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Calluna vulgaris

Calluna vulgaris

Il Brugo (Calluna vulgaris (L.) Hull, 1808) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ericaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Ericales, Famiglia Ericaceae,
Genere Calluna,
Specie C. vulgaris.
Sono sinonimi i termini:
– Calluna alpestris Gandoger (1884);
– Calluna atlantica Seemen (1866);
– Calluna beleziana Rouy (1895);
– Calluna brumalis Gandoger (1884);
– Calluna erica DC.;
– Calluna olbiensis Albert (1883);
– Calluna oviformis Gandoger (1875);
– Calluna pyrenaica Gandoger (1884);
– Calluna sagittifolia Gray (1821);
– Calluna sancta Gandoger (1884).

Etimologia –
Il termine Calluna proviene dal greco καλλύνω kallúno scopare: i suoi rami vengono usati per fabbricare scope da giardino.
L’epiteto sepcifico vulgaris viene dal latino da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Calluna vulgaris è una pianta abbastanza comune in Europa, in Siberia occidentale, in Asia minore e in America settentrionale dove vegeta nelle zone fredde e temperato/fredde con buone precipitazioni e periodi estivi ristretti.
In Italia è comune nelle zone centrosettentrionali, rara nell’Appennino centrale, assente al sud e isole. In particolare è comune nel paesaggio delle brughiere ai piedi delle Prealpi lombarde, o nella zona delle baragge vercellesi.
Il suo habitat è quello dei terreni acidi ben drenati, in pieno sole o parzialmente in ombra, nei boschi di conifere e torbiere con una diffusione altitudinale da 0 a 2500 m s.l.m..
Il brugo è stato introdotto in Nuova Zelanda ed è diventato infestante in alcune aree, ad esempio nel Tongariro National Park, dove la pianta si riproduce in modo smisurato. Per fermare la propagazione del brugo, è stata introdotta la Lochmaea suturalis; i primi tentativi hanno avuto parziale successo.

Descrizione –
Il Brugo è una pianta suffruticosa, spesso erbacea e perenne, che si sviluppa per poche decine di centimetri (25-50 cm) anche in larghezza e in altezza, ed è una aghifoglia e sempreverde.
Il fusto è legnoso, tenace, glabro ad andamento prostrato, alquanto ramificato e intrecciato tanto da ricoprire il terreno circostante in maniera compatta e densa.
Le foglie sono sessili alla base, con due piccole orecchiette e sono aghiformi sempreverdi, opposte e alterne a coppia (ossia ogni coppia si presenta in posizione alterna rispetto alla precedente), densamente embricate in 4 file longitudinali a sezione triangolare e di forma lanceolato-squamiformi; con dimensioni di 2–3 mm in lunghezza e 0,7 mm in larghezza.
I fiori sono riuniti in infiorescenza a racemo apicale unilaterale (i vari fiori sono tutti rivolti dallo stesso lato). In posizione apicale insieme ai fiori sono presenti alcune foglie (tipo brattee) e la spiga florale è lunga dai 20 ai 30 cm.
La colorazione dei fiori, negli esemplari selvatici, è sono solitamente sul viola o colore malva ma anche rosei (raramente bianchi) e sono leggermente penduli. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi e tetrameri (corolla e calice quadripartiti).
Il calice è gamosepalo, membranoso (la cui lunghezza e maggiore della corolla) ed è formato da 4 lobi (sepali petaloidei) lunghi 4–6 mm e non saldati interamente. Il colore è lo stesso della corolla. I petali sono di dimensione della metà dei sepali e sono saldati per due terzi. La corolla è gamopetala ed è campanulata e fuoriesce solo in parte dal calice ed ha dimensione di 2–3 mm.
L’androceo è composto da 8 stami con antere aristate e due appendici riflesse.
Il gineceo è composto da un ovario supero con un solo stilo molto lungo che fuoriesce vistosamente dal fiore.
L’antesi avviene alla fine dell’estate ma a quote basse può fiorire fino a novembre.
L’impollinazione è entomofila, tramite farfalle o falene, api e vento (anemofila); quest’ultimo modo di impollinazione è tipico dei primi periodi di fioritura della pianta.
I frutti sono delle capsule tetraloculari che contengono un piccolo seme di forma ovoidale per ogni loculo.

