Un Mondo Ecosostenibile
ErbaceeSpecie Vegetali

Primula vulgaris

Primula vulgaris

La primula comune (Primula vulgaris, Huds., 1762) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Primulaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Dilleniidae, Ordine Primulales, Famiglia Primulaceae e quindi al Genere Primula ed alla Specie P. vulgaris.
Di seguito si riportano alcuni dei sinonimi di maggiore utilizzo:
– Primula acaulis (L.) Hill. (1754);
– Primula acaulis (L.) Hill. subsp. rubra (Sm.) O. Schwarz (1949) (sinonimo = Primula vulgaris subsp. rubra);
– Primula acaulis (L.) Hill. subsp. vulgaris (Hudson) O. Schwarz (1949) (sinonimo = Primula vulgaris subsp. vulgaris);
– Primula acaulis (L.) Hill. var. rubra Sm. in Sibth. & Sm. (1816) (sinonimo = Primula vulgaris subsp. rubra);
– Primula bicolor Rafin. (1810);
– Primula breviscapa Clairv. (1811);
– Primula calycina Mausksch in Kit., non Duby ex Gaudin;
– Primula grandiflora Lam. (1779);
– Primula hybrida Schrank (1789);
– Primula komarovii Lozinsk (1933) (sinonimo = Primula vulgaris subsp. rubra);
– Primula sibthorpii Hoffmanns. & Link (1824) (sinonimo = Primula vulgaris subsp. rubra);
– Primula silvestris Scop. (1771);
– Primula uniflora C.C. Gmelin (1805);
– Primula variabiliis Bast. (1812);
– Primula veris var. acaulis L. (1753) basionimo;
– Primula vernalis Salisb. (1796).
Di questa pianta, che manifesta un’alta variabilità, fanno parte numerose sottospecie di cui se ne citano alcune. L’elenco non è esaustivo ed a causa anche della sinonimia va ancora sottoposto a revisione sistematica.
– Primula vulgaris Huds. subsp. abchasica Soò;
– Primula vulgaris Huds. subsp. balearica (Willk.) Sm. & Forrest. (1928): è endemica delle isole Baleari; con fiori bianchi;
– Primula vulgaris Huds. subsp. calycantha (Cesati) Arcangeli (1882);
– Primula vulgaris Huds. subsp. komarovii Soò;
– Primula vulgaris Huds. subsp. rubra (Sm.) Arcangeli (1882);
– Primula vulgaris Huds. subsp. sibthorpii (Hoffmanns.) Sm. & Forrest. (1928) (sinonimo = Primula sibthorpii Hoffmanns.): si trova nei Balcani e soprattutto in Asia; i fiori sono rosa o rossi;
– Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris: è la specie più comune.
– Primula vulgaris Huds. subsp. woronowii Soò;
– Primula vulgaris Huds. var. caulescens Koch.
Inoltre nell’elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici:
– Primula ×anglica Pax in Engler & Prantl (1889) – Ibrido fra: P. veris subsp. veris e P. vulgaris subsp. rubra;
– Primula ×austriaca Wettst. in A. Kerner (1866) – Ibrido fra: P. veris subsp. canescens e P. vulgaris subsp. vulgaris;
– Primula ×bosniaca G. Beck ex Fiala (1893) – Ibrido fra: P. veris subsp. suaveolens e P. vulgaris subsp. vulgaris;
– Primula ×digenea A. Kerner (1875) – Ibrido fra: P. elatior subsp. elatior e P. vulgaris subsp. vulgaris;
– Primula ×polyantha Miller (1768) – Ibrido fra: P. veris subsp. veris e P. vulgaris subsp. vulgaris;
– Primula ×ternovania A. Kerner (1869) – Ibrido fra: P. vulgaris subsp. vulgaris e P. veris subsp. columnae.

Etimologia –
Il termine Primula è il diminutivo di prímus primo, per la precoce fioritura, essendo fra le prime specie a fiorire.
L’epiteto specifico vulgaris viene da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La primula comune è una pianta presente in quasi tutte le zone temperate dell’Eurasia; è presente in parte anche in Africa settentrionale.
In Italia è una specie alquanto comune tranne che in Sardegna.
Il suo Habitat è quello dei luoghi erbosi/boschivi come i boschi di latifoglie (faggete, quercete e carpineti) e prati magri ma sempre in zone a mezz’ombra o anche lungo i ruscelli e cresce preferibilmente su substrato sia calcareo che siliceo, con pH neutro e medi valori nutrizionali del terreno mediamente umido.
Cresce dal livello del mare fino a 1200 m s.l.m.; essendo inoltre una pianta molto rustica sopporta abbastanza bene le gelate, quindi può spingersi a quote più elevate fino a 2000 m s.l.m. (rilevamento sul Gran Sasso), mentre nel Meridione d’Italia è più facile trovarla sui rilievi.

