell’acqua; ogni fiore è poco appariscente, di colore rosso-arancio, lungo 4-6 mm.

Coltivazione –
Il Millefoglio d’acqua comune è una pianta che richiede un substrato sabbioso, ricco di materia organica in decomposizione, in pieno sole. Le piante svernano come gemme dormienti sul fondo degli stagni.
La pianta può riprodursi per seme ma questo è molto probabilmente di germinazione limitata, soprattutto se diventa secco, quindi è meglio seminare non appena è maturo in serra fredda, se possibile. Altrimenti si consiglia di conservare il seme in un luogo fresco in un barattolo d’acqua e seminare in primavera per poi trapiantare le piantine quando sono abbastanza grandi da maneggiarle.
La pianta si riproduce anche per via vegetativa tramite i frammenti radicanti dei fusti e può divenire invasiva formando praterie immerse molto estese.
Le talee possono essere inserite direttamente nel terreno del laghetto in qualsiasi momento durante la stagione di crescita.

Usi e Tradizioni –
Il Myriophyllum spicatum è una pianta acquatica ossigenante che vive completamente immersa in acqua dai 30 ai 300 cm, le foglie sommerse oltre alla funzione di filtro offrono rifugio agli avannotti di pesci e insetti acquatici. Questa pianta è capace di mantenere l’acqua del luogo in cui cresce, pulita e ossigenata.
Inoltre in alcune zone viene raccolta allo stato naturale come alimento e uso medicinale.
Di questa pianta si consumano le radici, sia crude che cotte, ed erano un alimento molto apprezzato da diverse tribù indiane native del Nord America.
Per uso medicinale la pianta ha proprietà emollienti e febbrifughe.
Nei laghi o in altre aree acquatiche dove le piante acquatiche native non sono ben stabilite, la pianta può diffondersi rapidamente.
La crescita densa di questa pianta può anche avere un impatto negativo sulla pesca creando microhabitat per i pesci giovani e ostruendo lo spazio per i pesci più grandi, interrompendo in definitiva i normali schemi di alimentazione. A causa dell’incapacità della pianta di fornire lo stesso microhabitat per gli invertebrati rispetto alle specie di piante acquatiche autoctone, le aree densamente popolate con questa specie creano un ecosistema con meno fonti di cibo per i pesci circostanti.
La crescita intensiva di Myriophyllum spicatum può anche creare zone ipossiche bloccando la penetrazione del sole nella vegetazione acquatica nativa impedendo la normale fotosintesi.
Il Myriophyllum spicatum si ibrida con il Myriophyllum sibiricum diventando invasivo anche in Nord America. Questa ibridazione è stata osservata negli Stati Uniti centro-occidentali superiori (Indiana, Minnesota, Michigan, Wisconsin) e nel nord-ovest (Idaho, Washington).
Sono stati messi in atto sistemi di controllo biologico di questa pianta; tra questi si ricorda la falena Acentria ephemerella che si nutre e danneggia questa pianta.
Anche un insetto, l’Euhrychiopsis lecontei è stato utilizzato come biocontrollo. Un altro metodo per il biocontrollo è la carpa erbivora, (una delle specie di carpe asiatiche) che è stata allevata come sterile, a volte viene rilasciata nelle aree colpite, poiché questi pesci si nutrono principalmente di piante acquatiche e si sono dimostrati efficaci nel controllare la diffusione. Tuttavia, la carpa preferisce molte specie autoctone a questa pianta, per cui di solito decimerà queste specie prima di agire sul Myriophyllum spicatum.
Uno dei metodi di diffusione di questa pianta è causato dalle barche. Metodi efficaci per mitigare questa diffusione sono le ispezioni visive con successiva rimozione manuale o lavaggio a pressione dopo la rimozione dall’imbarcazione.
Dal punto di vista biochimico si ricorda che il Myriophyllum spicatum produce acidi ellagico, gallico e pirogallico e (+) – catechina, polifenoli allelopatici che inibiscono la crescita dell’alga blu-verde Microcystis aeruginosa.

Modalità di Preparazione –
Il Myriophyllum spicatum è una pianta con buone capacità ossigenanti e di purificazione delle acque, a condizione che non diventi invasiva.
Questa pianta ha avuto, soprattutto nel passato, anche utilizzi alimentari e medicinali. Un tempo diverse tribù indiane native del Nord America consumavano le radici, sia crude che cotte.
Inoltre per uso medicinale la pianta viene impiegata per le sue proprietà emollienti e febbrifughe.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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