La Pasciona
La Pasciona: quando il bosco si sincronizza
Camminando in un bosco durante un anno di pasciona si ha l’impressione che la natura abbia deciso di fare festa. Il terreno è ricoperto di ghiande, castagne o faggiole, e gli animali si muovono frenetici tra gli alberi, approfittando dell’abbondanza. Ma che cos’è esattamente una pasciona, e perché accade solo di tanto in tanto?
Un fenomeno raro ma spettacolare –
Con il termine pasciona — o annata di pasciona — si indica un anno in cui gli alberi producono una quantità eccezionale di frutti o semi, molto superiore alla media. È un fenomeno che riguarda soprattutto le specie forestali più diffuse nei nostri boschi, come querce, faggi e castagni.
Questo fenomeno non succede tutti gli anni in quanto le piante alternano periodi di scarsa fruttificazione con altri di straordinaria abbondanza, in modo più o meno regolare, a intervalli di alcuni anni.
La pasciona non è quindi un evento casuale, ma il risultato di una complessa combinazione di fattori fisiologici, climatici ed ecologici.
Quando gli alberi accumulano energia –
Per produrre frutti e semi, gli alberi devono disporre di una grande quantità di energia. Nei periodi che precedono una pasciona, essi accumulano riserve — zuccheri, amidi e nutrienti minerali — nei tessuti. Quando le condizioni climatiche risultano favorevoli, liberano improvvisamente queste risorse, dando vita a un’esplosione di fiori e semi.
Questo comportamento può essere spiegato con il cosiddetto “modello del bilancio delle risorse”: gli alberi si comportano come “risparmiatori” che accumulano per anni e poi investono tutto in una sola grande stagione riproduttiva.
Le teorie che spiegano la pasciona –
Gli studiosi hanno cercato di capire perché le piante abbiano evoluto questa strategia, invece di fruttificare ogni anno in modo costante. Le principali spiegazioni non si escludono a vicenda, ma si completano.
1. La teoria della sazietà dei predatori (predator satiation)
Secondo questa ipotesi, la pasciona serve a ingannare i predatori dei semi. In un anno normale, roditori, uccelli o cinghiali possono consumare quasi tutta la produzione; in un anno di pasciona, invece, la quantità è così grande che gli animali non riescono a mangiarli tutti. Così una parte dei semi riesce a sopravvivere e a germogliare, garantendo il successo della specie.
2. L’efficienza dell’impollinazione (pollination efficiency)
In molte piante, specialmente quelle impollinate dal vento come il faggio o la quercia, la fruttificazione dipende dalla quantità di polline presente nell’aria. Se tutti gli alberi fioriscono insieme, le probabilità di impollinazione aumentano enormemente. La sincronizzazione collettiva della fioritura, quindi, migliora l’efficienza riproduttiva.
3. Il modello del bilancio delle risorse (resource budget model)
Come accennato, produrre semi è un investimento energetico costoso. Gli alberi alternano anni di accumulo a anni di spesa, in un equilibrio fisiologico che produce naturalmente cicli di abbondanza e scarsità. È una sorta di “respiro” della foresta, scandito da anni di silenzio e anni di esplosione vitale.
4. Le dinamiche preda-predatore
Un’altra ipotesi, collegata alla precedente, suggerisce che la variabilità e l’irregolarità della pasciona impediscano ai predatori di adattarsi completamente a queste risorse. Se la fruttificazione fosse costante, roditori e ungulati aumenterebbero di numero fino a consumare sempre tutti i semi. L’irregolarità, invece, mantiene sotto controllo le popolazioni di predatori.
5. L’ipotesi climatica o “a segnale”
In alcune zone, la pasciona sembra essere sincronizzata da eventi climatici particolari: una primavera mite o un’estate asciutta possono fungere da “segnale” comune che induce molte piante a fruttificare contemporaneamente. In questo caso, la natura si coordina grazie a un indizio ambientale condiviso.
Effetti sul bosco e sulla fauna –
Ovviamente le conseguenze di una pasciona sono molteplici.
Dal punto di vista ecologico, questi eventi sono fondamentali per la rigenerazione naturale del bosco: la grande quantità di semi aumenta le probabilità che alcuni germinino e crescano in giovani alberi.
Per la fauna, invece, la pasciona rappresenta una vera e propria manna. Scoiattoli, ghiandaie, cinghiali e cervi trovano cibo in abbondanza, e le loro popolazioni tendono ad aumentare. Tuttavia, nei mesi o anni successivi, quando il cibo torna a scarseggiare, questi stessi animali possono diventare un problema per la rinnovazione del bosco, brucando germogli e piantine.
In passato, le annate di pasciona avevano anche un significato economico e culturale: i contadini portavano nei boschi i maiali per farli ingrassare a ghiande e castagne. Da qui deriva anche il termine pasciona, che richiama il concetto di pascolo e di abbondanza di nutrimento.
Come si riconosce e si monitora –
Gli studiosi forestali monitorano la pasciona attraverso:
– osservazioni dirette e conteggi di semi sugli alberi o a terra;
– indici di produzione media per albero o per area;
– confronti con dati climatici e faunistici, per capire come si combinano i diversi fattori.
Questi dati aiutano a prevedere le annate di fruttificazione, pianificare la raccolta dei semi per la riforestazione e gestire la fauna selvatica che ne trae vantaggio.
La danza collettiva della natura –
La pasciona è, in fondo, una forma di cooperazione invisibile tra gli alberi. Senza comunicare direttamente, essi si sincronizzano attraverso meccanismi fisiologici, segnali climatici e antiche strategie evolutive.
È una danza lenta, che si ripete a intervalli irregolari, e che ricorda come la foresta viva secondo tempi propri, molto più lunghi dei nostri.
Osservare una pasciona significa assistere a un momento raro in cui l’energia accumulata negli anni si manifesta tutta insieme, trasformando il bosco in un ecosistema in piena celebrazione della vita.
In un mondo che tende alla fretta e all’immediatezza, la pasciona ci ricorda la pazienza del bosco: quella capacità di attendere, accumulare e poi restituire, tutta in una volta, la propria ricchezza alla terra e agli esseri che la abitano.
Guido Bissanti
