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Alcea rosea

Alcea rosea

La malvarosa o malvone (Alcea rosea L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Malvaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Malvales, Famiglia Malvaceae e quindi al Genere Alcea ed alla Specie A. rosea.
Sono sinonimi i termini:
– Althaea chinensis Wall.;
– Althaea rosea var. sinensis (Cav.) S.Y. Hu.;
– Althaea ficifolia (L.) Cav.;
– Althaea sinensis Cav.;
– Althaea rosea (L.) Cav.;
– Alcea rosea subsp. ficifolia (L.) Govaerts;
– Alcea ficifolia L.

Etimologia –
Il termine Alcea deriva dal greco ἀλκέ alcé rimedio; secondo alcuni testi ἀλκέα alcéa era il nome citato da Dioscoride di un tipo di malva.
L’epiteto specifico rosea è in riferimento al colore rosato, da rosa rosa per il colore dei fiori.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Alcea rosea è una specie di origine incerta; fu introdotta in Italia come pianta ornamentale ed oggi è presente come avventizia in tutte le regioni salvo che nella Valle d’Aosta.
Il suo habitat è alquanto vario ed è una pianta rustica dal vigoroso sviluppo, capace di vegetare allo stato selvatico anche in condizioni estreme (bordo strada, terreni aridi).

Descrizione –
La malvarosa è una pianta che presenta un fusto con portamento eretto che può svilupparsi fino 1,5 -2,5 m ed anche più.
Le foglie sono ricoperte d’una fitta peluria che rende la pianta ispida al tatto; queste sono grandi, alterne, di forma ovato-lobate e bollose.
I fiori sono con disposizione ascellare, con colori che variano dal bianco al rosa al rosso, anche screziati; esistono inoltre varietà con i fiori di colore viola, blu e quasi nere.
Il periodo di fioritura è tra maggio ed agosto.
La radice della pianta è un fittone carnoso bianco che si insinua facilmente a grandi profondità (circa 1 m) anche in terreni compatti e sassosi e che contiene dei principi attivi utili a numerose indicazioni farmacologiche.
Il frutto è un camario, schizocarpo discoide, puberulo, di circa 2 cm, con (20-40) mericarpi indeiscenti, reniformi, centralmente rigonfi, di 5-8 x 4-6 mm, di colore bruno scuro, solcati e leggermente provvisti di due ali strette sul dorso densamente peloso, mentre le superfici laterali sono striate e con peli appressati. Semi irregolarmente reniformi di 3,3-3,7 x 2,7-3 mm, glabri, brun o-grigiastri.

Coltivazione –
L’ Alcea rosea è una pianta annuale o biennale.
Presenta un accrescimento molto rapido nel periodo che va dalla primavera all’estate, periodo in cui dalla rosetta basale si slanciano uno o più fusti verticali recanti le infiorescenze i quali raggiungono rapidamente l’altezza di 1,5 – 2,5 m o più.
La fioritura perdura fino ad inizio autunno. Ai primi freddi invernali i fusti si disseccano e la pianta si riduce ad un basso (20 – 30 cm) cespo globoso di caratteristiche camefite, forma sotto la quale la pianta sverna allo stato di sempreverde.
Per la coltivazione della pianta si consiglia una esposizione soleggiata e riparata dal vento; inoltre non tollera le temperature rigide invernali.
Il terreno deve essere di medio impasto, profondo e ben drenato, composto da comune terra del giardino misto a 2/3 di terriccio universale e 1/3 di sabbia.
Per gli apporti idrici, le annaffiature, anche se moderate, devono essere regolari e costanti soprattutto durante il periodo della fioritura e nei periodi di prolungata siccità.
La concimazione va effettuata dalla ripresa vegetativa in poi somministrando della sostanza organica ben umificata.
L’Alcea rosea si può propagare per seme, autosemina e per divisione dei tuberi (simili a quelle delle calle).
La semina si effettua in semenzaio nel periodo aprile-giugno, interrando i semi a 10 cm di profondità.
La riproduzione per divisione dei tuberi, invece va fatta in autunno.
Per il trapianto delle giovani piantine questo va effettuato quando queste avranno emesso tre o quattro foglie; il trapianto va effettuato in vaso, o in giardino in grandi vasi a 20-30 cm di distanza l’una dall’altra.
Dopo il trapianto, per i primi giorni, è bene vaporizzare le foglie con acqua a temperatura ambiente.
A causa invece del profondo sviluppo del fittone, che rende pressoché impossibile effettuare uno scavo di profondità tale da estrarlo senza provocarne la rottura, la pianta soffre molto il trapianto quando è già in stato di avanzato sviluppo. Per la stessa ragione risulta poco consigliata la coltivazione in vaso; è pratica comune la semina in terreno aperto, in luogo da cui è prevedibile che la pianta non dovrà essere successivamente spostata.
In inverno si consiglia di proteggere la base delle piante con una pacciamatura di paglia o foglie secche.

Usi e Tradizioni –
La malvarosa è una pianta officinale che viene usata per scopi fitoterapici ma viene coltivata prevalentemente in giardini informali dall’aspetto naturale; particolarmente, considerata la mole dei fusti, come ultima fila delle bordure.
Le radici contengono delle sostanze mucillaginose che venivano usate, previo trattamento, per proteggere le mucose della faringe e contro la tosse.
Gli zuccheri mucillaginosi, di cui le radici sono ricche, sono composti principalmente da acido glucuronico, acido galatturonico, ramnosio e galattosio, a contatto con l’umidità si convertono in un soffice gel che viene utilizzato per proteggere la faringe dagli elementi irritanti e nel trattamento della tosse secca.
Questa pianta possiede inoltre proprietà immunomodulanti: ricerche indicano che si comporta come un attivatore policlonale dei linfociti B.
Anche i fiori mostrano proprietà antinfiammatorie ed analgesiche; l’estratto acquoso sembra possedere capacità di stimolare il metabolismo degli steroidi senza modificare però le caratteristiche della steroidogenesi dei ratti studiati.
Negli estratti di Alcea rosea si sono trovati, inoltre, polifenoli con deboli attività antiestrogeniche dovute al blocco dell’aromatasi quali la quercetina e il kaempferolo.
Altri composti fenolici acidi isolati sono: acido ferulico, acido vanilico, acido siringico, acido p-cumarico, acido p-idrossibenzoico, acido idossifenilacetico e acido caffeico.
Per la presenza di questi principi attivi tra le proprietà fitoterapiche più importanti di questa pianta annoveriamo:
– Azione inibente l’aromatasi;
– Azione astringente;
– Demulcente;
– Diuretica;
– Emolliente;
– Espettorante;
– Febbrifuga;
– Fungicida;
– Gastroprotettiva;
– Ipoglicemica;
– Stomachica;
– Vasoprotettiva.
Alcuni studi indicano, inoltre, che l’Altea si possa comportare come un possibile depuratore biologico di metalli pesanti nei terreni contaminati.

Modalità di Preparazione –
Per l’utilizzo dei principi attivi presenti nelle radici la raccolta di queste deve avvenire nel periodo autunnale da piante di due anni d’età: queste vengono tagliate in bastoncini di max 20 cm, decorticate e seccate a 40 °C. Le radici vengono vendute anche sotto forma di estratti secchi, sciroppi e pastiglie.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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