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Staphisagria macrosperma

Staphisagria macrosperma

La Speronella stafisagria o Stafisagria con grandi semi (Staphisagria macrosperma Spach) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Ranunculales,
Famiglia Ranunculaceae,
Genere Staphisagria,
Specie S. macrosperma.
È basionimo il termine:
– Delphinium staphisagria L..
Sono sinonimi i termini:
– Delphidium staphysagria (L.) Raf., 1830;
– Staphisagria hirtella Jord.;
– Staphisagria moschata Jord..

Etimologia –
Il termine Staphisagria proviene dal greco στᾰφίς staphís stafisagra, una pianta citata da Ippocrate e da ἀγρία agría selvatica.
L’epiteto specifico macrosperma viene dal greco μακρόϛ macrós grande, lungo e da σπέρμα spérma semenza: con grandi semi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Staphisagria macrosperma è una pianta originaria dei paesi del bacino del Mediterraneo dove è ampiamente distribuita nei paesi del bacino e nella Macaronesia.
In Spagna si trova in diverse zone della Murcia, delle Isole Baleari e dell’Andalusia.
In Italia si rinviene in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana e, forse, in Emilia-Romagna.
Il suo habitat è quello dei luoghi ghiaiosi e ai margini dei campi (In Italia soprattutto lungo le coste del mezzogiorno e nelle isole), nelle aree ruderali e nei terreni umidi.
Viene trovata in alcuni giardini, coltivata come pianta ornamentale.

Descrizione –
La Staphisagria macrosperma annuale, pubescente in tutte le sue parti, untuosa al tatto e dall’odore sgradevole.
Presenta un fusto eretto, robusto, alto 50–120 cm, peloso, con peli misti tra lunghi e corti.
Le foglie sono lucide, palmatopartite, lungamente picciolate, pubescenti o quasi glabre, grandi, lunghe 4–8 cm e larghe 5–10 cm, le 5-9 lobi larghi, oblungo lanceolate, incisi nelle foglie inferiori ed interni alle superiori.
I fiori sono raccolti in racemi terminali lassi, lunghi 20–30 cm, semplici. Sepali petaloidei, di colore azzurro-violaceo pubescenti all’esterno, il superiore prolungato in uno sperone corto, ottuso e bifido; 4 petali, i due superiori trasformati in nettari e prolungati, in uno sperone che penetra quello del calice, i laterali non speronati, cuneiformi, obovati e glabri. Numerosi stami disposti a spirale, con filamenti molto dilatati alla base, subulatti all’apice ed antere subsferiche. L’ovario di 2-3 carpelli liberi, sessili, assottigliati nello stilo, che è stimmatifero all’apice.
L’antesi è nel mese di maggio e fruttifica nel mese di agosto.
Il frutto è un folliceto (polifollicolo) formato da 3 follicoli polispermi, rigonfi, ± cilindrici, lunghi di circa 20 mm, oltre al becco di 5-7 mm, ricoperti da breve peluria.
I semi sono lunghi 4–5 mm e larghi un po’ meno e spessi 1–2 mm, grigio-nerastri, di forma più o meno ovale o triangolare, con spigoli sporgenti e facce convesse o appiattite o concave, percorse da un reticolo sporgente che non scompare immergendoli nell’acqua; hanno un odore nullo quando secchi ma se inumiditi e triturati hanno un odore sgradevole e un sapore amaro e pungente.

Coltivazione –
La Staphisagria macrosperma è una pianta annuale, che cresce in tutto il Mediterraneo.
La pianta viene coltivata in alcune in alcune aree soprattutto come pianta ornamentale.
Cresce bene in molti tipi di substrato ma predilige quelli umidi ben drenati.
La sua propagazione avviene per seme, con semina nel mese di aprile.
La pianta fiorisce già nel mese di maggio e fruttifica nel mese di agosto.

