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L’acido Ascorbico

L’acido Ascorbico

L’acido Ascorbico, che in natura è l’acido L-ascorbico, più noto come vitamina C, è una molecola organica con proprietà antiossidanti. È una vitamina idrosolubile di colore bianco-giallastro, in funzione di varie impurità, che è essenziale per l’uomo ed alcuni mammiferi. La storia dell’acido Ascorbico nasce con la patologia dello scorbuto, una patologia legata a una carenza di questo composto nella dieta e già descritta dalla medicina greca intorno al V secolo a.C. Nel XVI secolo. Una malattia che si manifestava soprattutto tra i marinai che, nutrendosi per lungo tempo con alimenti carenti di vitamina C, andavano incontro alle terribili conseguenze dello scorbuto. Si era capito come l’alimentazione con verdure fresche o estratti di aghi di pino, allontanasse questo rischio ma non si comprendeva appieno la questione. Si deve ad una sperimentazione del chirurgo James Lind nel 1747 la prima comprensione di questo fenomeno attraverso l’aggiunta nelle razioni giornaliere di succo di limone. Per questo motivo nel 1795 la marina inglese stabilì di aggiungere succo di limone o di lime alla dieta dei marinai.

Così il termine di cibi antiscorbuto fu poi esteso, nel XVIII e XIX secolo, a tutti i cibi che erano in grado di prevenire la comparsa della patologia. Ricordiamo tra questi i crauti, il cavolo salato, il malto ed altri ancora. Furono poi altri gli studi e le scoperte che portarono a chiarire completamente il ruolo della Vitamina C negli esseri umani ed in alcuni mammiferi e l’incapacità di questi a non poterlo sintetizzare in proprio. L’acido ascorbico esiste in due forme enantiomere (immagini speculari non sovrapponibili tra loro), ma di queste solo una, l’enantiomero (5R)-5-[(1S)-1,2-diidrossietil]-3,4-diidrossifurano-2(5H)-one, è di fatto la vitamina C. La vitamina C assunta con la dieta viene immagazzinata nei tessuti dell’organismo, in particolare nel surrene e nel fegato. La quota plasmatica che non viene immagazzinata viene eliminata con le urine.
Per la spiccata azione antiossidante e di mantenere stabili le vitamine A, E, l’acido folico e la tiamina, la vitamina C viene utilizzata dall’industria alimentare come additivo nei cibi, come tale o sotto forma di sale sodico, potassico e calcico. La vitamina C e i suoi sali, che sono additivi alimentari importanti per la conservazione dei prodotti nell’industria, sono riconosciuti all’interno dell’Unione europea con le seguenti sigle: E300 (acido ascorbico), E301 (ascorbato di sodio), E302 (ascorbato di calcio), E303 (ascorbato di potassio) ed E304 (estere dell’acido ascorbico con un acido grasso: palmitato o stearato). Sembra che la vitamina C, oltre alle sue importanti funzioni metaboliche, abbia un ruolo importante soprattutto in reazioni di ossidoriduzione catalizzate da ossigenasi e che svolga un’azione antistaminica. La vitamina C è presente soprattutto nei vegetali a foglia verde, peperoni, pomodori, kiwi e negli agrumi, particolarmente concentrata nel frutto di ciliegia amazzonica, l’acerola, e nella rosa canina.
Oltre alla grave patologia dello scorbuto, bassi livelli di acido ascorbico sufficienti alla sopravvivenza, ma al di sotto di quelli necessari, sembrano favorire l’aterosclerosi.
Si calcola che la quantità minima di vitamina C necessaria per prevenire lo scorbuto sia di circa 10 mg/die, anche se i quantitativi raccomandati dai sistemi sanitari sono di poco superiori e comunque ancora dibattutti.
In casi di sovradosaggio di vitamina C si posso manifestare diarree e disturbi quali nausea, mal di testa, ecc., ma non esiste una dose letale accertata per l’uomo. Esiste invece una LD50 per i ratti che corrisponde a 11,9 grammi per chilogrammo di peso corporeo in una sola dose per via orale.




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