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Abies alba

Abies alba

L’abete bianco (Abies alba Mill., 1759), conosciuto anche come abete comune, abezzo o avezzo e una specie arborea della famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Pinaceae e quindi al Genere Abies ed alla Specie A.alba.

Etimologia –
L’etimologia del termine generico deriva da Abies –tis, nome classico latino (Virgilio, Egloghe), a sua volta derivato dalla radice sanscrita abh sgorgare (della resina). L’epiteto specifico proviene da albus, a, um, per il colore bianco-grigio argenteo della corteccia degli esemplari giovani.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Abies alba è una pianta tipica delle foreste e delle montagne dell’emisfero boreale, trovando il suo climax ideale nelle zone a piovosità e umidità atmosferica medio-alte comprese tra i 900 e i 1800 m. Vive nelle aree montuose dell’Europa occidentale, centrale e meridionale. In Italia, si trova frequentemente sulle Alpi, soprattutto orientali, ed è presente sugli Appennini in nuclei sparsi e disgiunti, sino alla Calabria, come in Sila, Serra S. Bruno ed Aspromonte.

Descrizione –
L’abete bianco è un albero maestoso, slanciato e longevo, in media di 30 metri ma che può arrivare a superare 50 metri. Per la sua maestosità viene chiamato “il principe dei boschi”. Ha un portamento colonnare e chioma a forma conico-piramidale. Caratteristica la sua punta a “nido di cicogna”. Il tronco è diritto, colonnare e presenta una scorza liscia, grigio argenta che solo nei vecchi esemplari diventa opaca e rugosa a partire dalla base. Le foglie (aghi) sono pettinati appiattiti e lunghi fino a 3 cm, presentano base ristretta e apice arrotondato; la pagina superiore è verde scuro lucido, quella inferiore bianco azzurrina. Le strutture riproduttive sono rappresentate da coni maschili laterali, fitti, cilindrici, giallo-verdastri con squame purpuree e da coni femminili eretti, portati sui rami più alti che hanno un aspetto ricco per le lunghe brattee sporgenti orizzontalmente.

Coltivazione –
L’abete bianco veniva diffuso in Italia già dall’anno 1000 d.C.. la sua coltivazione si deve soprattutto grazie all’azione dei monaci (es. Vallombrosa e Camaldoli), in concomitanza con una grande richiesta di travi da opera dovuta allo sviluppo delle città.
Nei tempi trascorsi il governo più utilizzato per questa pianta era il taglio raso con rinnovazione artificiale posticipata con turni di 100 – 120 anni. Oggi si tende a trasformare le abetine pure in boschi misti con strutture disetanee trattate con tagli a piccolissime buche e rinnovazione naturale, che nei boschi misti alpini con abete rosso e/o faggio viene trasformato in taglio saltuario, con interventi ogni 10 – 15 anni. Per maggiori informazioni su altre caratteristiche e tecniche di coltivazione dell’Abies alba, consulta la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Gli usi principali dell’abete bianco sono quelli legati al legno, che è leggero, abbastanza tenero, di colore chiaro con venature rossastre; inferiore a quello dell’abete rosso ma ampiamente impiegato dalle industrie cartiere per ottenere cellulosa e nelle falegnamerie. Pur tuttavia ha dei vantaggi rispetto al legno dell’abete rosso in quanto il suo legno non contiene resina, poiché questa è presente solo nella corteccia, ha una maggiore resistenza e portata statica ed una superiore attitudine all’impregnazione. Rispetto però all’abete rosso ha una maggiore presenza di durame con elevato contenuto di umidità, difetto che viene chiamato “cuore bagnato”, e nella presenza della cosiddetta “cipollatura”, che consiste in un maggior sfaldamento in corrispondenza degli anelli annuali di accrescimento.

Modalità di Preparazione –
Dell’abete però si può utilizzare un po’ tutto, come ad es. le gemme che contengono un olio ed un glucoside, detto piceina, che le rende balsamiche, con proprietà sfiammanti, antireumatiche e diuretiche. Il decotto di gemme unito è molto utile per trattare problemi alle vie respiratorie per l’attività antisettica ed espettorante.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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