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Garrulus glandarius

Garrulus glandarius

La ghiandaia (Garrulus glandarius (Linnaeus, 1758)) è un uccello appartenente alla famiglia dei Corvidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Superphylum Deuterostomia,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Infraphylum Gnathostomata,
Superclasse Tetrapoda,
Classe Aves,
Sottoclasse Neornithes,
Superordine Neognathae,
Ordine Passeriformes,
Sottordine Oscines,
Infraordine Corvida,
Famiglia Corvidae,
Genere Garrulus,
Specie G. glandarius.
All’interno di questa specie si riconoscono ben 34 sottospecie, che sono:
– Garrulus glandarius hibernicus Witherby & Hartert, 1911 – endemica dell’Irlanda;
– Garrulus glandarius rufitergum Hartert, 1903 – diffusa in Gran Bretagna, Normandia e Bretagna;
– Garrulus glandarius glandarius (Linnaeus, 1758) – la sottospecie nominale, diffusa in Europa centrale e Fennoscandia, ad est fino agli Urali;
– Garrulus glandarius fasciatus (Brehm, 1857) – endemica della penisola iberica;
– Garrulus glandarius corsicanus Laubmann, 1912 – endemica della Corsica;
– Garrulus glandarius ichnusae Kleinschmidt, 1903 – endemica della Sardegna;
– Garrulus glandarius albipectus Kleinschmidt, 1920 – diffusa nella penisola italiana, in Sicilia e in Dalmazia;
– Garrulus glandarius graecus Keve-Kleiner, 1939 – diffusa nella penisola balcanica e in Grecia;
– Garrulus glandarius ferdinandi Keve-Kleiner, 1944 – diffusa in Tracia;
– Garrulus glandarius cretorum Meinertzhagen, 1920 – endemica di Creta;
– Garrulus glandarius glaszneri Madarász, 1902 – endemica di Cipro
– Garrulus glandarius whitakeri Hartert, 1903 – diffusa nel nord del Maroccoe in Algeria nord-occidentale;
– Garrulus glandarius minor Verreaux, 1857 – diffusa nell’Atlante sahariano;
– Garrulus glandarius cervicalis Bonaparte, 1853 – diffusa dalla Cabilia al nord-ovest della Tunisia;
– Garrulus glandarius samios Keve-Kleiner, 1939 – endemica di Samo;
– Garrulus glandarius anatoliae Seebohm, 1883 – diffusa nella penisola anatolica ad est fino ai monti Zagros;
– Garrulus glandarius iphigenia Sushkin & Ptuschenko, 1914 – endemica della Crimea;
– Garrulus glandarius krynicki Kaleniczenko, 1839 – diffusa in Turchia nord-orientale e nel Caucaso;
– Garrulus glandarius atricapillus Geoffroy Saint-Hilaire, 1832 – diffusa nel Levante (Siria e Giordania occidentali, Israele);
– Garrulus glandarius hyrcanus Blanford, 1873 – diffusa nel sud-est dell’Azerbaigian e lungo le coste iraniane del Mar Caspio;
– Garrulus glandarius brandtii Eversmann, 1842 – diffusa dagli Urali a Sakhalin, a Hokkaidō e alla Corea, a sud fino al nord di Turkestan e Mongolia e alla Manciuria;
– Garrulus glandarius kansuensis Stresemann, 1928 – diffusa in Cina centrale (Qinghai, Gansu e nord-ovest del Sichuan);
– Garrulus glandarius pekingensis Reichenow, 1905 – diffusa in Cina orientale (Liaoning meridionale, Shanxi, Hebei e area di Pechino);
– Garrulus glandarius japonicus Temminck & Schlegel, 1847 – diffusa a Honshū e Oshima;
– Garrulus glandarius tokugawae Taka-Tsukasa, 1931 – endemica di Sado;
– Garrulus glandarius orii Kuroda, 1923 – endemica di Yakushima;
– Garrulus glandarius sinensis Swinhoe, 1871 – diffusa in Cina centro-meridionale e nel nord della Birmania;
– Garrulus glandarius taivanus Gould, 1863 – endemica di Taiwan;
– Garrulus glandarius bispecularis Vigors, 1831 – diffusa sulle pendici sud-occidentali dell’Himalaya dall’area di Murri al Nepal occidentale;
– Garrulus glandarius interstinctus Hartert, 1918 – diffusa lungo le pendici sud-orientali dell’Himalaya, dal sud del Tibet all’Assam;
– Garrulus glandarius persaturatus Hartert, 1918 – endemica del sud dell’Assam;
– Garrulus glandarius oatesi Sharpe, 1896 – endemica del nord-ovest della Birmania;
– Garrulus glandarius haringtoni Rippon, 1905 – diffusa in Birmania occidentale;
– Garrulus glandarius leucotis Hume, 1874 – diffusa dalla Birmania centrale all’Indocina centrale e meridionale.
A loro volta queste 32 sottospecie di ghiandaia possono essere divise in otto gruppi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La ghiandaia è una specie diffusa in un vasto areale paleartico che comprende tutta Europa, Asia e Africa settentrionale. Nel dettaglio è diffusa in gran parte dell’Europa (comprese le Isole Britanniche, mentre la specie è assente dal sud-ovest della penisola iberica, dall’Islanda e dalle porzioni centrali e settentrionali della penisola scandinava), i monti dell’Atlante in Nordafrica, la penisola anatolica, il Caucaso, il Levante, la Mesopotamia e le coste meridionali del Mar Caspio, e si estende ad est attraverso l’Asia centrale e la Siberia fino alla Manciuria (compresa l’isola di Sakhalin) e al Giappone, andando a sud (sebbene con areale disgiunto) fino all’Indocina (Birmania e coste settentrionali del golfo del Siam) e alle pendici meridionali dell’Himalaya.
Questa specie è diffusa in Italia in tutto il territorio nazionale, comprese le isole maggiori, con due sottospecie di cui la G. g. albipectus, presente in tutto il territorio nazionale tranne che in Sardegna dove è presente la sottospecie endemica G. g. ichnusae.
L’habitat di questo volatile è quello delle foreste cedue e miste, con predilezione per le aree boschive a prevalenza di querce e carpini anche se si rivela una specie molto adattabile, che abita senza grossi problemi anche la taiga, le pinete e la macchia mediterranea. Inoltre colonizza anche giardini, parchi ed aree alberate suburbane, non di rado beneficiando della presenza di acqua e cibo (sotto forma di granaglie reperibili nelle mangiatoie per uccelli di piccola taglia).

