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Diminuzione Inquinamento causa Coronavirus

Diminuzione Inquinamento causa Coronavirus

La drammaticità del diffondersi del Coronavirus (COVID-19) in tutto il mondo sta generando una serie di provvedimenti da parte dei vari Paesi interessati, Cina per prima ed Italia, con altri, a seguire.
Questi provvedimenti e queste restrizioni ci devono però far riflettere su una direzione che forse, con differente approccio e governo, dovranno prendere tutti gli Stati nei riguardi del mai (seriamente) risolto problema dell’inquinamento.
Infatti, dopo quasi un mese di restrizioni, zone rosse e chiusure di scuole e attività dovute all’ormai famoso Covid-19, si hanno già i primi dati ufficiali:
– l’inquinamento al nord Italia si è decisamente ridotto. I livelli di biossido di azoto, un marcatore dell’inquinamento, sono notevolmente sces;
– anche la Cina vede il verificarsi di un fenomeno simile: gli scienziati della NASA e dell’ESA avevano notato un importante calo del biossido d’azoto, a seguito della forzata chiusura delle attività lavorative, dei trasporti e delle aggregazioni sociali.
Soprattutto in Cina, dove la questione COVID-19 ed i relativi provvedimenti sono stati presi per primi, era da fine febbraio che nelle grandi metropoli cinesi, notoriamente tra le più inquinate del mondo, le rilevazioni satellitari mostravano un’impressionante riduzione delle sostanze inquinanti nell’atmosfera.
Così negli ultimi giorni anche in Italia, le misure prese per far fronte all’emergenza Coronavirus, particolarmente restrittive in una prima fase sulle regioni del Nord Italia, hanno permesso una drastica riduzione dell’inquinamento e dello smog sulla Pianura Padana.

Dati confortati dalle immagini satellitari del Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito dalla Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).
In particolare la chiusura delle scuole e la riduzione del traffico hanno favorito l’abbassamento delle concentrazioni di particolato fine, del biossido di azoto e di altre sostanze inquinanti. In Piemonte, una delle regioni più inquinate del Nord Italia, da inizio marzo nessuna centralina ha mai superato i valori limite di PM10, mantenutesi sempre e ovunque al di sotto dei 50µg/m³.
Ovviamente queste misure, seppur drammaticamente eccezionali, devono far riflettere tutti i Paesi, che tra l’altro hanno firmato gli Accordi di Parigi del 2015, come una impostazione politica e di governo nuova debba essere messa in atto nei confronti delle misure necessarie per combattere il Riscaldamento Globale.
Ovviamente si tratta di programmare una “conversione” verso modelli sociali dove vanno messe in atto politiche, oltre a quelle individuate dagli Accordi di Parigi, nuove soprattutto nei riguardi di:
– agevolazione allo spostamento con mezzi pubblici;
– delocalizzazione e incentivazione del lavoro telematico;
– riduzione degli spostamenti e trasferimenti casa-lavoro;
– informatizzazione di molte procedure e attività lavorative e dei cittadini.
Sono ovviamente solo alcune delle innumerevoli nuove linee che la Politica dovrà percorrere ma se ciò non sarà preso in seria considerazione alla fine dell’emergenza Coronavirus, di cui tutti ci auguriamo un esito meno letale possibile, allora il COVID-19 sarà passato inutilmente e molto presto l’intero Pianeta si troverà a fare i conti con una emergenza di gran lunga superiore.

Guido Bissanti




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