Usi e Tradizioni –
La Staphisagria macrosperma era classificata precedentemente noto come Delphinium staphisagria. Le prove molecolari ha suggerito che Staphisagria dovrebbe essere un genere a parte.
Gli antichi greci chiamavano la pianta anche φθειροκτόνον (phthiroctonon, “assassina dei pidocchi”) a causa del suo uso nella medicina tradizionale per uccidere i pidocchi. Questo significato è mantenuto in molti dei nomi comuni della pianta in diverse lingue, come lice-bane in inglese, matapiojos in spagnolo, bit otu in turco, ecc.
Nella storia l’uso di preparati a base di semi di S. macrosperma per distruggere i pidocchi del corpo è stato riconosciuto fin dall’antichità. Il medico greco Dioscoride e lo storico romano Plinio vengono spesso menzionati in questo contesto; nel valutare questa letteratura classica, Barton e Castle espressero l’opinione che la descrizione di Dioscoride della Staphisagria fosse coerente per molti aspetti con la pianta che conoscevano come Delphinium staphisagria. Uno dei fondatori della farmacognosia americana, John Uri Lloyd, scrivendo nella sua famosa Farmacopea, ha citato riferimenti all’uso di preparati di D. staphisagria anche negli scritti di Nicandro e Crescenzio.
Questa pianta viene menzionata in un codice di papiro “magico” del IV secolo proveniente dall’Egitto, dove si dice che abbia facilitato l’erezione di un uomo. La pianta doveva essere schiacciata e mescolata con acqua, quindi cosparsa intorno alla casa. Tuttavia, l’interpretazione della formula rimane incerta.
Una preparazione a partire da questa pianta era utilizzata per i delle truppe britanniche nella battaglia di Waterloo nel 1815.
Come detto sopra, i preparati a base di S. macrosperma (apparentemente principalmente dai semi) sono stati usati come pediculicida negli ultimi due millenni. Maud Grieve, nel suo famoso Herbal, scritto nel 1931, si riferisce ad essa come a un “vermifugo” e “distruttore di parassiti”, così come alle sue proprietà parassitarie. Dice anche che è “violentemente emetica e catartica”.
Per questo motivo la S. macrosperma è stata studiata dai chimici già all’inizio del XIX secolo. Due scienziati francesi, Lassaigne e Feneulle, furono i primi a isolare, nel 1819, un alcaloide, chiamato delfinina, dai semi di D. staphisagria.
La struttura molecolare completamente corretta della delfinina non è stata determinata fino al 1971, a causa della complessità chimica di questa sostanza, unita alle limitazioni tecniche dei tempi. Tuttavia, è stato stabilito abbastanza presto che la delfinina fosse un membro della famiglia degli alcaloidi diterpenoidi, ed è spesso citata nei manuali di piante velenose come una tossina rappresentativa del genere Delphinium. La presenza di delfinina è alquanto limitata in questo genere. Sebbene la delfinina sia il principale costituente alcaloide dei semi di D. staphisagria, da essi sono stati isolati anche molti altri alcaloidi diterpenoidi correlati.
I semi di questa pianta contengono alcaloidi tra cui, oltre la delfinina: delfisina, delfinoidina, stafisagrodina; inoltre si trova anche acido malico, acido stafisarico, olio fisso e olio volatile e mucillagini.
Si ricorda che tutte le parti di questa pianta sono altamente tossiche e non dovrebbero essere ingerite in alcuna quantità.

Modalità di Preparazione –
La Staphisagria macrosperma potrebbe essere una pianta utilizzata per l’estrazione di alcuni alcaloidi e principi attivi.
Storicamente si è utilizzata una tintura o l’infuso dei semi come insetticida contro i pidocchi e la scabbia degli animali.
Un tempo nella medicina popolare i semi venivano utilizzati per uso interno come antelmitico e sedativo ma il sovradosaggio è causa di avvelenamenti anche mortali, genera irritazioni gastro-enteriche accompagnate da vomito e diarrea e da fenomeni di asfissia per arresto cardiaco.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/123156356/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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