Descrizione –
La ghiandaia è un uccello passeriforme con una lunghezza totale di 33-36 cm, un’apertura alare di 52-58 m, per un peso di 150-200 grammi, con minimo dimorfismo sessuale.
Si riconosce per l’aspetto robusto, con una grossa testa squadrata e allungata con becco forte e conico e penne del vertice erettili che formano una cresta che l’animale alza in caso di eccitazione o interesse.
Possiede delle zampe forti; le ali sono arrotondate e digitate e la coda è piuttosto lunga (poco meno della metà del totale) e presenta estremità cuneiforme.
Riconoscibile facilmente anche per la livrea caratterizzata da un piumaggio inconfondibile in quanto l’area attorno alle narici, la gola, l’area attorno agli occhi ed il sottocoda sono di colore bianco puro, mentre fronte e vertice presentano penne bianche dalla punta nera. Ai lati del becco è presente un largo mustacchio nero che curva verso il basso fino al margine superiore del collo.
Le ali remiganti secondarie e primarie sono di colore nero (queste ultime solo nel terzo distale e alla base, essendo per il resto bianco-argentee) e la coda (anche questa bianca alla base). Le copritrici presentano invece un colore azzurro acceso, con in mezzo delle bande orizzontali nere orlate di bluastro, caratteristica assieme alle larghe bande alari bianche e nere che rende riconoscibile l’uccello anche in volo.
Il resto del piumaggio è invece di colore grigio-beige con sfumature rosate, particolarmente evidenti su nuca e petto, mentre il ventre tende ad essere lievemente più chiaro e dorso e ali mostrano invece maggiore tendenza al grigiastro.
Si hanno invece variazioni consistenti della livrea nelle popolazioni regionali a livello di colorazione degli occhi, della testa, delle bande bianche e dell’intensità della sfumatura rossiccia del piumaggio.
Le uova sono di colore azzurro-grigiastro con rada picchiettatura di colore marrone-rossiccio, non di rado con screziature più evidenti verso il polo ottuso.
Il volo appare un po’ pesante, battuto e planato.
Il richiamo è inconfondibile: aspro e stridente, che viene emesso molto frequentemente, e può essere udito soprattutto durante i mesi caldi. Questo uccello, inoltre, è in grado di imitare i suoni percepiti nell’ambiente circostante, dal canto degli uccelli (compresi i richiami dei propri potenziali predatori, fra cui l’allocco) alla voce umana.

