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Cordyceps sinensis

Cordyceps sinensis

Lo Yartsa gunbu o fungo bruco (Cordyceps sinensis (Berk.) Sacc. 1878) è un fungo Ascomicete appartenente alla famiglia delle Cordycipitaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Ascomycota, Sottodivisione Pezizomycotina, Classe Ascomycetes, Sottoclasse Hypocreomycetidae, Ordine Hypocreales, Famiglia Cordycipitaceae e quindi al Genere Cordyceps ed alla Specie C. sinensis.
Sono sinonimi i termini:
– Ophiocordyceps sinensis (Berk.) G.H.Sung, J.M.Sung, Hywel-Jones & Spatafora (2007);
– Sphaeria sinensis Berk. (1843).

Etimologia –
Il termine Cordyceps proviene dal greco κορδύλη cordýle clava e dal suffisso latino -ceps (derivato da cáput) capo, testa: col cappello a forma di clava.
L’epiteto specifico sinensis viene da Sínae Cina: cinese.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cordyceps sinensis è un fungo con crescita annuale, con periodo di raccolta tra i mesi di Aprile e Agosto. La fruttificazione avviene fuori dal corpo delle larve delle falene e prospera solo ad altitudini superiori ai 3.800 metri sul livello del mare, al freddo, in prati alpini nell’altopiano montuoso dell’Himalaya, in Tibet, e nelle moderne province cinesi di: Sichuan, Gansu, Hubei, Zhejiang, Shanxi, Guizhon, Qinghai e Yunnan.
Il bruco mostra i primi segni dell’infezione fungina in primavera, momento in cui il micelio comincia a decomporre il corpo della larva fino ad arrivare alla fruttificazione completa. Dopo che la fonte di cibo costituita dal bruco è stata esaurita e l’inverno lascia il posto ai mesi primaverili ed estivi, inizia la raccolta di questo fungo, anche perché lo scioglimento della neve a bassa quota ne facilita il processo.

Riconoscimento –
Il Cordyceps sinensis si riconosce per avere l’ascocarpo o corpo fruttifero che cresce dalla testa del corpo delle larve di insetto (che di solito sono le larve della falena tibetana, l’Hepialus armoricanus (sinonimo di Thitarodes armoricanus Oberthür, 1909 ), anche se di tanto in tanto si può incontrare su altri insetti ospiti) e termina al di fuori di esso, comprendendo il gambo e lo stroma.
Il corpo fruttifero è di colore marrone scuro tendente al nero; il corpo larvale che contiene il micelio del fungo assume una colorazione giallastra tendente al marrone. Le larve immature, che costituiscono l’incubatrice su cui il Cordyceps cresce, di solito vivono circa 6 centimetri sotto terra, sono lunghe 10-15 mm e hanno un peso di circa 0,05 g. Le spore infestanti del fungo, che secondo il parere di alcuni micologi possano essere l’agente infettivo per l’insetto, sono lunghe circa 5-10 µm.
Quando il fungo si avvicina alla maturità, avrà già consumato più del 99% dell’organismo infestato, mummificandone completamente il corpo. Come lo stroma matura, si gonfiano e sviluppano il perielio. Il peso medio di un organismo,compreso lo stroma, è solo circa 0,06 g, ottime condizioni permettendo; le spore sono poi scaricate e portate dal vento a pochi centimetri dalla loro caduta di origine.
Si ricorda che i Cordyceps, come molti altri Ascomiceti, possono fruttificare in uno stadio imperfetto (anamorfo) che non somiglia allo stadio perfetto (teleomorfo).
Gli anamorfi, che sono stati descritti spesso sotto nomi differenti, non sono facili da collegare ai teleomorfi perché solo molto raramente appaiono in maniera simultanea.

Coltivazione –
Il Cordyceps sinensis è un fungo molto raro che cresce ad altezze elevate negli altopiani del Tibet ed è molto difficile da coltivare. Il suo valore enorme ha attirato, nelle aree di crescita, numerosi raccoglitori anche da altre zone della Cina, creando malcontenti e situazioni anche violente. Questa “corsa al Cordyceps” ha portato anche a un’anticipazione dei tempi di raccolta con conseguente aumento del rischio di estinzione di questa specie. Tale anticipazione non permette infatti a questo organismo di produrre e disseminare le spore, essenziali per la sua riproduzione e sopravvivenza. Fortunatamente organizzazioni con l’obbiettivo di protezione di questa specie dall’estinzione, in collaborazione con istituzioni governative, stanno regolamentandone la raccolta. In Europa è vietata l’importazione del Cordyceps in quanto specie in via di estinzione. Fortunatamente si è trovato il modo di coltivare il Cordyceps in laboratorio in colture controllate riducendo in questo modo i costi e permettendo l’utilizzo di questo rimedio in tutto il mondo.

