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Capsella bursa-pastoris

Capsella bursa-pastoris

La borsa di pastore, borsa da pastore o borsapastore comune (Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. 1792)) è una pianta erbacea, perenne appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico la borsa di pastore appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Dilleniidae, Ordine Capparales, Famiglia Brassicaceae e quindi al Genere Capsella ed alla Specie C. bursa-pastoris.
La specie presenta una grande variabilità da zona a zona nella forma delle foglie, il colore dei fiori, la forma del frutto e il portamento in generale. Inoltre, questa specie, essendo largamente autogama (impollinazione diretta), alcune caratteristiche si fissano in popolazioni locali e ben circoscritte.
Si elencano alcune sottospecie, di cui  alcune varietà sono considerate sinonimi della specie principale:

  1. bursa-pastoris subsp. occidentalis (Shull) Maire in Jahandiez & Maire (1932)
  2. bursa-pastoris var. coronopifolia DC. (1821)
  3. bursa-pastoris var. integrifolia DC. (1821)
  4. bursa-pastoris var. minor DC. (1821)

Etimologia –
Il nome della sepcie bursa-pastoris deriva dal tardo latino bursa (ed a sua volta dal greco βύρσα, býrsa, “pelle”) e dal genitivo di pastor, “del pastore”; questo dovuto probabilmente per la forma dei frutti. Il nome inglese mother’s heart fa riferimento alla forma dei semi, che sono silique, somiglianti ad un cuore.
Volgarmente è conosciuta come Capsella, Borsacchina, Erba Borsa, Berlet, Scarselline, Ciminu, Vurza di picuraru, Bursa de mazzone.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Capsella bursa-pastoris ha origine nelle regioni mediterranee a nche se può essere considerata  cosmopolita. La distribuzione della specie è praticamente in quasi tutto il mondo ed spesso è considerata infestante. In Italia è presente su tutto il territorio anche se è più rara nella fascia alpina. È una pianta che si adatta a qualsiasi tipo di clima e di terreno. La possiamo trovare tra i 1.800 ed i 2.600 m s.l.m.. Questa pianta preziosissima che cresce dappertutto, sui sentieri, nei prati, nei maggesi, nei fossi e sulle scarpate, nei campi e nell’orto, è generalmente considerata un’erbaccia fastidiosa. Non appena viene scaricata della terra – in particolare vicino ai cantieri edili – nasce subito, quasi nel giro di una sola notte.

Descrizione –
La borsa di pastore si riconosce facilmente per i caratteristici frutti a forma di cuore o di borsa del pastore come suggerisce il nome, ed è annuale o biennale. È una emicriptofita bienne (H bienn) a riproduzione biennale con gemme posizionate sul terreno.
La radice è del tipo fittonante scarsamente ramosa ma con consistenza legnosa. Quando viene sezionata può odorare di solforato.
Il fusto è eretto, esile, ramificato e quasi glabro con piccoli peli molto corti. L’altezza di questa pianta varia tra i 10–30 cm e può arrivare fino ad un massimo di 50 cm.
La forma delle foglie non è molto ben definita. Quelle basali sono picciolate, lanceolate-spatolate, ma possiamo trovarne anche pennato-partite; la lamina può essere dentata, lobata o intera. Insieme formano una tipica rosetta basale. Le dimensioni delle foglie possono variare in larghezza intorno ai 0,5–2 cm ed in lunghezza 3–10 cm.
Le foglie cauline sono lanceolate indivise, sessili, alterne, amplessicaule-sagittate (con una base fogliare simile ad una freccia) e glabre. Inoltre alla base sono presenti delle piccole foglioline (stipole).
L’infiorescenza è composta da piccoli grappoli terminali. In particolare viene definita come racemo lasso e nudo, cioè senza foglie.
I fiori sono ermafroditi, tetrameri, dialipetali e attinomorfi. Hanno un calice formato da 4 sepali verdastri, che in certi casi possono assumere un colore leggermente arrossato, e ovali e di consistenza membranacea ai margini ed aperti nella parte terminale. La dimensione di questi è di 1–2 mm. Posseggono una corolla di colore bianco composta da 4 piccoli petali spatolati disposti in maniera opposta ed a croce che sporgono dal calice e sono lievemente smarginati all’apice. La dimensione di questi è di 2–3 mm.
L’androceo è composto da sei stami con antere gialle. Questi spesso derivano da petali trasformati. Il gineceo ha un ovario bicarpellare supero; lo stilo è persistente nel frutto.
L’antesi è continua da gennaio a dicembre anche se i suoi fiori sono estremamente piccoli ed insignificanti. È una pianta multi-ciclica: i suoi semi, come visto, appena nati cadono subito e la pianta rifiorisce di nuovo.
L’impollinazione della Capsella bursa-pastoris è entomofila.
Questa pianta è caratterizzata inoltre da frutti lungamente peduncolati (a struttura patente e lunghi da 0,5 a 2 cm) con una forma di siliquette piatte a forma di un cuore rovesciato e con una dimensione della siliquetta di 4–6 mm. Questi contengono diversi semi oblunghi dil colore marrone chiaro. I semi hanno una caratteristica: quando si inumidiscono, si ricoprono di una sostanza vischiosa in grado di catturare ed uccidere piccoli insetti. Questo fa pensare che questa pianta sia una protocarnivora. Non è considerata una vera pianta carnivora perché, sebbene sia stata dimostrata la produzione di enzimi digestivi e la capacità di assorbimento dei nutrienti derivati dalla prede, non si comprende ancora in che modo la pianta si avvantaggi da tale funzione.