Biologia –
La ghiandaia, come detto, frequenta boschi costituiti da querceti, castagneti e macchie.
È un uccello rigidamente monogamo, nel quale le coppie tendono a rimanere insieme per molti anni.
Prima dell’accoppiamento il maschio corteggia la femmina emettendo un canto rauco e sgraziato e facendole offerte di cibo.
Il periodo di accoppiamento inizia tra marzo ed aprile, tempo in cui le coppie si isolano e provvedono alla costruzione di un nido molto rozzo, a forma di coppa appiattita, che viene costruito, generalmente, in cima agli alberi. Questo viene realizzato da ambedue i sessi intrecciando rametti, sterpi, fili d’erba e pagliuzze per la parte esterna e foderando l’interno con materiale più soffice, ma sempre di origine vegetale, come radichette e muschio.
In questo nido la femmina depone 5-6 uova, in genere con una sola covata annua.
Il periodo di incubazione, eseguito da entrambi i genitori è di 16-17 giorni.
I piccoli lasciano il nido dopo 19-29 giorni.

Ruolo Ecologico –
La ghiandaia è un animale molto scontroso e difficile da avvicinare.
Sebbene sia un uccello tendenzialmente stanziale, la ghiandaia è un ottimo volatore, e soprattutto le popolazioni delle aree più fredde tendono a migrare verso climi più miti (o a quota più bassa, se si tratta di popolazioni montane) per sfuggire ai rigori invernali, seguendo pattern irregolari.
Inoltre vive generalmente a coppie, ma talvolta anche in gruppetti, i quali si dimostrano tuttavia molto fluidi e facilmente tendenti allo sparpagliamento e alla dispersione dei singoli esemplari.
Inoltre ha abitudini di vita essenzialmente diurne; si muove indifferentemente fra i vari strati delle aree boschive, passando al suolo il tempo impiegato per la ricerca del cibo, fra i cespugli e il sottobosco i periodi di riposo o di osservazione dei dintorni e fra i rami degli alberi i momenti di fuga dai predatori o le ore notturne.
Una particolarità è quella della pulizia del piumaggio che si fanno effettuare dalle formiche rosse mediante la tecnica del “bagno di formiche”.
Dal punto di vista alimentare è un uccello tendenzialmente onnivoro anche se durante il periodo riproduttivo la dieta diventa maggiormente insettivora a causa dell’ aumento dalle attività di corteggiamento e allevamento della prole.
Si nutre soprattutto di grossi insetti e larve e va sottolineata la funzione di contenimento naturale che questo uccello svolge nelle pinete a pino nero, dove tiene a bada la processionaria, piccoli mammiferi (roditori, pipistrelli e topiragni) e rettili (lucertole, gechi e financo piccoli serpenti), nidiacei e uova di piccoli uccelli reperiti nei nidi (dei quali le ghiandaie, sebbene molto meno rispetto alle “cugine” gazze, sono grandi razziatrici). Tuttavia il cibo preferito di questo uccello sono le ghiande, che costituiscono da sole più della metà della dieta di questo animale e che ne rappresentano la stragrande maggioranza del sostentamento durante i mesi freddi.
La porzione vegetale dell’alimentazione comprende inoltre faggiole, castagne, noci, nocciole, granaglie, bacche (soprattutto more e sorbi) e frutti (in particolar modo mele e fichi).
Una particolare attitudine di questo uccello è quella di stipare il cibo in eccesso (soprattutto ghiande) in numerosi nascondigli posizionati nei ceppi, sotto la corteccia degli alberi o al suolo, in un ampio raggio (fino a 20 km di distanza dal sito di raccolta) del suo territorio, badando bene di non essere osservata da altri esemplari durante tale operazione.
Queste provviste vengono accumulate durante tutto l’anno, con picchi verso la fine dell’estate, allo scopo di far fronte agli eventuali rigori dell’inverno con scorte di cibo adeguate.
A causa di questa sua abitudine questo uccello ha svolto nei secoli un importante ruolo nella diffusione ed espansione della farnia e del leccio, in particolar modo la rapida espansione di queste specie verso nord subito dopo la fine dell’ultima era glaciale sembrerebbe in massima parte attribuibile alla dispersione da parte di questi uccelli.
Secondo la IUCN questa specie, almeno per l’areale italiano risulta in aumento.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.



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