Usi e Tradizioni –
Il Cordyceps sinensis è un fungo medicinale raro ed esotico, conosciuto in Cina da moltissimi secoli. È uno di quei funghi che ha numerosi riferimenti, di vasta portata, sui possibili effetti medicinali. Il suo uso in occidente è invece maggiormente conosciuto solo negli ultimi decenni.
Viene conosciuto con vari nomi tra cui quello giapponese di Totsu kasu o Tochukasu e quelli cinesi di: Hia Tsao Tong Tchong, Dong Chong Xia Cao (Chong Cao), (letteralmente: “fungo d’inverno, erba d’estate”Cinese antico; Cinese moderno).
Nell’uso storico e generale il termine “Cordyceps” di solito si riferisce specificamente alla specie Cordyceps sinensis, ma ci sono anche molte altre specie strettamente correlate che vanno sotto il termine generale di Cordyceps. Ci sono quindi molte altre specie del genere Cordyceps in cui la scienza moderna ha trovato preziose proprietà medicinali.
Tornando al Cordyceps sinensis, questo fungo è conosciuto e utilizzato da molti secoli nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC).
In natura, come detto, si trova solo ad alta quota nell’altopiano dell’Himalaya, ed è quindi difficile da trovare e raccogliere. A causa delle difficoltà di raccolta di questo medicinale esotico, il Cordyceps è sempre stato uno dei rimedi naturali più costosi conosciuti. Questo prezzo elevato lo relegava quasi esclusivamente ai membri della corte imperiale e altri affiliati della nobiltà cinese, ed è stato storicamente fuori dalla portata del soggetto cinese medio.
Tuttavia, nonostante il suo costo e rarità, la grande quantità, senza precedenti, di usi medicinali lo hanno reso un fungo di grande valore della tradizione medica cinese.
Conosciuto da più di 2000 anni, sia in Cina sia in tutto l’Oriente, la fama di questo incredibile fungo ha raggiunto il pubblico scientifico occidentale solo nel 1726, quando è stato introdotto in una riunione scientifica a Parigi. Un sacerdote gesuita, che ha raccontato le sue esperienze con il fungo Cordyceps durante un soggiorno alla corte dell’imperatore cinese, portò i primi esemplari del fungo in Francia (Pereira, 1843).
Mentre rimane sempre una rarità in natura, i moderni progressi tecnologici nella coltivazione di quest’ultimo lo hanno reso più reperibile e hanno ridotto i prezzi, permettendo che il monitoraggio sugli usi medicinali possa continuare e che aumentino i trattamenti con esso. Inoltre, questo permette di dimostrare al pubblico come procedono gli studi clinici e comprovare scientificamente ciò che la Medicina Tradizionale Cinese, e i suoi praticanti, hanno riconosciuto per secoli: la leggendaria efficacia del fungo Cordyceps.
A questo fungo vengono attribuite le capacità di migliorare le difese immunitarie. Si ritiene inoltre che possa agire contro le cellule tumorali, promuovendo una riduzione nelle dimensioni delle masse neoplastiche (nello specifico nelle forme di cancro che possono colpire i polmoni o la pelle). Infine, questo fungo è ritenuto un adattogeno, cioè un rimedio in grado di aumentare l’energia e la forza a disposizione e di ridurre l’affaticamento.
Nel corso degli anni il suo impiego è stato consigliato contro problemi molto diversi fra loro: dai disturbi alle vie respiratorie (come tosse e bronchite cronica) a quelli che colpiscono i reni o il fegato, il colesterolo alto, i capogiri, la debolezza, la necessità di urinare durante la notte, le disfunzioni sessuali maschili, l’anemia, il battito cardiaco irregolare, gli acufeni, la perdita di peso indesiderata e la dipendenza dall’oppio. Viene altresì proposto per rinforzare il sistema immunitario, promuovere la longevità, migliorare la funzionalità epatica in caso di epatite B, migliorare le performance atletiche e combattere l’invecchiamento.
Ricordiamo, comunque, che le prove scientifiche sinora raccolte a sostegno di tali utilizzi sono però insufficienti, e l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha pertanto autorizzato i claim secondo cui fornirebbe potere antiossidante a supporto delle difese immunitarie, aumenterebbe le performance e la resistenza durante un’attività fisica pesante, neutralizzerebbe i radicali liberi, aiuterebbe a rinforzare l’organismo, supporterebbe il sistema immunitario e rinvigorirebbe l’intero corpo.