Coltivazione –
Essendo una pianta di facile adattamento è facilmente coltivabile in svariate condizioni e situazioni: in casa, in giardino e in vaso, perché non richiede cure e non ha esigenze particolari. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la scheda seguente.

Usi e Tradizioni –
Gli usi principali della Capsella bursa-pastoris, oltreché alimentari sono quelli per la preparazione di Infusi, decotti e tinture per uso interno.
I suoi costituenti principali sono: tannini, flavonoidi (tra cui esperidina, diosmina e rutina), olio essenziale solforato, alcaloidi, acidi organici, saponine.
La borsa di pastore ha proprietà curative: antiemorragiche, emostatiche, astringenti. Sembra che alcuni principi attivi presenti nella pianta abbiano la proprietà di regolarizzare il ciclo mestruale. In medicina popolare viene usata nella cura delle diarree, delle varici e delle emorroidi. Il fusto (opportunamente trattato) è usato contro le infezioni della pelle. In omeopatia si usa come rimedio per le emorragie e malattie biliari e renali.
In botanica viene inoltre usata come organismo modello per lo studio della morfogenesi, mentre l’industria dalla pianta ricava insetticidi dai semi.
La tisana di Borsa del pastore è stata da tempo utilizzata, con notevole successo, per tutti i tipi di emorragie, come ad esempio emorragie dal naso, allo stomaco, all’intestino e nelle emorragie irregolari dell’utero. Nelle ferite sanguinanti, nelle quali non si riesce a fermare il sangue, l’infuso di Borsa del pastore era utilizzato un tempo in modo sorprendente.
La tisana della Borsa del pastore è da tempo conosciuta ed utilizzata per regolare le mestruazioni nel periodo della pubertà e poi in età maggiore durante la menopausa. In questi casi agisce a livello della muscolatura uterina, favorendone la contrazione e determinando, come conseguenza, un freno all’emorragia in corso e di riflesso regolarizza la cadenza del ciclo mestruale, soprattutto nei soggetti con mestruazioni abbondanti e dolorose.
Nelle ematurie renali o delle vie urinarie si consiglia una tisana ottenuta mescolando Borsa del pastore e Coda cavallina, in parti uguali.
La nostra Borsa del pastore – similmente al Vischio – inoltre, possiede un’azione equilibratrice sulla pressione arteriosa e viene consigliata quindi sia nella pressione troppo alta che in quella troppo bassa. Diversamente dal Vischio, che va messo a macerare a freddo durante la notte, quest’erba va solo scottata. In tutte le malattie muscolari esteriori questa pianta di gran valore è un importante aiuto. È interessante (e strano) il fatto che non se ne parli per niente in nessuno dei libri moderni di erboristeria.
Utile anche nella cura delle epistassi, delle diarree, delle emorroidi e delle varici. Lo stelo fresco, tritato e macerato per 24 ore nell’aceto può essere applicato sulle infezioni cutanee.
Dopo la scoperta degli alcaloidi della Segale cornuta il suo impiego è stato abbandonato a causa della scarsa affidabilità dei suoi effetti, che dipendono dall’età del preparato.
Dai semi, in tempo di carestia, si estraeva olio. I semi di C. bursa-pastoris, quando si inumidiscono secernono un fluido viscoso in grado di catturare insetti ma, sebbene sia stata dimostrata la produzione di enzimi digestivi e la capacità di assorbimento degli elementi organici intrappolati sulla superficie, ancora non si conoscono i vantaggi che potrebbe trarre la pianta da questa situazione.
Pur essendo commestibile, la Capsella si consuma generalmente con altre insalate rustiche, in particolare si accompagna bene con il radicchio selvatico. In alcune località viene mangiata anche cotta.
Per migliaia di anni la Borsa del pastore è stata impiegata come alimento: i semi di questa pianta sono stati ritrovati nello stomaco dell’uomo di Tollund, (ca. 500 a.C.- 400 d.C.) e negli insediamenti neolitici di Çatal Hüyük , importante centro abitato dell’epoca neolitica sito nella regione di Konya in Turchia, che risalgono al 6.000 a.C.
Le sue proprietà medicinali furono riconosciute nel XVI secolo dal naturalista senese Mattioli.
Nell’Herbario settecentesco di Castore Durante così sono descritte le sue qualità terapeutiche: “Infiammata iuvat stringit,refrigerat” ( giova alla cura delle infiammazioni, stringe i vasi e rinfresca). “Ad dysenteriam bibitur decoctio” ( per curare la dissenteria bere il decotto). “Atque cruenta” ( altrettanto si fa per le perdite di sangue). “Recens illataque vulnera succus glutinat” ( il succo chiude le ferite). “Infusus sanguinis effluxus, undantia menstrua sistit” ( l’infuso ferma le perdite di sangue e le mestruazioni eccessive). “Calceus hanc habeat, nudis pedibusque praematur ictericas facies ea sic aurigine mundat” (messa nei calzari e premuta coi piedi nudi, libera il viso dal colore dorato dell’ittero, ovvero giova alle malattie del fegato).
Secondo M.Grieve in “A Modern Herbal” 1931, in passato quest’erba costituiva un ottimo alimento per uccelli da gabbia.

