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Riflessioni diverse sul COVID – 19 (Coronavirus)

Riflessioni diverse sul COVID – 19 (Coronavirus)

Gli eventi legati al coronavirus si sono sviluppati così rapidamente da dover portare a concrete e serie riflessioni non tanto di natura sanitaria, che lasciamo agli esperti in materia, quanto per le ricadute di ordine sociale, economico e finanziario.
Come è noto la pandemia di COVID-19 del 2019-2020, comunemente indicata come pandemia o epidemia di coronavirus, è una pandemia della malattia respiratoria COVID-19 causata dal coronavirus SARS-CoV-2, probabilmente iniziata intorno alla fine di dicembre 2019 nella città di Wuhan, capoluogo della provincia cinese dell’Hubei, e successivamente diffusasi in diverse nazioni del mondo, tra cui l’Italia.
Al momento di questo articolo le nazioni coinvolte risultavano essere 146 e non è escluso, ovviamente, che questo numero continui a salire.
Insomma una questione planetaria ma, come detto, soprattutto per le conseguenze trasversali che la pandemia ha generato.
Di fronte alla diffusione così rapida tutti i Paesi, anche se con modalità differenti, hanno dovuto prendere provvedimenti più o meno drastici che ovviamente non potevano non influire su una impalcatura sociale ed economica planetaria che si è rivelata molto più fragile di quello che già è noto da anni.
Chi sta ovviamente subendo il colpo più duro è comunque il sistema economico e finanziario in quanto quello sociale, come la storia ci insegna, è sempre stato e sempre sarà in grado di adeguarsi alle nuove esigenze in tempi più rapidi di quello che potevamo ipotizzare.
Gli umani sono di certo gli esseri viventi più adattabili dell’intero Pianeta.
Il sistema economico ha invece manifestato tutte quelle fragilità e carenze legate ad un modello di globalizzazione, voluto fortemente dalle multinazionali, e mal amministrato dai Governi centrali, fortemente influenzati (e questa è la vera pandemia mondiale) dai poteri forti della finanza.
Ma è proprio il sistema finanziario che, col crollo delle borse europee ha riportato meno di una settimana fa i dati più preoccupanti. Così la borsa di Parigi (-9,5%) ha avuto la peggio, preceduta da Madrid (-8,9%), Francoforte (-8%) e Londra (-7,7%), con Milano a -7%.
Ma anche oltre oceano, sponda USA, le cose non sono andate meglio. Tra i titoli più colpiti il colosso dei viaggi Tui (-38%), EasyJet (-32%) e International Airlines, con già British Airways e Iberia, in calo del 26,63%, mentre Air France cede il 19%.
Sono soprattutto questi ultimi dati a doverci far riflettere.
In un mondo eccessivamente globalizzato, in cui ogni giorno che passa le distanze si vanno riducendo sempre più, abbiamo sempre più bisogno di vettori di trasporto (soprattutto aerei e treni veloci) che, in una emergenza del genere, per via delle restrizioni imposte sono i primi a pagare il prezzo.

Analogie coronavirus - Guerra dei Mondi

Di contro è stata proprio questa globalizzazione, con i suoi scambi veloci, a determinare il trasmettersi così rapido della pandemia che, al di la della sua pericolosità, in tempi passati non si sarebbe diffusa così celermente anche se ovviamente, e questo è uno dei dati positivi, la percentuale di mortalità sarebbe stata molto più elevata.
Se a questo aggiungiamo che, mentre scrivo, si sta manifestando un forte esodo da molte capitali, come Parigi, capiremo benissimo come questo modello economico rischia di implodere per sue fragilità congenite che sono note da anni, come quelle del riscaldamento globale legato proprio a un sistema inerziale esasperato.
Nonostante da decenni cerchiamo di far comprendere la necessità di una inversione di rotta, richiamata a gran voce da ecologisti e scienziati illuminati, è come se il Pianeta, con l’approssimarsi del fatidico 2030 (a cui le Nazioni Unite hanno dedicato l’imponente programma denominato Agenda 2030) stia iniziando ad inviare dei feedback atti a modificare le caratteristiche non più adeguate del sistema stesso.
Chiariamo che non è in discussione la globalizzazione ma l’uso distorto che si è fatto di essa. Il nostro mondo, così come tutti gli esseri viventi che lo abitano, è a sua volta un gigantesco essere vivente e come tale non può vivere e crescere bene se gli demoliamo le cellule.
Erano le cellule della civiltà, con le loro tradizioni, i loro localismi, le loro caratteristiche che, in un sistemo dinamico, davano forza alla struttura mondo. La globalizzazione ha voluto trasformare un corpo fatto di cellule in un corpo senza cellule, membrane, senza osmosi, senza regole e, la biologia ci insegna che senza regole nessun essere vivente può vivere a lungo.
La pandemia di COVID-19 ha messo a nudo una fragilità nota ma trascurata e spesso non compresa da una scuola economica destinata a morire per sempre.
Senza entrare nel dettaglio di questo tema è evidente che ad emergenza terminata, che ci auguriamo faccia meno vittime possibili (perché è la Vita il vero valore che dobbiamo difendere) il mondo inizi una fase di riflessione virtuosa.
In ciò che viviamo ci sono incredibili analogie con il film: La guerra dei mondi (War of the Worlds) di fantascienza del 2005, diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise.
Anche li l’umanità si è trovata a combattere dei potenti alieni (che in questo caso sono certe multinazionali) e i virus (in questo caso il nostro “buon” COVID-19) che li sterminano consegnando una nuova consapevolezza che pian piano trasformerà i futuri uomini rendendoli immuni. La futura umanità.
Il film si conclude con una voce fuori campo che spiega come gli alieni siano morti a causa dei microrganismi contenuti nel sangue a cui, in tanti anni, la specie umana si è adattata. « Poiché gli uomini non vivono e non muoiono invano [. . . ] » è l’ultima frase.
Facciamo in modo che queste vittime da coronavirus dei nostri giorni non siano vissute e morte invano. Forse sono morte per far vivere i nostri figli in un mondo migliore.

Guido Bissanti




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