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Alliaria petiolata

Alliaria petiolata

L’Alliaria comune (Alliaria petiolata (M.Bieb) Cavara & Grande) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Dilleniidae, Ordine Capparales, Famiglia Brassicaceae, Sottofamiglia Brassicoideae e quindi al Genere Alliaria ed alla Specie A. petiolata.
Sono sinonimi i termini:
– Alliaria alliaria (L.) Britton;
– Alliaria officinalis Andrz. ex M.Bieb.;
– Erysimum alliaria L.;
– Sisymbrium alliaria (L.) Scop.

Etimologia –
Il termine Alliaria proviene da allium aglio, per l’odore delle foglie stropicciate.
L’epiteto specifico petiolata viene da petiolus (diminutivo di pes piede, base) piccolo piede, peduncolo, da cui picciolo: con foglie dotate di picciolo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Alliaria comune è una pianta che ha una zona d’origine paleotemperata, per cui è diffusa in Europa, Asia (Cina e India settentrionale, fino all’Himalaya) ma anche nell’Africa del Nord.
In Italia è presente sia nella zona marina (rara) che montana (comune) e la si trova nella boscaglia in mezz’ombra e nei boschi umidi di latifoglie, o comunque ricchi di azoto e sostanze organiche (pianta sinantropa), a quote comprese fra 0 e 1700 m s.l.m.. È assente in Sardegna.

Descrizione –
L’ Alliaria petiolata è una specie erbacea biennale, più o meno irsuta, con dimensioni di 30-80 cm di altezza. Questa pianta, se stropicciata, emana un caratteristico odore d’aglio.
I fusti sono eretti, erbacei, fogliosi, in basso pelosi, glabri in alto.
Le foglie sono di colore verde scuro, a margine dentato, con le inferiori lungamente picciolate a lamina ovata con base cordata e le apicali triangolari con picciolo più breve.
I fiori sono di colore bianco e sono tetramero (4 sepali-petali) dialipetali attinomorfi. Le corolle sono larghe 5–8 mm; i sepali sono 4, verdastri e più corti dei petali (circa: 2–3 mm); i petali sono 4, lunghi fino a 6 mm di colore bianco e contengono molto nettare per attirare le api; gli stami sono in numero di 6.
Hanno ovario supero e bi-carpellare che si trova quindi nella parte superiore del perianzio.
L’impollinazione avviene per mezzo di farfalle, falene e api.
L’antesi è tra Aprile e Giugno
Il frutto è una stretta capsula slanciata e patente (siliqua eretta, tetragonale), bivalve-trivalve, lunga 5 cm circa e spessa 2 mm.
I semi sono piccoli, neri e allungati.

Coltivazione –
L’Alliaria comune può essere coltivata a partire dal seme, seminato a spaglio, e può essere coltivata proficuamente in aree fino a 1500 m. s.l.m.
Prediligi terreni fertili, con buona dotazione di sostanza organica, ben dreanti con esposizione a mezzombra.

Usi e Tradizioni –
L’Alliaria petiolata, oltre che come Alliaria comune è conosciuta nelle aree ove cresce come Erba aglina e Lunaria selvatica.
Questa specie svolge un importante ruolo ecologico in quanto, in Europa più di 60 specie di insetti e funghi la utilizzano come fonte di sostentamento, incluso anche le larve di alcuni lepidotteri.
L’Alliaria, trova impiego in farmacia: contiene infatti principi attivi utili in fitoterapia (olii essenziali, glucosidi ed enzimi) per le sue proprietà vulnerarie, espettoranti, diuretiche.
I semi, dal vago sapore e profumo di senape, possono essere usati per stimolare l’appetito, ma anche come vermifughi e revulsivi. Mentre i fiori si impiegano contro l’asma, le foglie come depurative diaforetiche.
Si può preparare come infuso, succo, cataplasma e lozione. L’olio essenziale (simile a quello dell’aglio) si ricava dalle radici.
Trova inoltre impiego nell’industria per produrre diversi coloranti.
Di questa pianta si utilizzano a fini alimentari: fiori, frutti e semi (simili alla senape); infatti le foglie fresche e le tenere cime, possono essere impiegate nelle insalate miste, nelle minestre e come aroma, i semi da usare come surrogato della senape.

Modalità di Preparazione –
Le foglie dell’alliaria possono essere usate in cucina nelle insalate.
In Inghilterra è abbastanza comune utilizzare questa pianta per insaporire i sandwich. Sembra che siano più digeribili di quelle dell’aglio.
I giovani getti primaverili, assieme ad altre verdure, possono essere usati per preparare minestre; questi arrostiti vengono usati anche in torte salate o nelle piadine.
Nel Medioevo si usava nella carne salmistrata (per coprire l’odore sgradevole dopo qualche settimana di conservazione senza frigorifero).

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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