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Specie Funghi

Suillus lakei

Suillus lakei

Il Suillus lakei (Suillus lakei (Murrill) Smith & Thiers, 1964) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Suillaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Boletales, Famiglia Suillaceae e quindi al Genere Suillus ed alla Specie S. lakei.
Sono sinonimi i termini: Boletus lakei Murrill 1912, Ixocomus lakei (Murrill) Singer 1942 e Boletinus lakei (Murrill) Singer 1945.

Etimologia –
Il termine Suillus è il diminutivo di sus, súis, maiale: maialetto, per la taglia particolarmente abbondante di questo genere di funghi.
L’epiteto specifico lakei è stato dato in onore del micologo E.R. Lake dell’Oregon Agricultural College (ora Oregon State University).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Suillus lakei è un fungo simbionte, di origine nordamericana, dove è abbastanza diffuso, mentre in Europa è alquanto raro. In Italia è presente in Calabria nei rimboschimenti di Abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii). Il fungo è infatti legato all’Abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii) con il quale forma micorrize. Il periodo di fruttificazione è quello dell’inizio dell’autunno, singolo oppure in diversi esemplari raggruppati alla base tra di loro.

Riconoscimento –
Questo fungo si riconosce per avere un cappello di 4-15 cm di diametro, inizialmente emisferico, convesso, poi piano con a volte una depressione al centro, carnoso, con margine involuto poi disteso, spesso ricoperto da resti di velo parziale.
La cuticola è secca, asportabile, ricoperta da fitte squame scure, di colore bruno rossastro o arancio su fondo giallastro.
L’imenoforo è caratterizzato da tubuli decorrenti, lunghi, gialli con pori angolari, poligonali disposti radialmente, gialli o giallastri e viranti al blu se toccati.
Il gambo è di 3-7 cm di lunghezza, corto, tozzo, pieno, più o meno ingrossato alla base, di colore giallo, biancastro nella parte alta e ricoperto da piccole fibrille che sembrano un velo, mentre nella parte bassa è di colore bruno rossastro. È presente un anello fioccoso che presto svanisce lasciando un sottile filo biancastro.
La carne è soda e spessa, di colore giallo che con l’età si carica di rossastro; se tagliata vira al verde e azzurro ed ha sapore fruttato e odore dolce.
Al microscopio si notano delle spore ellittico-fusiformi di 7,5 -11 x 3-4 µ, lisce e basidi clavati, tetrasporici, raramente bisporici, di 25-35 x 9-12 µm.

Coltivazione –
Il Suillus lakei non è un fungo coltivato.

Usi e Tradizioni –
Questo fungo, originario del Nord America è stato riscontrato anche nella zona appenninica interna (Comune di Apecchio nel mese di ottobre 2006, in un rimboschimento di Pseudotsuga menziesii e Pinus nigra) e mai più ritrovato. È presente in Calabria sulla Sila sempre su rimboschimento di Pseudotsuga menziesii.
Può essere scambiato con specie simili quali:
– Suillus lakei var. calabrus Lavorato, che presenta un cappello più chiaro, giallastro, con squame detersili, all’estremità di colore rosso vinoso;
– Suillus lakei var. pseudopictus Smith & Thiers, che si distingue per i colori del pileo più rosso scuro, le squame più fitte che non lasciano intravedere il fondo giallastro.
Altri Suillus abbastanza simili associati all’Abete di Douglas sono:
– Suillus caerulescens Smith & Thiers, che si separa per il cappello di colore canella, decolorato al giallo verso il margine, di solito viscido, spore larghe fino a 5 µm;
– Suillus ponderosus Smith & Thiers, che ha il cappello liscio di grandi dimensioni fino a 25 cm, viscido, la faccia inferiore dell’anello è glutinosa di colore arancione;
– Suillus imitatus Smith & Thiers, che ha il cappello dal marrone al bruno-rossastro, liscio e decisamente glutinoso, carne giallastra, immutabile alla sezione.
Il Suillus lakei è un fungo di scarsa commestibilità ed è sconsigliabile in quanto leggermente lassativo.

Modalità di Preparazione –
Il Suillus lakei, pur se commestibile, se ne sconsiglia la raccolta per le sue proprietà lassativo. Ovviamente la presenza di qualche carpoforo in un misto di funghi può essere ovviamente tollerato.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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