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Lobelia siphilitica

Lobelia siphilitica

La grande lobelia blu o grande lobelia (Lobelia siphilitica L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.

Sistematica –
Da un punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Campanulales,
Famiglia Campanulaceae,
Sottofamiglia Lobelioideae,
Genere Lobelia,
Specie L. siphilitica.
Sono sinonimi i termini:
– Dortmanna siphilitica (L.) Kuntze;
– Dortmannia siphilitica (L.) Kuntze;
– Lobelia antisyphilitica Hayne;
– Lobelia belgica De Jonghe;
– Lobelia bollii E.Wimm.;
– Lobelia coelestis Nutt.;
– Lobelia coelestis Nutt. ex Loudon;
– Lobelia densiflora Rennie;
– Lobelia reflexa Stokes;
– Lobelia siphilitica f. alba (G.Don & W.H.Baxter) Voss;
– Lobelia siphilitica f. albiflora Britton;
– Lobelia siphilitica f. laevicalyx Fernald;
– Lobelia siphilitica f. ludoviciana (A.DC.) Voss;
– Lobelia siphilitica f. purpurea E.J.Palmer & Steyerm.;
– Lobelia siphilitica f. purpurea Voss;
– Lobelia siphilitica f. siphilitica;
– Lobelia siphilitica var. alba G.Don & W.H.Baxter;
– Lobelia siphilitica var. bollii (E.Wimm.) E.Wimm.;
– Lobelia siphilitica var. candida Alph.Wood;
– Lobelia siphilitica var. densiflora (Rennie) E.Wimm.;
– Lobelia siphilitica var. grandis E.Wimm.;
– Lobelia siphilitica var. ludoviciana A.DC.;
– Lobelia siphilitica var. maculata A.DC.;
– Lobelia siphilitica var. minor Hook.;
– Lobelia siphilitica var. rosea N.Coleman;
– Lobelia siphilitica var. siphilitica Linnaeus;
– Rapuntium siphiliticum (L.) Mill.;
– Rapuntium syphiliticum Moench.
È una pianta che, secondo alcuni autori, ha alcune varietà, tuttavia tale questione è dovuta, soprattutto, al suo polimorfismo.

Etimologia –
Il termine Lobelia fu dato al genere da Linneo al botanico fiammingo Mathias de Lobel (o de L’Obel, latinizzato in Matthaeus Lobelius, 1538-1616), medico e botanico del re sotto Giacomo I d’Inghilterra, di corte a Londra, e autore di una famosa Historia plantarum.
L’epiteto specifico siphilitica è legato all’uso nella medicina tradizionale della pianta contro la sifilide.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Lobelia siphilitica è una pianta originaria degli Stati Uniti orientali dove cresce nel nord, dal Maine al Manitoba, e nel sud, dalla Carolina del Nord al Texas. Popolazioni sparse possono essere trovate nell’estremo ovest del Wyoming e del Colorado.
Il suo habitat è quelle dei boschi o delle aree più aperte, in terreni da umidi a parzialmente ombreggiati, comprese foreste paludose, fossati lungo le strade, pianure alluvionali, margini di laghi e praterie umide.

Descrizione –
La Lobelia siphilitica è una pianta erbacea, perenne, che raggiunge i 100 cm di altezza, con apparato radicale a fittone centrale, che occasionalmente produce propaggini basali.
Questa pianta ha un unico stelo increspato e non ramificato, che è liscio o scarsamente peloso.
Le foglie sono glabre o poco pelose, di forma variabile da ellittica a lanceolata, leggermente restringenti alla base; sono larghe circa 5 cm lunghe da 5 a 15 cm circa; sono alterne ed attaccate allo stelo senza picciolo fogliare.
Nella parte terminale produce fiori zigomorfi; questi sono più strettamente raggruppati verso la parte superiore del racemo e diventano più rari più in basso con i fiori inferiori che iniziano a sbocciare per primi. I fiori di questa specie di Lobelia sono notevolmente più grandi di molte altre specie dello stesso genere; sono di colore blu o viola ma possono essere più chiari, persino bianchi e di solito sono lunghi circa 2,5 cm; hanno 5 petali; i 3 petali inferiori sono fusi e i 2 petali superiori sono generalmente arricciati all’indietro. Inoltre tra i due petali superiori sporge uno stile curvo. Il lobo centrale inferiore è più largo e presenta 2 piccole protuberanze vicino alla gola che sono di colore più chiaro.
L’antesi è verso la fine dell’estate.
I frutti sono dei baccelli a due camere con una base auricolata e hanno molti piccoli semi.
I semi sono ovali, traslucidi e di colore marrone dorato e si presume siano distribuiti dal vento o dall’acqua.