Modalità di Preparazione –
È una pianta commestibile dal sapore simile al cavolo. Le giovani foglie possono essere mangiate come “insalata dei campi” e dicono abbia proprietà contro l’ipertensione, oppure la rosetta basale può servire nelle “minestre primaverili” o come “erbette per la minestra”. In Cina e America Settentrionale, sui mercati alimentari, è considerata pianta commerciale. Dai semi si può estrarre dell’olio commestibile.
Con la borsa del pastore esistono delle ricette tradizionali che, molto probabilmente si perdono nella notte dei tempi. Veidamone alcune.

  • Frittata rustica di borsa del pastore – Ingredienti per 4 persone: mezzo peperone verde; 100 g di foglie di borsa del pastore; 2 patate di media grandezza; 2 cipolle piccole; 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva; sale; 2 foglie di salvia; un cucchiaio di prezzemolo tritato; un pizzico di peperoncino in polvere; 6 uova; 2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato. Per la preparazione bisogna pulire e lavare le verdure, tagliarle a pezzetti e farle insaporire in padella con 3 cucchiai di olio; unire un po’ d’acqua, salare e portare a cottura a fiamma bassa. Mischiare ogni tanto e, se necessario, aggiungere altra acqua. Unire la salvia e il prezzemolo tritati e un pizzico di peperoncino in polvere. A parte sbattere le uova con il sale e 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, versarle sulle verdure e cuocere finché la frittata si sarà rappresa.
  • Tagliatelle alla borsa del pastore – Ingredienti per 4 persone: 400 g di foglie di borsa del pastore; 250 g di farina; 2 uova; sale; 40 g di burro; parmigiano reggiano grattugiato. Per la preparazione bisogna mondare, lavare e lessare le foglie di borsa del pastore in poca acqua salata, strizzarle e tritarle. Impastare la farina con le uova, il sale e le foglie. Stendere la pasta e ricavarne le tagliatelle. Lessarle, scolarle al dente e condirle con 40 g di burro fuso e abbondante parmigiano grattugiato.

Vediamo adesso alcuni modi, anche tradizionali, per preparare degli utili rimedi naturali.

  • Tisana: Con un di litro d’acqua bollente scottare 1 cucchiaino da dessert colmo; lasciare riposare brevemente.
  • Cataplasma al vapore: Due manciate colme di Borsa del pastore messe in un setaccio e tenute sopra del vapore acqueo. Inserire quindi fra due pezze le erbe così cotte e poggiarle sulla parte.
  • Tintura: Della Borsa del pastore tritare finemente foglie, fusto, fiori e borsettine, riempiendone una bottiglia fino al collo; versarvi sopra dell’acquavite di grano a 38 – 40° C (le erbe debbono risultare coperte); lasciare il tutto per 15 giorni al sole o al caldo.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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