Inoltre è bene sottolineare come a causa del suo asserito effetto sul sistema immunitario, l’assunzione di Cordyceps sinensis potrebbe interagire con quella di ciclofosfamide, immunosoppressori e prednisolone.
In generale, l’assunzione – per via orale per brevi periodi – è considerata sicura. Non è però da escludere che possa essere sconsigliata in caso di gravidanza, allattamento, interventi chirurgici programmati, malattie autoimmuni e disturbi emorragici. In caso di dubbio, è bene chiedere consulto al proprio medico.
Il Cordyceps contiene una grande variabilità di sostanze biologicamente attive, considerate importanti dal punto di vista nutrizionale; contiene tutti gli amminoacidi essenziali, le vitamine E, K, B1, B2 e B12, mono-, di- e oligosaccaridi, polisaccaridi, proteine, steroli, nucleosidi e analoghi dei nucleosidi, macro e microelementi (K, Na, Ca, Mg, Fe, Cu, Mn, Zn, Pi, Se, Al, Si, Ni, Sr, Ti, Cr, Ga, V e Zr). Tra i componenti bioattivi più potenti ci sono gli analoghi dei nucleosidi, non riscontrabili in altri rimedi naturali: la Cordicepina (3’-deossiadenosina), l’acido cordicepico, la 2’-deossiadenosina e altri analoghi dei nucleotidi deossigenati (uridina, deossiuridina, adenosina, dideossiadenosina). Ci sono poi polisaccaridi, ciclo furani, beta-glucani, beta-mannani. Dalla forma anamorfa (Tolypocladium inflatum) di una specie di Cordyceps (Cordyceps subsessilis) è stata isolata la ciclosporina, una sostanza immunosoppressiva che ha cambiato il corso della medicina permettendo la terapia farmacologica post-trapianto orientata a evitarne il rigetto. Nel Cordyceps sono stati identificati anche una serie di steroli: ergosterolo, beta-3 ergosterolo, ergosterolo perossido, 3-sitosterolo, daucosterolo, campeasterolo e altri.
Tra le sostanze bioattive contiene oltre a Oligoelementi e Vitamine, molti polisaccaridi. In particolare:
– Acido Cordicepico (D-Mannitolo) ;
– Galattomannano;
– Micosio;
– Ergosterolo;
– Gracile;
– Adenosina;
– Acido palmitico;
– Cordicepina, un derivato del nucleoside adenosina ritenuto il più importante componente attivo dal punto di vista terapeutico;
– Steroli;
– 5alfa-8alfa-epidioxy-5alfa-ergosta-6,22-dien-3beta-ol.
Un fatto molto curioso riguardo a questo fungo è ciò che è accaduto nel settembre 1993 quando in Cina scoppiò uno scandalo riguardante i Giochi Nazionali di Pechino. In una sola settimana furono infranti tre record mondiali di atletica femminile. Non era mai successo nulla di simile. Nell’ambito dell’atletica leggera qualcuno protestò. Perché tanti record mondiali crollassero in un solo luogo e in così breve tempo, le atlete dovevano aver assunto sostanze anabolizzanti. L’esame delle urine avrebbe sicuramente confermato tale fatto. Ma i test furono negativi, smentendo questa ipotesi. Incalzato dai giornalisti che premevano per sapere come mai le sue atlete fossero capaci di simili prestazioni, l’allenatore Ma Junren menzionò il loro rigido programma di allenamento, la grande passione per lo sport e un elisir segreto ricavato dal Cordyceps sinensis.

Modalità di Preparazione –
Il Cordyceps sinensis si trova già in commercio in vari formulati pronti per l’impiego. Generalmente si utilizzano dai 2 ai 6 cucchiaini al giorno di polvere di Cordyceps sinensis, miscelati con dell’acqua, o in uno yogurt, in un’unica soluzione, o spezzettando l’assunzione durante vari momenti della giornata. Per una migliore assimilazione è consigliabile aggiungere del succo di limone, che contiene vitamina C. Essendo il cordyceps un prodotto altamente digeribile, si può assumere a stomaco vuoto, o dopo i pasti.
Associando la Vitamina C, i principi attivi presenti nei funghi, vengono assorbiti a livello intestinale in modo più completo. Aumenta così l’efficacia del prodotto.
E’ possibile miscelare due o più funghi, o combinarli con altre erbe dall’effetto simile.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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