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Come coltivare le Chamaecyparis

Come coltivare le Chamaecyparis

Le Chamaecyparis (Chamaecyparis Spach, 1841) sono un genere di piante della famiglia delle Cupressacee che, impropriamente chiamate cipressi, sono originarie delle coste occidentali e orientali del Nord America, e delle coste orientali dell’Asia. Si tratta di piante che nei loro habitat naturali possono raggiungere altezze oltre i 50 m.
In questa scheda vedremo come coltivare le Chamaecyparis, seguendo gli accorgimenti agronomici e le tecniche più appropriate.
Le Chamaecyparis sono piante rustiche, poco esigenti e facili da coltivare e rappresentano una categoria di piante di grande utilità e valore ornamentale, sia per il fogliame persistente che per la gamma di colori, dimensione e portamento che contraddstinguono le diverse specie e varietà.
Le Chamaecyparis sono delle piante che si prestano a creare siepi, barriere frangivento o gruppi di piante, ad essere utilizzate come sfondo ad altri arbusti, come tappezzanti o nei giardini rocciosi.
Per la scelta delle condizioni migliori di coltivazione ricordiamo che le Chamaecyparis preferiscono aree con clima umido e fresco ed al riparo dai venti secchi.
L’esposizione più indicata per queste piante è quella a leggero ombreggiamento, ad eccezione delle varietà a fogliame dorato, come la C. pisifera “Aurea” e la C. “Plumosa aurea nana”, che producendo un maggior numero di pigmenti gialli, conservano il proprio caratteristico colore, se coltivate in pieno sole.
Per quanto riguarda le caratteristiche pedologiche, si adattano a quasi tutti i terreni purché ben drenati, in quanto condizioni di ristagno idrico, favoriscono dei marciumi radicali, causati da agenti patogeni funghi che possono condurre alla morte delle piante colpite.
Per scegliere il momento più opportuno per l’impianto di queste specie è preferibile quello di ottobre-novembre, soprattutto in zone con terreni leggeri ed inverno non troppo rigido.

In altri casi è meglio attendere l’inizio della primavera, per dare modo alle piante di attecchire e rafforzarsi prima del sopraggiungere della brutta stagione.
La tecnica di propagazione è invece un po’ più delicata. Per ottenere piantine simili alle piante madri, si deve ricorrere alla moltiplicazione tramite talea. Per attuare ciò si devono prelevare germogli di lunghezza di una decina di centimetri, nel periodo di gennaio, se si dispone di un cassone riscaldato a 15-18 °C, o altrimenti nel periodo di maggio. Avvenuta la radicazione, che deve avvenire in un substrato composto da torba e sabbia in parti uguali, si trapianta in vasetti di 7-8 cm di diametro, riempiti da terriccio da giardino reso più permeabile con l’aggiunta di sabbia. Li si pone all’aperto, meglio se interrati per garantire un’umidità più costante; in autunno si trapiantano le nuove piantine in una zona del giardino adibita a vivaio: per poterle collocare a dimora, infatti, occorre attendere ancora 3 anni.
Altra tecnica di propagazione può essere quella per seme; si opera aprendo i galbuli, cioè i frutti globosi e legnosi. Dopodiché si pongono i semi in semenzaio tra marzo e aprile, senza bisogno di copertura. Appena le piantine sono alte una decina di centimetri, possono essere trapiantate in un’aiuola apposita, dove rimarranno per due anni. Ovviamente nella riproduzione gamica (per seme) le piante figlie hanno una variabilità genetica più o meno variabile rispetto alle piante madri.
In riferimento alla concimazione si consiglia sempre di intervenire con concime organico anche con prodotti a base di farina d’ossa o cornunghia, all’inizio della primavera. Ovviamente la concimazione andrebbe sempre effettuata, se non si ha una esperienza in materia dietro analisi chimica per rilevare le vere caratteristiche del suolo e le necessità della pianta.
Per la tecnica di potatura si evidenzia come per le Chamaecyparis non sono necessarie potature regolari, anche perché, dove fossero richieste piante di dimensioni contenute, è sufficiente scegliere le varietà a portamento nano e compatto e a crescita lentissima.
Inoltre con potature effettuate per ridurre l’altezza di piante adulte, invece, si rischia di provocare danni irreparabili: come quasi tutte le altre conifere, infatti, non rigettano facilmente dal fusto e dai rami maturi, in quanto possiedono solo poche gemme dormienti. Nelle piante adulte ci si limita quindi ad eliminare i rami morti o deperiti. Le piante giovani possono invece richiedere interventi di potatura per regolarne la forma, soprattutto nel caso di varietà a portamento compatto e delle siepi: i rami eventualmente troppo sviluppati o disordinati vengono allora tagliati in primavera.
Una particolarità ce l’hanno alcune varietà come la C. lawsoniana e la C. pisifera, il cui fusto tende a biforcarsi all’apice, anche ad una certa altezza, con pessime conseguenze sul portamento e sulla futura stabilità e salute della pianta: in questi casi diventa necessario, nel periodo di marzo, recidere alla base uno dei due rami della biforcazione.
Infine, per quanto riguarda gli aspetti fitopatologici, le Chamaecyparis sono piante poco sensibili ai parassiti animali e vegetali. Le uniche avversità che possono destare qualche problema sono rappresentate dai marciumi radicali, che vanno evitati con terreni molto drenanti e dagli afidi che purtroppo si manifestano quando si somministrano concimi azotati.




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