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Salvia aethiopis

Salvia aethiopis

La salvia etiopide (Salvia aethiopis L., 1753) è una specie aromatica erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Lamiales, Famiglia Lamiaceae, Tribù Mentheae e quindi al Genere Salvia ed alla Specie S. aethiopis.
Sono sinonimi frequenti i termini:
– Aethiopis vera Fourr.;
– Salvia idanensis Gand.;
– Salvia kochiana Kunze;
– Salvia lanata Stokes;
– Salvia leuconeura Boiss.;
– Sclarea aethiopis (L.) Mill.;
– Sclarea lanata Moench.

Etimologia –
Il termine Salvia è il nome già usato da Plinio per la Salvia officinalis, da sálvo salvare, guarire (connesso con il sanscrito sárvas integro): per le sue proprietà officinali.
L’epiteto specifico aethiopis è il genitivo di aethiops, proveniente a sua volta dal greco Αἰϑίοψ Aithíops Etiope (da αἰϑός aithós bruciato, nerastro, bruno e da ὄψις ópsis volto, aspetto), termine riferito alle popolazioni di colore e quindi agli africani, in particolare agli abitanti dell’attuale Etiopia: in riferimento all’origine africana.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La salvia etiopide ha una zona di diffusione nell’areale del Mediterraneo, compresa la Transcaucasia e l’Anatolia.
In Italia è una specie rara e la ritroviamo solo in Piemonte e nella Valle d’Aosta. Al di fuori dell’Italia si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Drôme e Savoia).
È presente, inoltre, sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi, come nel Massiccio Centrale, Monti Balcani e Carpazi.
Fuori dal mediterraneo può diventare una pianta infestante che può stabilirsi in maniera perenne nei pascoli secchi dell’America del nord on in altre regioni del mondo.
Il suo habitat è quello dei pascoli aridi e luoghi pietrosi, aridi, su substrati calcarei ma anche silicei con pH neutro ed alti valori nutrizionali del terreno.
La distribuzione altimetrica è dai 100 fino a 1.000 m s.l.m..

Descrizione –
La Salvia aethiopis è una piccola specie erbacea perenne con altezza tra 40 e 100 cm. La pianta si presenta bianco-lanosa; ma non vischiosa, con radici secondarie da rizoma (il rizoma può essere molto grosso e ramificato).
Il fusto è eretto, a sezione quadrangolare, con rami arcuati in modo regolare.
Le foglie sono basali a disposizione opposta raccolte in una rosetta, con lamina a forma ovale e picciolate. La lunghezza del picciolo è di 3 – 10 cm e la lamina è larga 3 – 8 cm e lunga 9 – 16 cm.
I bordi sono irregolarmente e grossolanamente dentati.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici e pentameri con una lunghezza di 12 – 18 mm, raccolti in infiorescenze ascellari formate da verticillastri sovrapposti e distanziati di 4 – 6 fiori sottesi da brattee reniformi con l’apice restato; le brattee sono più brevi del calice e della corolla. La lunghezza delle brattee fiorali è di 6 – 8 mm.
Il frutto è un tetrachenio con forma più o meno ovoidale e con semi piccolissimi di colore marrone scuro, sprovvisti di endosperma.
L’impollinazione è entomofila, tramite ditteri e imenotteri, raramente lepidotteri o ornitogama.
L’antesi è nel periodo primaverile.

Coltivazione –
Per la coltivazione della Salvia aethiopis bisogna scegliere terreni con pH neutro, anche poveri ma con ottimo drenaggio.
La pianta può essere seminata a spaglio ed è tollerante al freddo potendo sopportare fino a –12 °C.
L’esposizione deve essere in pieno sole e l’irrigazione necessaria nel periodo tra metà primavera e fine estate.
Essendo una pianta perenne questa si riproduce anche per dispersione dei semi che cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Usi e Tradizioni –
La salvia etiopide pur essendo una pianta aromatica non ha particolari utilizzi dove è diffusa. Nelle aree extraeuropee tende a divenire infestante nei pascoli secchi tanto da dover essere combattuta con tecniche di diserbo.
Dove si applica la lotta biologica viene utilizzato il tonchio Phrydiuchus tau.
Questo insetto scava fino alla corona della radice dove si nutre e si sviluppa. Gli adulti si nutrono del fogliame, ma la maggior parte dei danni alla pianta è causata dall’attività di alimentazione della larva.

Modalità di Preparazione –
Non si conoscono impieghi particolari di questa pianta in campo alimentare o farmaceutico anche se, per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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