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Come coltivare l’Ariocarpus

Come coltivare l’ Ariocarpus

Gli Ariocarpus (Ariocarpus Scheidw.) sono un genere di piante succulente appartenente alla famiglia delle Cactacee.
Queste piante sono originarie del Messico. Si tratta di piante che si riconoscono in quanto sono appiattite all’apice, dotate di un robusto apparato radicale a fittone, e tubercoli assai robusti, che in alcune specie diventano simili a formazioni rocciose.
Tra le specie di Ariocarpus si ricordano:
– Ariocarpus agavoides;
– Ariocarpus bravoanus;
– Ariocarpus × drabi;
– Ariocarpus fissuratus;
– Ariocarpus kotschoubeyanus;
– Ariocarpus retusus;
– Ariocarpus scaphirostris.
In questa scheda vedremo come coltivare l’ Ariocarpus seguendo gli accorgimenti agronomici più opportuni.
In generale si può affermare che la coltivazione degli Ariocarpus viene considerata difficile, questo perché spesso non si seguono dei principi di coltivazioni adeguati alle esigenze fisiologiche di questa pianta che, se ben coltivata, fornisce una fioritura rigogliosa da settembre fino a tutto novembre.
Uno dei fattori che penalizza la coltivazione di questa pianta è certamente l’estrema lentezza della crescita.
Nei primi anni che seguono la semina la crescita sarà più limitata, mentre dopo alcuni anni l’accrescimento diverrà più rapido.
La maturità della pianta e quindi la fioritura avviene in modo diverso: le specie più piccole impiegano meno e talvolta già al quarto anno di età fioriscono, le specie più grandi impiegano invece almeno una decina di anni.
Iniziamo dal substrato. Il terriccio sul quale coltivare gli Ariocarpus deve essere molto povero di humus e con pH preferibilmente neutro.
Per questo motivo si consiglia un miscuglio di terreno argilloso, del substrato torboso fine in modesta quantità e pomice di granulometria fine in abbondanza.
Nella scelta della pomice bisogna fare attenzione ad evitare le pietre con spigoli vivi che potrebbero ferire la radice fittonante della pianta e portarla alla morte ed è per questa ragione che taluni sconsigliano di usare lapillo vulcanico.
In ogni caso è bene che il substrato abbia queste caratteristiche e con un buon drenaggio tanto da essere simile a quello delle aree dove questa pianta è naturale.
Un materiale utilizzabile è la marna scagliosa che è una roccia friabile di colore grigio altamente intaccata dall’erosione e che si trova in forte stato di frantumazione in svariate zone di tutta la dorsale appenninica.
Vediamo adesso l’esposizione. Gli Ariocarpus hanno bisogno di sole pieno e, nei momenti in cui le temperature sono sufficientemente alte devono essere abbondantemente innaffiati avendo cura di non bagnare la pianta.
Ricordiamo che tanto più frequentemente si innaffierà, tanto maggiore sarà la crescita, ma questa tecnica comporta anche il pericolo di insorgenza di marciumi.
Giunti nel periodo invernale le piante poi dovranno rimanere completamente asciutte e ad una temperatura di 5-10 °C; l’irrigazione dovrà riprendere in primavera, quando le piante iniziano la ripresa vegetativa, con quantità di acqua crescenti con l’avanzare della bella stagione.
Un importante accorgimento, per evitare il ristagno vicino al colletto delle piante, è quello di porre, nella parte vicina al colletto, del materiale inerte, quale ad esempio un mix di pomice e lapillo di granulometria di 3 mm. oppure ghiaino quarzifero.
Passiamo alla tecnica del rinvaso.

In questo senso anche se i contenitori di terracotta sono un buon materiale traspirante consentendo un’asciugatura più rapida del substrato di cultura, dall’altro lato tuttavia, a causa del richiamo laterale di acqua, le radici sottili delle piante tenderanno a concentrarsi sulla parete del vaso portando alla conseguenza che la terra del vaso sarà mal utilizzata provocando anche un maggior stress idrico alla pianta. Inoltre le pareti esterne vedranno una maggior concentrazione di sali minerali che tendono ad accumularsi in tali punti e ciò può far soffrire la pianta.
Seguendo queste osservazioni è pertanto meglio scegliere, per la coltivazione degli Ariocarpus, vasi in plastica che dovranno essere molto profondi per favorire lo sviluppo della radice e di una misura tale da permettere alla pianta di rimanervi per molti anni senza ricorrere a frequenti rinvasi che non sono particolarmente apprezzati da questo genere di piante.
Accorgimento molto importante del rinvaso è poi quello di evitare di lesionare il fittone centrale lasciando la pianta una volta tolta dal pane di terra asciugare bene anche per un paio di settimane in posizione di ombra luminosa. Una volta trapiantata occorrerà attendere almeno 10 giorni prima di effettuare la prima irrigazione.
Col primo intervento irriguo si consiglia di aggiungere nell’acqua un buon fungicida.
Tra le tecniche per accelerare e propagare il più rapidamente possibile piante rare è quella di ricorrere all’innesto sulle Pereskiopsis. Le Pereskiopsis devono in ogni caso essere coltivate con un terriccio ricco di materia organica, con abbondanti annaffiature e concimazioni e temperature elevate. In inverno è bene che la temperatura minima non vada sotto i 10 °C.
Come per tutti gli innesti è estremamente importante che al momento del tentativo la pianta sia al massimo vigore vegetativo. La Pereskiopsis va tagliata ad una altezza di circa 10-15 cm con un taglio orizzontale effettuato con una lama ben pulita e disinfettata. Per evitare che il taglio asciughi occorrerà tagliare un secondo disco di Pereskiopsis dello spessore di un paio di millimetri che si lascerà appoggiato al fusto per evitare che il taglio asciughi. A questo punto si può prendere un semenzale di Ariocarpus dell’età di alcuni mesi e si procede con un taglio netto nel punto in cui la piccola pianta è più spessa. Fatto ciò si rimuove la fetta dalla Pereskiopsis e si posiziona delicatamente la marza sul portainnesto senza comprimere troppo. Operata questa operazione bisognerà posizionate la nostra pianta in un luogo ombreggiato e non troppo caldo coprendola con un sacchetto per un paio di settimane.
Con questa tecnica otterremo una pianta di Ariocarpus che crescerà abbastanza rapidamente e che potrà essere lasciata sul portainnesto fino a che questo è in grado di alimentare adeguatamente la pianta. Successivamente la marza potrà essere staccata dal portainnesto e, dopo aver pulito lo stesso da tutti i residui di Pereskiopsis, lasciato asciugare per almeno due settimane, si potrà tentare l’affrancamento ponendolo su un susbstrato molto minerale ed in posizione di ombra molto luminosa posto a radicare.
Dopo di che, gradualmente, la pianta assumerà un aspetto più naturale e meno rigonfio rispetto alla coltivazione della pianta innestata.
Un’altra tecnica di moltiplicazione, per produrre molte più piante ma, ovviamente, con i loro tempi di crescita è quella della semina.
L’ Ariocarpus può essere riprodotta per semina. Questa tecnica va effettuata utilizzando vasi profondi, in modo da favorire un adeguato sviluppo del fittone prima del trapianto. La semina può avvenire in un terriccio composto di lava, pomice e una piccola parte di terriccio torboso fine.
Al solito la superficie di semina deve essere ricoperta con uno strato di un paio di millimetri di materiale inerte quale lapillo fine o graniglia del tipo da acquari.
I semi andranno cosparsi sulla superficie senza interrarli.




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