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Come coltivare le noci in maniera biologica

Come coltivare le noci in maniera biologica

Il noce (Juglans regia L.) è una tra le più antiche specie della Terra e la sua coltivazione va dagli scopi ornamentali, alla produzione del legno di pregio o per la produzione delle noci; in questa piccola guida vediamo come coltivare le noci in maniera biologica.
Per la coltivazione dell’albero di noce si tenga conto che preferisce i climi temperati con possibilità di vegetazione ottimale fino a 800-1000 metri s.l.m.. pianta resistente al freddo ma poco alle gelate tardive, per cui temperature già intorno a -2 °C durante la fioritura (che va da aprile a maggio) possono danneggiare seriamente il raccolto. Per l’impollinazione si tenga conto che quasi tutte le varietà di noce sono autofertili con impollinazione prevalentemente anemofila dato che questa pianta non è molto visitata da pronubi ed altri insetti.

Il clima ideale per la coltivazione di questa pianta è quello mediterraneo anche con alte temperature (ma non superiori ai 38 °C) e possibilità di coltivazione in zone di collina o nelle pianure meridionali in grandi vallate.
Dal punto di vista pedologico il noce richiede suoli medio impasto e sciolti, profondi e freschi, soprattutto ricchi di sostanza organica. È una pianta che soffre moltissimo terreni pesanti, argillosi e ristagni idrici e produce male in terreni siccitosi. Il pH più adatto per la piantagione del noce è tra 5 e 7.
Il noce si mette a dimora nel periodo invernale ed oltre a provvedere in fase di impianto all’apporto preferibilmente di letame maturo o altra sostanza organica, è opportuno periodicamente reintegrare la dotazione in fertilizzanti utilizzando anche tecniche di sovescio ad integrazione di letamazioni periodiche, da effettuare sempre verso la fine del periodo invernale.
Il sesto di impianto di un noceto, per le colture da reddito, può oscillare tra 6 x 7 a 8 x 8; alcuni adottano per motivi di reddito sesti dinamici molto più stretti. Interessante è invece la possibilità di consociare con sesti più ampi alcune coltivazioni erbacee o, addirittura, ortive che contribuiscano ad una notevole integrazione del reddito permettendo al noce di avvantaggiarsi della fertilizzazione di queste piante. Così oltre al sovescio si possono adottare rotazioni di ortive, leguminose ed altre erbacee, che devono essere compatibili con altre operazioni agronomiche della noce quali soprattutto la raccolta delle noci che si svolge ogni anno tra il mese di Settembre e il mese di Novembre. Per la tecnica di potatura si rimanda alla seguente scheda.

Chiaramente dopo i primi anni l’aumento dell’ombreggiamento richiede la coltivazione di colture che richiedono meno esposizione solare. Se l’albero di noce è coltivato in terreni profondi non richiede alcun apporto irriguo, soprattutto dal 3-5 anno in poi.
Tra le varietà di noci le più conosciute sono: Sorrento (tra le più diffuse), Lara, Fraquette ed altre, tra le quali Malizia e Cervinara, ottime per i climi più caldi, e vari cloni di Bleggiana e la Feltrina.
Tra le malattie ricordiamo soprattutto quelle batteriche come la Xantomonas e malattie fungine come la Necrosi Apicale Bruna causata da Gusarium spe, Alternaria sp e l’Antracnosi; a questo proposito non si vuole utilizzare la poltiglia bordolese si più iniziare a pensare a prodotti a base di lecitina e all’utilizzo dell’equiseto, che congiuntamente è un fungicida, con ottime capacità insetticide.




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