Coltivazione –
Il brugo è una pianta che normalmente viene coltivata per scopi ornamentali nei giardini.
Di questa pianta esistono diverse cultivar selezionate per il colore dei fiori e del fogliame, e per il loro portamento. Queste cultivar hanno fiori di colori diversi che variano dal bianco al rosa e ad una vasta gamma di violetti, comprendendo i rossi.
Anche l’epoca di fioritura delle differenti cultivar è variabile dalla fine di luglio fino a novembre nell’emisfero settentrionale. Al termine della fioritura i fiori diventano marroni, ma rimangono sulle piante per tutto l’inverno.
Inoltre molte delle forme con fogliame ornamentale cambiano colore con l’arrivo del clima invernale, di solito aumentando l’intensità del colore. Altre forme vengono coltivate per il loro fogliame primaverile.
Per quanto riguarda la descrizione delle principali cultura ricordiamo:
– Calluna vulgaris ‘Alba Plena’: presenta fiori doppi di colore bianco;
– Calluna vulgaris ‘August Beauty’: i fusti non sono eretti ma penduli e i fiori sono bianchi;
– Calluna vulgaris ‘Beoley Gold’: i fiori sono biancastri, e le foglie nel periodo invernale diventano di colore dorato-arancio;
– Calluna vulgaris ‘Elsie Purnel’: fiori rosa in doppia fila con foglie verde-grigio;
– Calluna vulgaris ‘Foxii Nana’: il colore dei fiore è sul malva, mentre le foglie si presentano con un verde chiaro brillante;
– Calluna vulgaris ‘Golden Feather’: i fiori sono rosa, mentre il fogliame è giallo vivo;
– Calluna vulgaris ‘J.H. Hamilton’: con fiori doppi e di colore rosa salmone;
– Calluna vulgaris ‘Silver King’: i fiori variano dal rosa alla malva; le foglie sono grigio-verdi;
– Calluna vulgaris ‘Sunset’: questa cultivar è apprezzata soprattutto per il fogliame assai decorativo che assume un colore dal giallo oro al rosso vivo nel periodo invernale.

Usi e Tradizioni –
La Calluna vulgaris è conosciuta in Italia con i nomi comuni di Brughiera, Scopetti, Grecchia e Brentolo.
È una pianta che ha varia proprietà farmaceutiche tra cui ricordiamo: astringente, vasocostrittrice, antisettiche delle vie urinarie, diaforetica, antinfiammatoria, antireumatiche.
I principi attivi presenti nella Calluna vulgaris sono: glucoside arbutina, tannini, acido fumarico, varie sostanze amare, idrochinone arbutasi, leucodelfidina, ericina, eucaliptolo.
Il brugo, nella medicina popolare, viene usato (tramite decotti) nei disturbi alle vie urinarie (cisti e leucorree) in quanto facilita la secrezione urinaria. Ma è usato anche in casi di infiammazioni intestinali (i tannini hanno un buon potere astringente). Vengono sconsigliate dosi troppo elevate in quanto può causare irritazione.
Può essere usata per via esterna sotto forma di lavaggi, per attenuare le infezioni dell’apparato boccale.
Dal punto di vista ecologico ed alimentare da questa pianta, che è mellifera, si produce un miele monoflora molto scuro nelle zone dove la pianta è largamente diffusa, che sono piuttosto limitate in Italia (Alpi piemontesi) ma più estese in Europa settentrionale, America settentrionale e Nuova Zelanda. Il miele prodotto dal brugo è tissotropico: ossia normalmente si presenta sotto forma di gel, ma se sottoposto ad agitazione si fluidifica; torna gelatinoso se lasciato a riposo. Ha una umidità elevata rispetto ad altri mieli.
Questa pianta può essere coltivata per scopi industriali ricavando tannini e coloranti ma anche per scopi artigianali, con gli stessi fini ed utilizzando i fusti legnosi e flessibili per la preparazione di scope.
La Calluna vulgaris riveste un importante ruolo ecologico in quanto, oltre ad essere una pianta mellifera, tollera il pascolo moderato ed è in grado di ricrescere in seguito ad incendi occasionali. Inoltre questa pianta è una fonte di nutrimento importante per diversi animali come pecore o cervi, che possono nutrirsi degli apici delle piante quando la neve copre la vegetazione bassa. Le pernici si nutrono di giovani germogli e di semi. Sia l’adulto che la larva del coleottero Lochmaea suturalis se ne nutrono e possono provocare la morte delle piante. Anche le larve di numerose specie di lepidotteri si nutrono del brugo.
In Scozia questa pianta è il fiore nazionale, il secondo dopo il cardo. È anche il fiore nazionale della Norvegia. Il suo nome inglese, Heather, è usato come nome proprio femminile.

Modalità di Preparazione –
Dalla Calluna vulgaris si può ottenere un ottimo miele monoflora, inoltre in aggiunta agli utilizzi industriali e farmaceutici, attraverso i suoi fiori, si possono estrarre principi coloranti utilizzati in vari procedimenti.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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