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Riproduzione dell’Albero dei cervi

Riproduzione dell’Albero dei cervi

L’Albero dei cervi (Gymnocladus dioicus (L.) K. Koch) è una pianta delle Fabaceae, originaria degli Stati Uniti d’America medio-occidentali, dell’Alto Sud, degli Appalachi e di piccole sacche dello Stato di New York negli Stati Uniti e dell’Ontario in Canada.
È stata iIntrodotta in Europa nell’Ottocento, è presente in parchi e orti botanici.

Habitat idoneo di riproduzione –
L’Albero dei cervi è considerata una specie arborea rara anche se distribuito su un areale relativamente vasto.
È un albero originario dell’Ontario meridionale, in Canada e negli Stati Uniti dal Kentucky (dove è stato incontrato per la prima volta dagli europei) e nel Connecticut a est, al Kansas, nel Nebraska orientale e nel Sud Dakota sudorientale a ovest, fino a Wisconsin meridionale e Michigan a nord e Louisiana settentrionale a sud.
Viene impiegato come albero da ombra urbano negli Stati Uniti e nel Canada orientale, inclusa la California mentre si torva allo stato naturale una popolazione disgiunta nel centro dello Stato di New York.
In natura si presenta come individui ampiamente dispersi o piccoli gruppi coloniali con sistemi di radici interconnessi. Questo albero si trova nelle pianure alluvionali e nelle valli fluviali, ma a volte è anche visto su pendii rocciosi e boschi calcarei. Nella parte nord-orientale del suo areale, i boschetti apparentemente naturali di questo albero sono in realtà associati a noti siti di villaggi preistorici. In alcune parti del suo areale, questo albero può essere utilizzato come indicatore della presenza di calcare o di suoli calcarei.

Propagazione –
Il Gymnocladus dioicus è una pianta molto resistente al freddo, che tollera temperature fino a circa -30 °C quando è in stato di dormienza.
Richiede un clima con un’estate calda, tuttavia, anche perché per fiorire e fruttificare difficilmente lo fa in ambienti meno caldi.
Richiede una posizione soleggiata e cresce meglio in un terreno ricco e profondo, preferibilmente argilloso.
Tollera l’inquinamento atmosferico, i suoli salini e i suoli calcarei.
È, inoltre, una pianta a crescita molto lenta nella coltivazione mentre in natura è un po’ più veloce e può raggiungere un’altezza di 3,5 – 4 metri in 10 anni, partendo da seme.
È una specie dioica, per cui se sono necessari frutti e semi devono essere coltivate sia le forme maschili che femminili.
Inoltre, a differenza della maggior parte delle Leguminose, non forma noduli di batteri produttori di azoto sulle radici.
La propagazione avviene per seme; questo va seminato preferibilmente in semenzaio in serra non appena è maturo. Il seme può essere seminato anche all’inizio della primavera in ambiente protetto.
La scarificazione e il preammollo del seme per 24 ore in acqua tiepida, soprattutto se conservato, miglioreranno la germinazione. In tal senso bisogna assicurarsi che il seme sia gonfio dopo l’ammollo; in caso contrario bisogna scarificarlo facendo attenzione a non danneggiare l’embrione.
Non appena le piantine sono maneggiabili vanno poste in singoli vasi per farle crescere in serra almeno per il loro primo inverno.
Il trapianto in pieno campo va effettuato in tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste. Si consiglia di proteggere le giovani piantine dal freddo per i primi due inverni.
La propagazione può essere anche del tipo agamico tramite talee di radice lunghe 4 cm e spesse 1 cm da far radicare in una serra a dicembre.

Ecologia –
L’Albero dei cervi, per le sue caratteristiche fisiologiche e biologiche viene considerato un esempio di anacronismo evolutivo. I baccelli, con semi duri e coriacei sono troppo difficili da masticare per molti animali (oltre ad essere velenosi) e sono troppo pesanti per la dispersione del vento o dell’acqua. Si ritiene quindi che l’albero fosse utilizzato da grandi mammiferi ormai estinti, che si nutrivano dei baccelli e che intaccavnoa i semi con i loro grandi denti, aiutando la germinazione. Questo comportamento è ancora osservato tra gli elefanti africani che mangiano i parenti delle Fabaceae in Africa. Per questo motivo il suo areale preistorico potrebbe essere stato molto più ampio di quanto non lo sia oggi.
Allo stato attuale cresce bene solo nelle zone umide e si pensa che solo in tali condizioni umide i baccelli dei semi possano marcire per consentire la germinazione in assenza di grandi erbivori.
Il seme può essere tostato e usato come sostituto dei chicchi di caffè; tuttavia, i baccelli e i semi non tostati sono tossici. Il legno dell’albero è utilizzato da ebanisti e falegnami. È piantato come un albero per alberature stradali.




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