Coltivazione –
La Lobelia siphilitica è una pianta erbacea perenne che viene raccolta allo stato selvatico per uso locale nella medicina tradizionale ma è anche molto apprezzata come pianta ornamentale, tanto che viene venduta in nord America nei vivai.
Per la sua coltivazione richiede un terreno umido, sia in pieno sole che a mezz’ombra.
Di solito fiorisce nel suo primo anno di crescita dal seme, ma è di breve durata a meno che non venga divisa frequentemente.
È una pianta che spesso si risemina da sola.
La pianta, pur essendo autocompatibile, per essere impollinata ha bisogno di altri insetti e soprattutto bombi e api. Le api usano i tre petali fusi inferiori come piattaforma di atterraggio. Un’ape di peso idoneo deprimerà questi petali mentre si dirige verso il nettare del fiore, questo abbassa lo stigma strofinandolo contro il dorso dell’ape.
La propagazione avviene per seme; questo va seminato appena maturo. Quando spunteranno le giovani piantine queste, una volta raggiunta la grandezza per essere maneggiate, vanno poste in vasi singoli e fatte crescere in serra o zona protetta durante l’inverno.
Il trapianto in pieno campo si effettua nella tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste.
Si può propagare anche per divisione dello stelo basale nel periodo primaverile. In questo caso si raccoglie una porzione di circa 10 cm con abbondante stelo sotterraneo; queste vanno poste in una zona protetta dal freddo, o in serra, finché non si radicano bene, e trapiantate in estate.

Usi e Tradizioni –
La Lobelia siphilitica è stata descritta da Carlos Linnaeus e pubblicata in Species Plantarum nel 1753.
È una pianta di antiche tradizioni medicinali tanto che i nativi americani la usavano già nella loro medicina tradizionalmente, per trattare disturbi respiratori e muscolari. Un tempo era considerata una cura per la sifilide dai primi coloni europei, da cui, come detto, ha origine il nome scientifico della specie.
Alcune tribù indiane nordamericane credevano che se le radici finemente macinate fossero state segretamente aggiunte al cibo di una coppia che litigava, questo avrebbe evitato il divorzio e, pertanto, si sarebbero amati di nuovo.
Questa pianta, come altre del genere Lobelia, contiene una serie di alcaloidi piperidinici, in particolare la lobelina e la lobelanina. Se ingeriti, questi possono causare una serie di sintomi tra cui nausea, vomito, diarrea, salivazione, spossatezza e debolezza, dilatazione delle pupille, convulsioni e coma. In generale, il grado di tossicità è solo moderato e le piante sono dannose solo in quantità maggiori; infatti diverse specie hanno usi medicinali e alcune vengono addirittura mangiate allo stato selvatico.
La radice è catartica, diaforetica ed emetica; questa viene usata nel trattamento di idropisia, diarrea, disturbi di stomaco, sifilide e dissenteria.
Un impiastro della radice è stato applicato a piaghe che sono difficili da guarire.
Le foglie sono analgesiche e febbrifughe.
Un infuso è stato utilizzato nella cura di raffreddori e febbri.
Un cataplasma di foglie schiacciate viene applicato sulla testa per alleviare il dolore del mal di testa.
Nella medicina tradizionale dei nativi nord americani si usava la radice fresca (che conteneva ancora gli oli volatili) e la usavano anche insieme a Podophyllum peltatum e Prunus virginiana, e poi spolveravano le ulcere con la corteccia di Ceanothus americanus.
Dalle radici si ricava, inoltre, un rimedio omeopatico.

Modalità di Preparazione –
La Lobelia siphilitica è una pianta che vanta una antica storia nella medicina tradizionale degli indiani del Nord America.
Queste popolazioni utilizzavano la sua radice raccolta fresca nel trattamento di idropisia, diarrea, disturbi di stomaco, sifilide e dissenteria.
L’ impiastro della radice veniva, inoltre, applicato a piaghe purulente e di difficle guarigione.
Anche le foglie venivano utilizzate come analgesiche e febbrifughe. Un infuso veniva utilizzato nella cura di raffreddori e febbri.
Un rimedio contro il mal di testa veniva preparato utilizzando un cataplasma di foglie schiacciate ed applicato sulla parte dolente.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/227261583/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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