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Valeriana celtica

Valeriana celtica

La Valeriana celtica o Nardo celtico o Spigo celtico (Valeriana celtica L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Dipsacales,
Famiglia Caprifoliaceae,
Genere Valeriana,
Specie V. celtica.
Sono sinonimi i termini:
– Valeriana saxatilis Vill.;
– Valeriana verticillata Clairv..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Valeriana celtica L. subsp. celtica – presente in Italia;
– Valeriana celtica subsp. norica – presente in Italia;
– Valeriana celtica subsp. pancicii;
– Valeriana celtica subsp. pennina.

Etimologia –
Il termine Valeriana proviene dal latino medievale valeriana, attestato dal X sec., all’origine del nome volgare in molte lingue europee incluso l’italiano, di etimo discusso; l’ipotesi più accreditata lo fa risalire alla provincia dioclezianea Pannonia Valeria, nell’Ungheria occidentale, dove la pianta sarebbe stata abbondante; altri lo connettono al verbo valere essere in buona salute, per le sue virtù officinali (più probabilmente un caso di paretimologia a posteriori); altri a diversi personaggi di nome Valerius o Valerianus; altri lo fanno derivare dal tedesco baldrian (e non viceversa), che potrebbe essere connesso o con il dio della luce Baldur o con l’eroe Wieland, in allusione alle proprietà magiche della pianta come scaccia-demoni.
L’epiteto specifico celtica è in riferimento ai Celti, popolazione indoeuropea che in epoca romana ebbe il suo insediamento nella Gallia (Francia) centrale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Valeriana celtica è una pianta originaria ed endemica dell’Europa centrale e sino agli anni trenta era largamente coltivata per l’esportazione in Asia per l’utilizzo in profumeria.
Il suo habitat naturale è quello delle zone alpine e di montagna tra 1800 e 2800 metri.

Descrizione –
La Valeriana celtica è un’erba perenne che crescere fino ad un’altezza massima di circa 0,20 metri.
Il fusto è eretto e le foglie sono opposte e prive di stipole, di forma lanceolata e con lamina intera di un bel colore verde intenso.
I fiori, leggermente profumati, si trovano riuniti a formare un particolare tipo di infiorescenza detta corimbo; sono ermafroditi, con calice ridotto e corolla a 5 petali, tubolare e dal colore biancastro; l’androceo è composto da 3 stami, il gineceo da un pistillo tri-carpellare con ovario infero e uniloculare.
La fioritura avviene tra giugno e settembre e l’impollinazione è entomogama (tramite Insetti).
Il frutto è un achenio striato provvisto di setole piumose derivanti dalla modificazione che i piccoli denti del calice subiscono con la maturazione. La loro presenza ne aiuta la dispersione per mezzo del vento.

Coltivazione –
La Valeriana celtica è una pianta perenne che viene per lo più raccolta in natura per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. Un tempo era largamente coltivata.
Questa pianta può essere coltivata in molti tipi di suoli ma è una specie calcifuga che richiede quindi un pH tendenzialmente acido.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata la primavera in pieno campo o in vaso avendo l’accortezza di ricoprire leggermente il seme.
Se piantata in semenzaio si può procedere poi al trapianto in pieno campo quando le piantine hanno emesso le prime foglioline.
Si può propagare anche per divisione dei cespi più grandi nel periodo di tarda primavera.

Usi e Tradizioni –
La Valeriana celtica è una pianta che fino agli anni ’30, veniva ampiamente raccolta o coltivata per essere esportata in Asia per la produzione dei profumi.
Oggi è una pianta quasi dimenticata, dalle qualità particolari che, comunque, in alcune zone d’Europa viene ancora raccolta secondo tradizioni secolari.
Già 2500 anni fa la Valeriana celtica era utilizzata in Egitto e in oriente per il suo profumo intenso e aromatico e per le sue particolari proprietà cosmetiche.
In Nord Africa e in Europa si facevano bagni profumati con questa pianta e la pelle delle spose prima delle nozze veniva frizionata con essa.
Con il tempo tuttavia la Valeriana celtica è stata man mano dimenticata fino a quando fu riscoperta da Walter Rau che nel 1928 fondò in Germania la ditta “Speick Naturkosmetik”.
Affascinato dal profumo, Rau ebbe la visione di creare un prodotto unico: il sapone Speick. Questo sapore naturale, dolce sulla pelle, è una rivoluzione cosmetica poiché funge da trattamento corpo ancor più che per la pulizia della pelle. La ditta è l’unica al mondo autorizzata a utilizzare la valeriana celtica per i suoi prodotti e il marchio “Speick”. Oggi questa preziosa pianta alpina viene utilizzata non soltanto per il sapone Speick, ma anche per una vasta gamma di prodotti cosmetici naturali: lozioni, olii, maschere e creme solari.
La radice è stata usata come rimedio popolare come tonico per i nervi.
Questa pianta ha, infatti, un effetto rilassante sul sistema nervoso e contemporaneamente stimolante sul sistema vegetativo. Distende senza provocare spossatezza e rivitalizza il corpo e l’anima.
Dal 1936 la valeriana celtica è una specie protetta per difenderla da un’eccessiva raccolta che minacciava di provocarne l’estinzione. Oggi la valeriana celtica può essere raccolta soltanto nel Parco della Biosfera dei monti Nockberge, nella zona di Bad Kleinkirchheim, dove si trova l’habitat e il terreno ideale per la sua crescita.
La concessione è affidata solamente alle famiglie Huber e Steiner, due famiglie di montanari della Carinzia che vivono a 1600 metri di altitudine sui monti Nockberge. La raccolta della valeriana celtica è un lavoro faticoso che serve ad arrotondare i loro guadagni.
Con un apposito attrezzo la valeriana celtica viene estratta dal terreno insieme alla radice.
Un’intera giornata di lavoro non frutta più di un chilo di valeriana celtica. Il raccolto viene conservato nel vecchio granaio accanto alla fattoria, e viene messo a seccare su speciali travi di legno, dove viene regolarmente rigirato. Il profumo intenso della valeriana celtica conferisce a tutto il granaio un profumo speciale. La fase di essicazione dura tre settimane, quindi la pianta è pronta per la lavorazione e viene ritirata dal personale della ditta Speick.
La raccolta è limitata a un quantitativo massimo di soli 25 chili per stagione, e viene controllata dall’amministrazione del Parco della Biosfera. Nonostante le quantità limitate, il profumo della pianta è tanto intenso che ne basta pochissima per profumare saponi e oli. La raccolta non danneggia la popolazione di valeriana celtica, al contrario: il prelievo effettuato con criterio ha effetti positivi sulla conservazione della pianta, come ha constatato una ricerca scientifica dell’Università di scienze ambientali (Universität für Bodenkultur) di Vienna.
Dalle radici si estrae un olio essenziale che ha un potente aroma che ricorda la camomilla e il patchouli.

Modalità di Preparazione –
La Valeriana celtica è una pianta di cui si utilizza soprattutto la radice.
La pianta va raccolta con particolare attenzione e messa a seccare e rigirata continuamente per evitare la formazione di muffe.
Da questa si estrae, inoltre, un olio essenziale che serve coma base per la profumeria o nell’impiego medicinale.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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