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Menyanthes trifoliata

Menyanthes trifoliata

Il trifoglio d’acqua o trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Menyanthaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Solanales,
Famiglia Menyanthaceae,
Genere Menyanthes,
Specie M. trifoliata.

Etimologia –
Il termine Menyanthes proviene dal greco μῐνΰθω minýthô svanire, dileguarsi e da ἄνϑοϛ ánthos fiore: di breve fioritura: riferimento alla precoce caduta della corolla.
L’epiteto specifico trifoliata viene dal prefisso tri- tre e da fólium foglia: che ha solo tre foglie oppure con foglie composte di tre foglioline.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il trifoglio d’acqua è una pianta circum-boreale presente in Europa, Nord Africa, Asia e Nord America.
In Europa è presente dalla Gran Bretagna, Scandanavia sud e fino ad est alla Spagna fino a sud in Africa nel Marocco.
In Italia è presente nelle seguenti regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Calabria; da 0 a 2000 m s.l.m..
Il suo habitat è quello delle zone umide e pantani, in acque poco profonde, sui bordi degli stagni, solitamente in terreni acidi. È, comunque, una pianta divenuta assai rara a causa della distruzione del suo habitat naturale.

Descrizione –
La Menyanthes trifoliata è l’unica specie del genere Menyanthes ed è una pianta perenne, sottile, acquatica, che si caratterizza per il suo rizoma orizzontale, alta fino a 50 cm, ancorata al fondale di stagni e paludi per mezzo di una lunga radice rizomatosa.
È una pianta glabra, con fusto sommerso radicante ai nodi, con internodi poco distanziati tra loro, da cui si sviluppano lunghi piccioli, inguainanti il fusto, che permettono alle foglie di uscire dall’acqua.
Le foglie sono alterne, tutte basali, emergenti o solo parzialmente emergenti dall’acqua, di colore verde, lucenti, formate da tre segmenti (trifogliata) ellittico-obovati a margine liscio o solo lievemente crenato, glauche nella pagina inferiore e con evidenti nervature.
Gli scapi fioriferi sono eretti o ascendenti, lucidi, carnosi e privi di foglie.
L’infiorescenza è a racemo piramidale lunga 8-15 cm composta da 10-20 fiori; calice formato da 5 sepali arrotondati all’apice, attinomorfi, glabri, saldati tra di loro alla base (gamosepalo); corolla con 5 petali uniti alla base (gamopetala), attinomorfa, campanulata, profondamente lobata; petali lanceolati ripiegati verso il basso, la superficie interna, di colore bianco, è densamente barbata da lunghi peli bianchi, la parte esterna del petalo è liscia, di colore rosa tenue; ovario supero con 2 carpelli, 5 filamenti portano antere sagittate di colore rosso-aranciato.
I fiori sono ermafroditi e fiorisce da aprile a giugno.
Il frutto è una capsula denticida di 7-9 x 6-10 mm, subsferica, più lunga del calice, glabra. Semi di 2×2,5 mm, lisci, brillanti, giallastri.

Coltivazione –
La Menyanthes trifoliata è una pianta perenne che viene raccolta in natura per l’uso locale come alimento e fonte di medicinali
Crescere in ambienti paludosi o in terreni torbosi umidi o in acque poco profonde sul bordo degli stagni dove preferisce condizioni di pH acido.
La pianta può essere coltivata in acque profonde fino a 30 cm e non ama l’ombra.
Le piante possono essere molto invasive, diffondendosi per mezzo di rizomi superficiali.
Questa pianta è molto resistente al freddo e tollera temperature fino a circa -25 °C.
La propagazione può avvenire per seme avendo cura di non lasciare che il seme si secchi. La semina va effettuata dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera in vaso o in semenzaio non riscaldato immersi nell’acqua. Quando le piantine sono abbastanza grandi da poter essere maneggiate vanno piantate in vasi individuali e fatte crescere in vaschette d’acqua in serra per il loro primo inverno. Il trapianto definitivo va fatto in tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste.
Si può moltiplicare per divisione in primavera. Le singole parti possono essere piantate direttamente nelle loro posizioni permanenti, se necessario. Tuttavia, in particolare con le divisioni più piccole è più utile metterle in vaso e farle crescere in un ambiente freddo per alcune settimane fino a quando non si sono stabilizzate.
Anche le talee prelevate in estate possono essere inserite nel fango a lato del laghetto e normalmente radicano bene.

Usi e Tradizioni –
Del trifoglio d’acqua si utilizzano le foglie messe a seccare all’ombra a una temperatura che non superi i 50 °C.
Questa pianta contiene i seguenti principi attivi: un glicoside, tannino e sostanze minerali, soprattutto iodio e manganese.
Questa pianta entra a far parte di varie composizioni farmaceutiche ed erboristiche che si utilizzano nella regolarizzazione dei processi digestivi, nei quali aiuta grazie alla sua azione colagoga (favorendo, cioè, la produzione di bile). Viene utilizzata anche dall’industria dei liquori. L’estratto, si utilizza in cosmetica, come tonico facciale.
Questa pianta è, in generale, antinfiammatoria, astringente, carminativa, catartica, deostruente, digestiva, diuretica, emetica, emmenagoga, febbrifuga, ipnotica, stomachica e tonica.
Tutte le parti della pianta sono attive dal punto di vista medico, ma le foglie sono la parte più comunemente usata.
Dalla pianta si prepara una infusione che viene somministrata nel trattamento della debolezza muscolare, infezioni croniche con debolezza ed esaurimento, indigestione, anoressia e reumatismi.
Assunta in piccole dosi conferisce vigore allo stomaco e aiuta la digestione. L’uso della pianta aiuta una persona ad aumentare di peso.
Si ritiene inoltre che sia un rimedio efficace per l’artrite reumatoide, soprattutto quando questa condizione è associata a debolezza, perdita di peso e mancanza di vitalità.
La Menyanthes trifoliata viene solitamente prescritta in combinazione con altre erbe come i semi di sedano (Apium graveolens) e il salice bianco (Salix alba).
Per quanto riguarda le controindicazioni, questa pianta non deve essere prescritta a pazienti con diarrea, dissenteria o colite; inoltre dosi eccessive causano vomito.
La Menyanthes trifoliata ha anche impieghi commestibili. Si usa la radice cotta che va preparata per liberarsi di un sapore acre. Questo procedimento viene eseguito asciugando la radice, macinandola in una polvere e poi lavandola in acqua corrente.
Purtroppo questo trattamento elimina anche molte delle vitamine e dei minerali contenuti nella radice.
La polvere può essere usata per fare il ‘pane mancato’ (pane della carestia) e la radice è un alimento di emergenza che viene utilizzato in periodi di carestia.

Modalità di Preparazione –
La Menyanthes trifoliata è una pianta che ha impieghi soprattutto medicinali ma anche alimentari.
Si utilizzano sia le radici che le foglie.
La radice va cotta che va preparata asciugandola, macinandola in una polvere e poi lavandola in acqua corrente.
Le foglie vanno raccolte al meglio in tarda primavera o all’inizio dell’estate e asciugate prima dell’uso.
Le foglie sono molto amare e vengono utilizzate come sostituto del luppolo nella produzione della birra oltre che per gli impieghi medicinali sopra descritti.
Si ricorda, infine, che la pianta fresca provoca il vomito.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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