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Aclees cribratus

Aclees cribratus

Il punteruolo nero del fico (Aclees cribratus Gyll.) è un coleottero appartenente alla famiglia dei Curculionidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Coleopteroidea,
Ordine Coleoptera,
Sottordine Polyphaga,
Infraordine Cucujiformia,
Superfamiglia Curculionoidea,
Famiglia Curculionidae,
Sottofamiglia Molytinae,
Tribù Hylobiini
Genere Aclees,
Specie A. cribratus.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
I coleotteri del genere Aclees sono degli insetti presenti in un areale dell’Asia orientale che comprende: Cina, Giappone, Taiwan, Borneo, Myanmar, Giava, Laos, Sri Lanka, Micronesia, Isole Salomone e in Australia, nell’Africa equatoriale a sud del Sahara e in Madagascar-
L’ Aclees cribratus è presente in un areale più ristretto che include: Cina, Borneo, Giava, Myanmar e per effetto d’importazione, l’India.
Successivamente l’insetto, per via di importazioni è comparso in Europa (prime segnalazioni in Francia ed in Italia).

Morfologia –
Il punteruolo nero del fico è un curculionide di grandi dimensioni, con tegumento nero moderatamente brillante e rostro allungato e antenne inserite alla sua estremità. A differenza delle altre specie del genere Aclees ha il pronoto largo, poco più stretto della base delle elitre, coperto da punteggiatura che si estende anteriormente verso il capo.
Questo coleottero, sia per le dimensioni che per il suo aspetto può essere confuso con altre specie della stessa tribù degli Hylobiini già presenti nei territori europei ed italiani.
Le larve mature misurano poco più di 15 mm di lunghezza.

Attitudine e Ciclo biologico –
Per quanto riguarda la biologia di questo insetto si è osservato che la femmina scava dei fori nella corteccia, con il lungo rostro, deponendovi poi un uovo sul fondo. Questa operazione viene effettuata, di solito, su rami feriti oppure spezzati apicalmente.
La larva scava gallerie irregolari fra la corteccia e il legno.
Lo stadio di pupa dura fino a 10 giorni e il ciclo di sviluppo si completa in 40 giorni circa.
L’ Aclees cribratus è una specie anfigonica legata a Ficus spp. e a molte sue varietà. In casi già controllati, gli stadi larvali sono xilofagi endofagi ipogei mentre gli adulti si alimentano dei siconi (infruttescenza) delle piante ospiti producendo su di questi tipiche erosioni, con particolare scelta delle loro dimensioni e della posizione sul ramo.
Gli adulti, dopo lo sfarfallamento che inizia dalla seconda decade di settembre, fino ad ottobre e oltre, non rimangono nel terreno di ma escono e si riparano fra il manto erbaceo o altrove per ritornare e sostare sulla nutrice, di sera o durante il giorno, per alimentarsi, finché le condizioni climatiche sono favorevoli e, inoltre, nel periodo necessario per l’ovideposizione.
Per la nutrizione vengono preferibilmente erosi i siconi all’apice dei rametti mentre sono meno appetiti quelli in stato più avanzato di sviluppo o in altra dislocazione. Da ottobre in poi si riscontrano larve del coleottero nei primi stadi vitali nel legno delle talee e adulti in accoppiamento.
In mancanza del nutrimento preferito, in cattività (laboratorio), vengono divorate infruttescenze di ogni dimensione e foglie mentre il legno dei rametti viene intaccato con tipiche decorticazioni.
Ad oggi sono in corso approfondimenti per stabilire al meglio la durata del ciclo e di ogni fase evolutiva; il numero delle generazioni; i fattori biotici e abiotici che influiscono sullo sviluppo del coleottero e altri dettagli utili a proteggere le colture dalle possibili infestazioni.

Ruolo Ecologico –
L’ Aclees cribratus è un coleottero che danneggia il Ficus carica in tutte le varietà coltivate. È stato confermato che la presenza delle larve, a vita strettamente interna alla pianta, non è facilmente individuabile finché non si arriva al completo disfacimento del tessuto legnoso infestato; a questo punto possono essere danneggiate anche le basi di inserzione delle radici nella parte interrata della talea.
Le zone invase possono ospitare anche 8-12 individui assai voraci, di diverse età.
I sintomi esterni si possono rilevare attraverso la parte epigea della pianta che accusa disseccamenti, brachizzazioni, riduzione di vigoria, alterazioni e ingiallimenti fogliari che rendono non commerciabili i soggetti colpiti.
Il fico, fruttifero rustico e vigoroso, cerca in qualche caso di reagire con l’emissione di radici avventizie al di sopra dell’area compromessa ma i tempi e i costi di produzione divengono insostenibili.
Per quanto riguarda il monitoraggio della presenza dell’insetto si è potuto constatare che il fallimento dei vari tentativi di difesa messi in atto dai vivaisti, le prime indagini e le parallele prove di lotta intraprese hanno confermato che non è possibile raggiungere e aver ragione degli stadi preimmaginali dell’ Aclees cribratus sfruttando l’azione biotossica di microrganismi (insetticidi biologici o bioinsetticidi) o ricorrendo ad antiparassitari chimici.
Questo perché le fasi preadulte sono ben riparate e protette nel legno interrato e inoltre il tipo di allevamento in vaso del fico (tipico dei vivai) solleverebbe difficoltà di distribuzione e possibili squilibri al buon esito della coltura.
Si è visto, invece, che gli adulti possono essere colpiti quando arrivano dall’esterno per alimentarsi sulla nutrice o raggiungono il vaso in cui è contenuta per l’ovideposizione.
Si tratta ancora di precisare in che epoche si verificano nel tempo e nello spazio queste fasi bioetologiche, con ulteriori studi ed approfondimenti.
Tuttavia, similmente al comportamento del coleottero simile A. hirayamai che è attratto dalla luce è possibile che anche A. cribratus, buon volatore, si comporti nello stesso modo rendendo praticabile un possibile monitoraggio mediante l’uso di trappole luminose.
Infine è possibile che tecniche di allevamento intensivo, tipiche degli allevamenti in vivaio o di alcune coltivazioni, creino condizioni più favorevoli a questo coleottero. In tal caso bisogna effettuare anche approfondimenti sui predatori naturali con individuazione di quelli utili al contenimento di questo insetto.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Ciampolini M., e Regalin R. – Istituto di entomologia agraria Università degli studi di Milano.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.




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