Descrizione –
La primula comune è una pianta perenne, pelosa, con dimensioni di 8-15 cm di altezza.
Il fusto è praticamente nullo.
Le foglie sono tutte raccolte in una rosetta basale, oblungo spatolate, progressivamente ristrette alla base, arrotondata all’apice, con lamina rugosa, margini irregolari.
I fiori sono senza scapo comune, portati da peduncoli di 4-7 cm, inseriti direttamente sulla rosetta, con calice a tubo, corolla giallina o quasi bianca con macchia gialla o aranciata più scura alla base.
La pianta fiorisce, tra le prime, agli inizi della primavera.
I frutti sono capsule ovate di circa 7-10 mm, deiscenti longitudinalmente per 5 denti, contenenti numerosi semi, irregolari nella forma e dimensioni con margine seghettato, caruncolati, di 1,5-2 x 1-1,5 mm, cob superficie verrucosa, viscida, lucida, brunastra.

Coltivazione –
La primula viene in genere ottenuta da semina, e richiede ambienti freschi e ventilati; comunque le condizioni possono anche variare, in funzione della cultivar e del periodo di sviluppo. Ha bisogno di elevata intensità luminosa per favorisce una fioritura più precoce e un maggior numero di foglie e boccioli fiorali.
Cresce bene, inoltre, di substrati con buon drenaggio, efficace potere tampone e capacità di scambio, affinché non si verifichino improvvisi eccessi o carenze nutrizionali.
Il pH deve oscillare tra 5,5 e 6,0.
Non richiede particolari sistemi di irrigazione e si avvantaggia delle concimazioni azotate da apportare, preferibilmente, con fertilizzanti organici alla fine dell’inverno.

Usi e Tradizioni –
La primula comune viene chiamata anche coi nomi primavera e occhio di civetta.
Questa pianta contiene vari oli essenziali insieme a flavonoidi, carotenoidi e saponina. Le radici contengono zuccheri.
Per il suo contenuto in vari principi attivi possiede alcune proprietà curative: antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso), calmanti (agisce sul sistema nervoso diminuendo l’irritabilità e favorendo il sonno), diuretiche (facilita il rilascio dell’urina), lassative (ha proprietà purgative), pettorali e sudorifere (agevola la traspirazione e favorisce la sudorazione). Nel passato veniva usata più largamente contro l’emicrania e i reumatismi. Ma un uso indiscriminato può causare irritazioni cutanee.
Le parti usate di questa pianta, per vari fini, sono: fiori, foglie e rizoma.
Oltre che per scopi terapeutici la primula trova molto interesse nel giardinaggio. Infatti le Primule accomunano due proprietà molto importanti: sono rustiche di facile impianto e molto decorative. I fioristi quindi si sono cimentati a creare un numero grandissimo di cultivar (soprattutto dalla subsp. sibthorpii o ibridi tra le varie sottospecie) variando la colorazione dei petali, la grandezza del fiore, la bellezza delle foglie, ma anche il numero dei petali o il suo disegno (fimbriato, arricciato, ondulato, frastagliato, ecc.).
Inoltre, la primula comune, trova impiego anche in cucina.
In Inghilterra la “Primula”, è il simbolo politico del Partito Conservatore (”Primrose league”) voluto nel 1884 da lord Randolph Churchill.

Modalità di Preparazione –
Della primula comune si utilizzano le giovani e tenere foglie da impiegare, insieme ad altre erbe, crude nelle insalate, o bollite in zuppe, risotti, frittate. I fiori vengono usati come decorazione commestibile nelle insalate e altri piatti.
In alcune zone con i fiori si usa fare della marmellata, mentre il rizoma può servire per aromatizzare la birra.
Le foglie e i fiori trattate come il tè e possono essere usate per bevande.
Si consiglia di raccoglierla nel periodo tra Febbraio e Maggio.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *